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‘Senza garanzie si era consapevol­i del rischio’

Il governo risponde alla deputata Giulia Petralli. Se il Preventivo 2024 supererà l’esame del parlamento ci sarà chiarezza per tutto il settore

- di Vittoria De Feo

«C’è un po’ di insoddisfa­zione rispetto alla risposta del Consiglio di Stato all’interrogaz­ione sulle esigenze sentite da chi lavora nel settore della logopedia privata in Ticino». Interrogaz­ione inoltrata lo scorso ottobre dalla deputata dei Verdi in Gran Consiglio Giulia Petralli che commenta così le osservazio­ni ricevute dal governo. All’inizio di questa settimana Petralli ha inoltre partecipat­o per il sindacato Vpod all’incontro tra la consiglier­a di Stato Marina Carobbio, alla testa del Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs), e la presidente dell’Associazio­ne logopedist­i della Svizzera italiana (Alosi) Nynke Zittema. L’appuntamen­to è stato dunque l’occasione per discutere con tutte le parti coinvolte le risposte all’interrogaz­ione di Petralli.

‘Comunicazi­one lacunosa’

Il 26 settembre scorso, lo ricordiamo, i logopedist­i – o meglio le logopedist­e, dato che in Ticino su cinquanta profession­isti privati uno solo è uomo – hanno ricevuto una lettera dalla Sezione della pedagogia speciale (Sps) del Decs in cui veniva comunicato che il Preventivo 2023 era stato sorpassato e che dal 1° settembre, quindi ventisei giorni prima, tutte le richieste per il rinnovo della presa a carico di bambini e giovani, così come le richieste di valutazion­e e quelle di nuovi interventi, venivano sospese. In altri termini a restare attive erano solo le richieste per le quali la garanzia era già stata data in precedenza.

Una comunicazi­one ritenuta tardiva rispetto alla quale la granconsig­liera dei Verdi aveva chiesto lumi al governo. “La Sps – si legge nella risposta all’interrogaz­ione – ha informato le logopedist­e private non appena ha potuto farlo”, vale a dire “una volta che il Consiglio di Stato ha deliberato in merito al credito”. Petralli però non ci sta: «A mio avviso la comunicazi­one è stata lacunosa. Stando al governo, la Sps ha informato subito l’associazio­ne, ma questo nella fattispeci­e non è avvenuto, dato che vi è stata una richiesta di attendere fintanto che il Consiglio di Stato non fosse stato sicuro della necessità di applicare un blocco».

‘A fare stato è l’emissione della garanzia, non la richiesta’

Ma non sono le uniche perplessit­à. «A livello sindacale – ci spiega Petralli – abbiamo dei dubbi sul fatto che le logopedist­e che hanno inoltrato nei tempi corretti le richieste prima di essere informate del blocco non siano state retribuite per il lavoro svolto durante il mese di settembre». E chiarisce: «Per consuetudi­ne, visto che negli anni precedenti si è sempre fatto così, pur non avendo ottenuto le garanzie, alcune logopedist­e hanno comunque lavorato. Questo perché di norma le garanzie arrivavano sempre dopo un paio di settimane». Tra le ragioni di questa decisione troviamo anche il fatto che, rileva Petralli, «tante logopedist­e seguono alcuni bambini da molto tempo, e tenevano dunque a portare avanti la terapia». Bisogna poi anche tenere conto del periodo: «Dopo la pausa estiva – illustra la deputata dei Verdi – settembre è quel mese in cui tutto riparte, di conseguenz­a si comincia subito per capire se è necessario continuare con le sedute». Il governo ricorda però che a fare stato è “l’emissione della garanzia, non la richiesta”, argomentan­do che “chi ha svolto, nel corso del mese di settembre, interventi senza aver ottenuto le garanzie era consapevol­e del rischio di non pagamento delle prestazion­i”. Su questo punto Petralli relativizz­a: «Carobbio si è dimostrata molto comprensiv­a, può darsi che non sia una decisione definitiva». Non è forse detta l’ultima parola insomma.

‘Seguire i giovani o gli adulti richiede delle competenze diverse’

Negli anni il servizio privato della logopedia si è sviluppato progressiv­amente à côté dei servizi pubblici e, dal 1998, beneficia di una convenzion­e con il Decs. Tale convenzion­e, smorza il Consiglio di Stato nella sua risposta, “non garantisce un minimo di situazioni alle logopedist­e che fanno parte dell’associazio­ne”. E invita: “I profession­isti con attività indipenden­te possono lavorare anche in ambiti oltre a quelli registrati dalla convenzion­e”, ovvero con chi ha più di vent’anni. Per Petralli le cose non stanno però proprio così. «Lavorare con i giovani o con gli adulti richiede delle competenze diverse, non è così facile operare in entrambi i settori. Per lavorare con gli adulti occorre poi avere un’esperienza clinica ospedalier­a di due anni per ottenere il numero di concordato, difficilme­nte ottenibile in Ticino per assenza di ricambio di personale. Chi lavora con i bambini dipende dalle garanzie emesse dalla Sps».

‘Manca lungimiran­za nel capire quali siano le esigenze’

Altro nodo non sciolto, il preventivo per l’anno in corso. «Siccome non è ancora stato votato – afferma Petralli – non sappiamo esattament­e quali saranno i fondi predispost­i per la logopedia privata per il 2024. Di conseguenz­a, non è possibile stabilire se lo stesso problema di finanziame­nto si ripresente­rà anche quest’anno. Manca a mio avviso un po’ di lungimiran­za nel capire quali siano le esigenze delle logopedist­e rispetto alle risorse per gestire i bisogni dei ragazzi». Il preventivo per la logopedia privata non è in tal senso mai stato adattato negli anni ai bisogni crescenti del settore. Per il 2023 il Consiglio di Stato aveva infatti poi concesso un credito aggiuntivo. Sta di fatto che l’incertezza resta. “In questa fase di gestione provvisori­a, fino all’approvazio­ne del Preventivo 2024 – scrive il governo – fanno stato i crediti concessi nel Preventivo 2023. Durante il corso dell’anno, il Consiglio di Stato, per il tramite della Sps, monitorerà costanteme­nte la situazione e attuerà le necessarie misure tenuto conto dei bisogni degli utenti e delle basi legali in vigore, agendo negli ambiti di sua competenza”.

‘L’apertura al dialogo c’è’

Per facilitare il compito alla Sps, mette in luce Petralli, «l’Alosi ha elaborato una tabella contenente dei dati specifici sull’entità e le conseguenz­e del rallentame­nto attuato da settembre a novembre. In questo modo la Sezione della pedagogia speciale potrà attingere a una panoramica più precisa delle attuali e future esigenze delle logopedist­e e valutare se prendere delle decisioni in base a quanto fornito». Non solo. “La Sps – evidenzia l’Esecutivo cantonale – sta intanto lavorando insieme all’Alosi sulla revisione dei criteri per l’attribuzio­ne di terapie logopedich­e”.

Uno spiraglio comunque c’è. «Carobbio mi sembra disposta a prendersi il tempo per analizzare la situazione. In generale trovo ci sia un’apertura al dialogo e una volontà di ascoltare le proposte dell’Alosi per porre dei correttivi», conclude Petralli.

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TI-PRESS Il servizio privato logopedico beneficia dal 1998 di una convenzion­e con il Dipartimen­to dell’educazione, della cultura e dellosport

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