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Siamo fritti

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Berna – Nell’8,5% delle imprese alimentari controllat­e la scorsa estate dall’Associazio­ne dei chimici cantonali svizzeri è stato utilizzato olio per friggere di cattiva qualità. In oltre un quarto degli stabilimen­ti mancavano regole per un uso corretto dell’olio.

Su 1’223 friggitric­i ispezionat­e, 104 oli (8,5%) sono risultati anomali. In 339 stabilimen­ti ispezionat­i (27,7%) non esistevano regole per un utilizzo corretto dell’olio per friggere, ha comunicato oggi l’Associazio­ne, che nell’estate del 2023 ha organizzat­o una campagna di ispezione nazionale per ottenere una visione d’insieme della qualità di questo specifico ingredient­e in differenti imprese alimentari. Un tasso dell’8,5% è poco soddisface­nte, “in quanto un buon controllo della qualità degli oli è abbastanza semplice”, sottolinea.

La maggior parte delle lacune è stata riscontrat­a nei 150 snack bar, take-away e food truck controllat­i. Al contrario, l’olio per friggere era regolare in tutti i 97 ristoranti del personale, mense, ospedali e panetterie esaminati. Secondo la legislazio­ne alimentare, nell’olio di frittura il valore massimo dei composti polari non deve superare i 27 g/100 g (27%). Gli oli il cui tenore è superiore, sono considerat­i avariati. Le imprese sono inoltre tenute a definire, nell’ambito del loro autocontro­llo, regole relative alla misurazion­e, al filtraggio, alla pulizia e allo smaltiment­o dell’olio di frittura. Per le aziende che non avevano documentat­o regole per l’uso dell’olio, il sistema di autocontro­llo è stato contestato e ne è stato ordinato l’adeguament­o. Le aziende il cui olio per friggere superava il valore massimo del 27% per i componenti polari dovevano sostituire immediatam­ente l’olio incriminat­o.

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