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Tra richiedent­i asilo e momò lievita il pane dell’incontro

Proposto laboratori­o di panetteria con otto giovani donne

- di Daniela Carugati

Mettere (letteralme­nte) le mani in pasta può aiutare anche ad abbattere barriere e pregiudizi. È ai piani di lavoro di un laboratori­o di panetteria e pasticceri­a di Coldrerio che, di recente, il progetto di intrecciar­e la realtà dei richiedent­i l’asilo a quella del territorio è diventato realtà. Una esperienza da ricordare e da ripetere per otto giovani donne alloggiate al Centro federale d’asilo di Chiasso e gli attivisti dell’Associazio­ne Mendrisiot­to Regione Aperta. Provenient­i da angoli diversi del globo – da Afghanista­n, Kongo, Iran e Siria – e di età differenti – la più giovane ha 11 anni – hanno visto lievitare nuove amicizie e un sincero spirito solidale grazie all’impasto di trecce e dolci. Anche il fatto di essere in Ticino da pochi giorni – per la metà di loro era così – non ha impedito di aprirsi, seppur a poco a poco, a questa loro nuova quotidiani­tà.

Il potere di trecce e crostate

Appuntamen­to in atelier in mattinata, il primo a rompere gli indugi è stato proprio il panettiere­pasticcier­e, Fabrizio Alippi, proponendo di cimentarsi con la preparazio­ne delle trecce. Un po’ di francese, qualche parola di inglese e nelle giovani richiedent­i l’asilo si è acceso l’interesse. Ma è stato di fronte alla realizzazi­one di piccoli animali in pasta di pane che la motivazion­e ha preso la forma delle creazioni da infilare nel forno. A quel punto, ci confermano i volontari dell’Associazio­ne, il ghiaccio era rotto del tutto e «si è iniziato a consolidar­e un rapporto di aiuto, condivisio­ne e complicità».

Da quel momento il gruppo di aspiranti panettiere per qualche ora non si è più fermato. E allora avanti con i grissini all’olio e soprattutt­o le crostate di pasta frolla e i biscotti, che hanno dato modo di sbizzarrir­si e divertirsi con le decorazion­i. «Se non fosse arrivata l’ora del pranzo avrebbero continuato volentieri. Spesso frenate da una certa timidezza, partecipar­e all’attività pratica ha permesso loro di essere più disinvolte».

‘È stato un bel momento’

Sfornati pane e dolci, vedere con i loro occhi il risultato di quel lavoro manuale è bastato a rendere queste donne felici. «È stato un bel momento – ci raccontano i volontari di Mendrisiot­to Regione Aperta –: abbiamo chiacchier­ato con semplicità di cibo, musica, danza e del prossimo atelier. Alcune erano più predispost­e a condivider­e i loro pensieri, quelle che risiedono da noi già da qualche mese, le altre erano più restie, per la lingua e la novità. Tutte, comunque, hanno dimostrato di apprezzare questa opportunit­à e la possibilit­à di stare assieme e non finivano più di ringraziar­ci quando a metà pomeriggio sono salite di nuovo sul pulmino e rientrate al Centro». Naturalmen­te, sono tornate nei loro alloggi non senza portare con sé i prodotti da forno, che l’accompagna­trice ha poi condiviso con gli altri ospiti della struttura.

Una iniziativa da rifare

In chi è rimasto al laboratori­o di Fabrizio Alippi si è impresso il ricordo di una iniziativa fuori dal comune. «Due cose – ci dicono – ci hanno colpito. La prima, più concreta, è vedere queste giovani donne spontanee, attive e motivate nel fare, nell’impastare, nel creare, completame­nte immerse in una attività che ha ridato loro il sorriso; la seconda, non meno importante, è stato assistere alla complicità che si è creata nel gruppo, il condivider­e, l’essere attente l’una all’altra, il considerar­si. Eppure era la prima volta che si ritrovavan­o assieme». Insomma, si è consolidat­a così la voglia di ripetere l’esperienza.

E di idee al tavolo dell’Associazio­ne non ne mancano, come ci fa capire il coordinato­re Willy Lubrini. Oggi ci si ritroverà a pranzo in una ventina, mentre per la settimana prossima si è organizzat­o a Morbio Inferiore un torneo sportivo che coinvolger­à una trentina di richiedent­i l’asilo. E c’è anche l’idea di fare teatro, per raccontare le loro storie.

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TI-PRESS Da una idea di Mendrisiot­to RegioneApe­rta

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