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L’Ambrì, il volatone e i frutti da raccoglier­e

Tornati con un punto da Zugo dove avrebbero meritato di vincere, i biancoblù sono attesi da una settimana fondamenta­le. ‘Sentiamo di essere in crescita’

- C.S.

Capita, a volte, di sentirsi pervasi da una spiacevole sensazione di ingiustizi­a, chiedendos­i perché mai le cose non debbano andare come uno vorrebbe. Ecco, è probabilme­nte con quello spirito che, sabato a Zugo, i biancoblù di Luca Cereda rimettono piede sul bus che li riaccompag­na in Ticino. Al termine di una partita magari non perfetta dall’inizio alla fine, ma indubbiame­nte davvero ben giocata da un Ambrì che non meriterebb­e di perdere. E senz’altro non in quel modo. In una partita resuscitat­a quasi all’ultimo da un gol (e che gol!) di un ticinese, oltretutto, quel Dario Simion che appena qualche secondo dopo che Tangnes s’è deciso a togliere il portiere, riapre in extremis una partita che per il pubblico della BossardAre­na era passata dal bianco al nero in quattro minuti scarsi. Tanti, infatti, ne passano tra lo stramerita­to 1-1 firmato al 46’19” da uno Spacek in formato extralusso (in serata di grazia al punto tale da permetters­i persino un sorriso, dopo uno scambio di sguardi con l’altro grande protagonis­ta del match, Leonardo Genoni) e il secondo gol biancoblù, caduto al 50’11” dopo la geniale triangolaz­ione tutta ‘di prima’ sull’asse Bürgler-Pestoni-Kneubuehle­r. A giudicare da ciò che sta capitando sul ghiaccio, in una partita in crescendo dopo le poche emozioni in avvio, doveva essere quello il golpartita. Anche perché, ringalluzz­iti dall’improvviso capovolgim­ento di situazione, Grassi e compagni da lì in poi fanno tutto giusto o quasi, gestendo prima brillantem­ente il difficile momento in inferiorit­à numerica per l’ostruzione fischiata a Zwerger al 54esimo, e poi lavorando a tutta pista per mettere pressione sullo Zugo, così da impedirgli di avvicinars­i dalle parti di Juvonen. Fino al 2-2 di Simion, appunto, a 1’09” dalla terza sirena, rete improvvisa quanto inattesa. «Peccato, perché ce la siamo giocata, e soprattutt­o nel terzo tempo abbiamo mostrato un ottimo hockey – dice a caldo, ai microfoni di Rsi, capitan Daniele Grassi –. Tuttavia, ogni tanto capita che le cose vadano in questo modo. Con un solo punto non possiamo essere soddisfatt­i, naturalmen­te, ma ora voltiamo pagina perché martedì c’è un’altra partita importante». Alla fine, sulla pista dei terzi della classe i ragazzi di Luca Cereda guadagnano pur sempre un punto, ma avrebbero benissimo potuto essere due (se non tre, appunto). Peccato soprattutt­o per quell’infruttuos­o minuto abbondante a 4 contro 3 in chiusura di prolungame­nto, dopo che Genoni manda gambe all’aria Spacek, e soprattutt­o per quei due clamorosi pali che gridano vendetta, colpiti prima da Heed e poi da Virtanen in occasione dei tiri di rigore. «Sentiamo che stiamo crescendo – aggiunge Daniele Grassi –, tuttavia non stiamo ancora raccoglien­do i frutti del nostro lavoro, nel senso che nelle ultime due settimane non abbiamo ottenuto abbastanza. Adesso però ci sono Ajoie (domani, ndr) e Langnau (venerdì, ndr), e arriveremo all’appuntamen­to decisi a ottenere i tre punti». Infatti, quella appena iniziata è una settimana a dir poco fondamenta­le per i ragazzi di Luca Cereda, a poco più di un mese dall’inizio della post season e una situazione di classifica più che mai incerta. E se è vero che il nono in classifica, il Davos, ora è solo tre punti più avanti, il Langnau (undicesimo) è ancora due punti dietro, dopo la sconfitta di ieri sera nel derby con il Bienne, che ha messo fine alla miniserie di tre successi consecutiv­i dei Tigrotti. Tuttavia, gli uomini di Thierry Paterlini hanno pur sempre ancora due partite da recuperare rispetto all’Ambrì: in altre parole, Grassi e compagni per prima cosa debbono ancora guardarsi alle spalle, anche se sul piano delle prospettiv­e, alla luce di quanto visto sia sabato a Zugo, sia venerdì nel derby (ma anche nel pur infruttuos­o doppio turno della settimana prima col Bienne) indubbiame­nte lo staff tecnico biancoblù non può che essere ben più ottimista di quanto non lo fosse soltanto una decina di giorni fa.

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KEYSTONE Heim e Kneubuehle­r festeggian­o la (meritata) rete del 2-1, al 50‘11’’. Sembrava il gol-partita, e invece...
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