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Le tegole da riparare ‘Licenze B, come tutti’

Il Lugano s’interroga sul da farsi dopo gli ennesimi affondi della malasorte. Domenichel­li: ‘Lo straniero può attendere, il pensiero ora è rivolto agli svizzeri’

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Saranno due tegole ma pesano come macigni, quelle cadute martedì sulle teste di Luca Gianinazzi e dello staff tecnico bianconero nel giro appena di un quarto d’ora: prima si rompe Schlegel, poi Morini, e se il portiere bianconero dovrà star fuori due mesi a causa della lesione del tendine del bicipite femorale, per l’attaccante numero 23 la stagione è andata, dopo la frattura del femore. «Innanzitut­to, sono veramente dispiaciut­o per loro – dice il direttore sportivo bianconero, Hnat Domenichel­li –. Sia ‘Nik’, sia Giovanni hanno giocato davvero molto bene in questo mese di gennaio: il primo trascinand­o la squadra con diverse vittorie, il secondo giocando, e bene, in prima linea e segnando anche gol pesanti, come a Rapperswil. La realtà è che è da inizio stagione che dobbiamo fare i conti con degli infortuni: non c’è stata una sola partita in cui eravamo al completo. Tuttavia, abbiamo una rosa ampia proprio per quel motivo, quindi questa dev’essere vissuta come un’opportunit­à da cogliere per qualcun altro».

Da Thibault Fatton, tanto per cominciare. «Queste sono scelte che non riguardano il sottoscrit­to: saranno gli allenatori a decidere di partita in partita chi scenderà sul ghiaccio, tuttavia possiamo contare su ‘Thibo’ e Mikko, e se nei prossimi otto giorni giocheremo ben cinque partite, poi ci sarà la pausa per la Nazionale e riprendere­mo a giocare solo il 17 febbraio. Da lì ai playoff, a dipendenza di dove saremo, ci saranno ancora altre sei gare, ma entro allora avremo tempo per recuperare qualcuno degli infortunat­i, e questo è un bene».

Il primo a rientrare (e prima del previsto, pare) potrebbe essere Calle Andersson. «Nel suo caso adesso si parla addirittur­a di una questione di giorni, anche se non saprei quantifica­re: è senz’altro qualcosa di positivo».

E il mercato, invece? A fine mese chiude quello rossocroci­ato, ma a Lugano si specula da settimane sull’arrivo di un difensore straniero. «La questione è semplice: finché non sapremo a che punto siamo riguardo al contingent­e svizzero, visto il numero degli infortunat­i, non potremo ingaggiare nessuno straniero. Il fatto è che molti commettono l’errore di pensare che se si faccia male qualcuno, il suo ruolo potrebbe ricoprirlo uno straniero, invece così non è: potremmo anche averne 40 di stranieri, tuttavia ciò non risolvereb­be i problemi, infatti già ora ne abbiamo otto per sei posti, con il risultato che due devono starsene fuori. Nel breve termine abbiamo un contingent­e sufficient­e, ma la vera domanda che ci dovremo porre andando avanti è chi potrà giocare e dove, e solo a quel punto potremo decidere il da farsi riguardo agli stranieri. Da qui alla prossima settimana, in sostanza, il mio pensiero è rivolto agli svizzeri: analizzere­mo le condizioni fisiche dei giocatori e valuteremo come muoverci, per rinforzare l’effettivo in vista della postseason con l’arrivo di qualche elemento sfruttando le licenze B, come fanno un po’ tutti».

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TI-PRESS/CRINARI Riguardo al breve termine, il ‘diesse’ bianconero non è tuttavia preoccupat­o: ‘Ci sono Thibault e Mikko’

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