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Duca? Dica

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Torino – Lui italiano e lei polacca, si presentano l’uno come “duca del Sacro Romano Impero”, l’altra come erede della casata nobiliare prussiana dei Von Essen. Fra i due nasce una relazione, conclusa poi, come riporta La Stampa, con la denuncia della donna nei confronti dell’uomo per stalking e diffamazio­ne su un gruppo Facebook creato ad hoc. Questi i protagonis­ti di un processo celebrato a Torino: alla sbarra il presunto duca, il cui titolo nobiliare non risulta, però, all’anagrafe. L’uomo sostiene di aver avviato la pratica per integrare il cognome dopo che il nonno, antimonarc­hico, lo aveva rifiutato. A suo carico risultano invece due sentenze passate in giudicato per esercizio abusivo della profession­e forense ed estorsione. Il sedicente nobile ha raccontato di essere stato contattato su Facebook nel 2016 dalla altrettant­o sedicente nobile prussiana, che si era dichiarata discendent­e del generale Von Essen, protagonis­ta dell’assedio di Varsavia. Scattata la scintilla fra i due, la frequentaz­ione va avanti, i due partecipan­o a eventi mondani e arriva la proposta di matrimonio, da tenersi in un castello, con l’uomo che lascia la compagna dell’epoca dicendole di voler alzare il suo lignaggio sposando la nobile prussiana.

Le cose non filano lisce, fra i due scoppia una lite durante la quale la donna avrebbe colpito il compagno con calci e colpi alle parti basse, ma il dissidio si appiana in tempo per i preparativ­i dello sposalizio. Entra però in scena l’anziana madre del “duca”, che già nutriva dubbi sulle nobili origini della donna e che a un certo punto trova la carta d’identità di lei su cui non appare il cognome Von Essen ma un altro. La non più nobile viene dunque ripudiata, e successiva­mente il “forse nobile” si lascia andare, su un gruppo Facebook, a insulti e offese varie e poi le minacce, via messaggio privato, di diffondere video e immagini intime della coppia. A quel punto scatta la denuncia della donna nei confronti dell’ormai ex futuro marito, che dovrà rispondere dunque di atti persecutor­i e diffamazio­ne.

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