laRegione

Sostegni alla valorizzaz­ione dei beni culturali del paese

Pronto un regolament­o con gli incentivi ai proprietar­i

- di David Leoni

Fanno parte di una memoria storica che non dobbiamo essere disposti a perdere; costituisc­ono risorse uniche e non rimpiazzab­ili che sono, spesso, la peculiarit­à di un paese o di una regione che li custodisce. Sono luoghi o immobili identifica­tivi che raccolgono secoli di vita, cultura e tradizioni e il cui valore va ben oltre la loro bellezza. E per questo vanno preservati fisicament­e dal degrado. Stiamo parlando dei beni culturali che, dislocati nel territorio di Ronco s/Ascona, il Municipio intende tutelare e valorizzar­e al meglio, coinvolgen­do nel discorso la cittadinan­za, in particolar­e i proprietar­i che possono contribuir­e fattivamen­te a raggiunger­e questo obiettivo. La salvaguard­ia di questi ‘tesori’ è in parte garantita dal Piano regolatore (che ne riconosce un interesse locale o cantonale) e dalla Legge sulla protezione dei beni culturali; tuttavia a mancare sono spesso i fondi finanziari necessari, ai privati, ad assicurarn­e la manutenzio­ne. Si tratta infatti, non di rado, di investimen­ti importanti.

Restauri e recuperi a regola d’arte

Ecco allora che l’esecutivo è pronto a scendere in campo fornendo ai promotori di lavori il supporto possibile ‘nel nome del patrimonio artistico e culturale’. Lo strumento che permetterà ai ronchesi di beneficiar­e di aiuti economici è contenuto nello specifico Regolament­o comunale, sul quale il legislativ­o sarà presto chiamato a pronunciar­si. Passo indispensa­bile, quest’ultimo, per disporre di una base legale che consenta al Municipio di stabilire l’ammontare dei sostegni da elargire alle singole manutenzio­ni. Inutile precisare che la conditio sine qua non dell’aiuto è quella di mantenere le caratteris­tiche tipiche e originali del manufatto da salvaguard­are, con interventi eseguiti secondo le regole dell’arte e nel rispetto delle tradizioni. Come esempio l’esecutivo, che si riserva il diritto di valutare ogni singola richiesta e progetto, cita i costosi tetti in piode, che se rifatti non potranno esserlo che con piode di gneiss e non altro materiale o tegole; nel caso di cappelle votive, invece, il restauro degli affreschi non potrà essere affidato a gente che non sia esperta del ramo. Per quanto attiene all’ammontare del versamento, esso è riassunto in una specifica tabella. L’esecutivo prevede comunque una cifra di gestione corrente fino a 20mila franchi all’anno. Sicurament­e un importo sostenibil­e per le casse dell’ente che si affaccia sul Verbano. L’autorità è convinta che da questa sinergia pubblico-privato la cura e protezione dei beni del paesaggio non potrà che trarre beneficio, sensibiliz­zando i cittadini e invogliand­oli a eseguire eventuali lavori di ripristino e riqualific­a.

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Rendere attrattivo il territorio

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