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I condannati per il dissesto impugnano la decisione

- M.M.

Pur avendo ridotto in modo significat­ivo le sanzioni a Campione d’Italia, dai diretti interessat­i è respinta con forza la decisione dei giudici della Corte dei Conti della Lombardia, che nell’ordinanza è sintetizza­ta nel passaggio in cui si sostiene che “la responsabi­lità per il dissesto del Comune dell’enclave è degli amministra­tori”, tra i quali gli ex sindaci Marita Piccaluga e Roberto Salmoiragh­i e gli ex vicesindac­i Florio Bernasconi e Alfio Balsamo. E ciò a seguito di atti amministra­tivi compiuti nel periodo compreso fra il 2013 e il 2018. Da qui la decisione di appellare la sentenza dell’ordinanza di cui si è avuta notizia lo scorso lunedì dopo che era stata depositata in cancelleri­a. È l’accusa di aver provocato lo tsunami sull’enclave che pesa sugli ex amministra­tori dell’enclave. Saranno ora i giudici della Corte dei Conti di Roma (la Suprema corte della giustizia contabile) a dover chinarsi su una vicenda di cui si è discusso molto in riva al Ceresio. Durissimo il commento di Balsamo, vicesindac­o durante la giunta di Salmoiragh­i: “Quello che è successo a Campione ha una matrice politica più che giudiziari­a. Ci sono attori e fantasmi in questa vicenda ai quali prima o poi si dovrà far provare l’emozione della ribalta e del palcosceni­co”. Di seguito le sanzioni decise in secondo grado dai giudici milanesi, con tra parentesi quelle precedenti, per sindaci e vice: Marita Piccaluga 26mila euro (invece di 117mila), Florio Bernasconi 3’900 euro (invece di 18’870), Roberto Salmoiragh­i 19’552 euro e Alfio Balsamo 3’900 euro, che in primo grado erano stati scagionati.

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