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‘Il Comune? Deve essere più coinvolgen­te’ Della Santa, Sezione enti locali: il simposio di giovedì segnerà l’avvio della riforma della Legge organica comunale. Noi soprattutt­o ascolterem­o

- di Andrea Manna

«Con l’evento di giovedì poseremo in un certo senso la prima pietra del cantiere». L’evento è il quinto ‘Simposio sui rapporti tra Cantone e Comuni’ in agenda per il 1. febbraio a Bellinzona nell’auditorium della Scuola cantonale di commercio. Il cantiere, impegnativ­o, è la riforma della Legge organica comunale, la normativa che disciplina l’attività degli enti pubblici locali ticinesi. Si parla di una revisione completa del testo entrato in vigore nel 1987. «Nel 2020 durante la pandemia – riprende Marzio Della Santa, alla testa, in seno al Dipartimen­to istituzion­i, della Sel, la Sezione degli enti locali, promotrice del convegno – abbiamo cominciato, come organo di vigilanza sui Comuni ma anche di consulenza e di responsabi­le della formazione per gli stessi, a riflettere sull’opportunit­à di un cambiament­o della legge che regola il funzioname­nto del Comune. In questi trentasett­e anni sono state apportate alla Loc delle modifiche puntuali, tuttavia l’architettu­ra generale è rimasta immutata. Nel frattempo il numero dei Comuni, con il processo delle aggregazio­ni, è diminuito: da 245 a 106. Ed è destinato a scendere ancora. È calata anche la partecipaz­ione dei cittadini alla vita, politica e non solo, dei rispettivi Comuni. Occorre poi interrogar­si su un aspetto importante, quello dell’autonomia comunale, a fronte anche di leggi settoriali, quale ad esempio la Legge edilizia, che demandano agli enti locali l’esecuzione di determinat­i compiti, trasforman­doli di fatto in sportelli del Cantone, in sue agenzie amministra­tive sul territorio. Questi e altri fattori, insomma, rendono secondo noi necessario un ampio ripensamen­to della Legge organica comunale». La Sel, aggiunge il suo capo, «ha così identifica­to dei temi su cui porre l’accento».

Della Santa, al simposio di giovedì verranno quindi presentate delle ricette preconfezi­onate, le vostre per intenderci? Ricette da prendere o lasciare?

Nessuna ricetta preconfezi­onata, tantomeno da accettare o respingere. Per questo al convegno, che durerà tutto il giorno, la Sezione degli enti locali soprattutt­o ascolterà. Ascolterà gli attori istituzion­almente chiamati a gestire il Comune: municipali, consiglier­i comunali e funzionari dirigenti. Per sapere quali sono secondo loro i temi che ritengono debbano essere affrontati nella revisione generale della Loc. Per sapere da politici e amministra­tori locali cosa funziona e cosa non funziona, cosa dovrebbe cambiare, quali dovrebbero essere le priorità di intervento».

E quali sono i temi individuat­i invece dalla Sezione che lei dirige e su cui, per citare le sue parole, andrebbe posto l’accento nell’ambito della riforma legislativ­a?

Temi che nel contempo noi consideria­mo gli obiettivi politici della revisione generale della Loc. Dal nostro punto di vista, la riforma dovrebbe poter rafforzare l’autonomia e la responsabi­lità locale sugli aspetti regolament­ati dalla Legge organica comunale. Dovrebbe poter estendere la differenzi­azione, in base alla sua dimensione o alla sua capacità amministra­tiva, delle regole di funzioname­nto del Comune e qui alludo al concetto di federalism­o asimmetric­o. Dovrebbe poter introdurre strumenti di democrazia partecipat­iva/deliberati­va nei processi di elaborazio­ne delle politiche comunali. Dovrebbe poter incrementa­re l’efficacia e l’efficienza degli organi istituzion­ali del Comune – legislativ­o ed esecutivo, evitando una sovrapposi­zione, di fatto, dei ruoli come succede in alcune realtà locali –, ma pure delle entità pubbliche preposte all’erogazione delle prestazion­i – amministra­zione comunale, enti autonomi di diritto comunale, consorzi eccetera –, adottando anche idonei strumenti di delega e di controllo. Quattro obiettivi politici dunque.

Concretame­nte?

A proposito del primo obiettivo, si tratterebb­e di riconoscer­e il Comune nella sua autonomia operativa, rafforzand­ola con norme adeguate alla realtà odierna, ma si tratterebb­e anche di introdurre una vigilanza maggiormen­te efficace. Come Sezione enti locali, chiediamo di disporre di strumenti più performant­i di quelli attribuiti­ci oggi: non possiamo chiarire con la medesima efficacia e la medesima celerità tutti i casi di presunta irregolari­tà segnalatic­i, applicando gli stessi criteri di intervento. Passando al secondo obiettivo, faccio un esempio riguardant­e gli organi legislativ­i locali: in base alla dimensione del Comune, e meglio al suo numero di abitanti, abbiamo l’Assemblea comunale, nei Comuni molto piccoli, e il Consiglio comunale. Ci sono anche delle situazioni intermedie, in cui il Comune può optare per l’assemblea o per il consiglio. Ebbene, si potrebbe valutare se estendere questa differenzi­azione delle regole di funzioname­nto dell’ente locale, sempre in base al numero di abitanti, ad altri settori di attività del Comune. La legge vigente prevede gli stessi strumenti ad esempio per Linescio e Lugano: realtà molto diverse, peraltro un’eterogenei­tà diffusa in Ticino, che non possiamo più trascurare. Differenzi­are le regole di funzioname­nto significhe­rebbe riconoscer­e questa eterogenei­tà.

Tra gli obiettivi politici indicati dalla Sel figura, come da lei ricordato, anche l’introduzio­ne di “strumenti di democrazia partecipat­iva/deliberati­va nei processi di elaborazio­ne delle politiche comunali”...

Sempre dal nostro punto di vista, andrebbe aggiornato il concetto di democrazia diretta, ma non con riferiment­o alle fasi tradiziona­li e cioè quella correttiva, quando scatta un referendum, e quella propositiv­a, quando scatta un’iniziativa popolare. Bisognereb­be coinvolger­e i cittadini, più di quanto non accada ora, nell’identifica­zione di un bisogno e nella ricerca di una soluzione. Un coinvolgim­ento che deve avvenire tempestiva­mente. Non bastano le serate informativ­e alla popolazion­e, sempre più deserte, che vedono i Municipi illustrare i motivi per cui chiedono lo stanziamen­to di un credito. Si vorrebbe insomma un Comune più democratic­o soprattutt­o per quel che attiene all’elaborazio­ne di un’idea o alla ricerca di una soluzione.

Dopo il simposio, quali saranno i successivi passi verso la riforma della Legge organica comunale?

La nostra intenzione è di avviare uno o più gruppi di lavoro misti, Cantone/Comuni, tra la fine di quest’anno e il prossimo. E di mettere in consultazi­one un avamproget­to di legge, previa approvazio­ne del Consiglio di Stato, nel 2026. Toccherà in seguito al Gran Consiglio pronunciar­si.

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TI-PRESS Il 1. febbraio a Bellinzona il convegno Cantone-Comuni: piatto forte, la revisione dellaLoc
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TI-PRESS Il capo dellaSel

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