Camaleontiche
Miami – Le cellule dei tumori del cervello sono trasformiste: per garantirsi una vita indisturbata imitano i neuroni sani e in questo modo riescono a sfuggire agli attacchi del sistema immunitario. A scoprire il trucco in un tumore aggressivo e ancora incurabile come il glioblastoma, è stato il gruppo dell’italiano Antonio Iavarone, che lavora da tempo negli Stati Uniti e ora è vicedirettore del Sylvester Comprehensive Cancer Center della Scuola di Medicina dell’Università di Miami. La scoperta, pubblicata sulla rivista Cancer Cell, è anche il risultato della combinazione della più grande banca dati delle proteine di un tumore mai ottenuta, analizzata con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (IA). Insieme, hanno permesso di scoprire una possibile arma contro questo tumore, potenzialmente utile anche contro altre forme di cancro. “La nostra scoperta è stata possibile grazie a un approccio unico nello studio del glioblastoma”, osserva Iavarone.
Nello studio, al quale ha partecipato Jong Bae Park del Centro nazionale per la ricerca sul cancro della Corea, per la prima volta è stata passata in rassegna la collezione completa delle proteine (ossia il proteoma) in una serie di casi di glioblastoma prelevati da pazienti alla diagnosi e nel tumore recidivato dopo la terapia; sono stati considerati anche i cambiamenti causati nelle proteine dalla presenza di enzimi.
Questo approccio, aggiunge Iavarone, “fornisce una panoramica delle possibili alterazioni dei tumori a livello individuale impossibile da ottenere con la sola analisi genetica” ed è al momento la più completa banca dati su un tumore, basata sui campioni prelevati da 123 pazienti sia dopo la diagnosi, sia dopo la terapia e la comparsa della resistenza.