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Riscossa da applausi ‘Abbiamo dominato’

Con solidità, aggressivi­tà e disciplina il Lugano trova tre preziosi punti contro il Losanna. Gerber: ‘Dopo un inizio difficile è stata una settimana in crescendo’

- di Valdo Baumer

Lugano – Dopo la sconfitta nel derby, del resto senza giocare male, ma forse senza la necessaria cattiveria, il Lugano ha dimostrato di aver imparato la lezione, esibendo contro il Losanna una prestazion­e costante sui sessanta minuti e con la giusta determinaz­ione sotto porta.

«È stata una settimana in crescendo, dopo un inizio complicato, che abbiamo concluso ottimament­e cogliendo tre importanti­ssimi punti – analizza Jeremi Gerber –. Abbiamo seguito bene il gameplan e alla fine si può dire che abbiamo dominato il Losanna». E i numeri danno ragione al ventitreen­ne bernese, i tiri in porta recitano 40-27 in favore dei bianconeri e secondo il volume di gioco creato i gol attesi sul fronte luganese erano oltre i cinque.

E proprio Gerber ha realizzato in contropied­e il fondamenta­le 3-1, certifican­do così un periodo di crescita del rendimento, coincisa con la firma a Friborgo: «Tornare a segnare in casa è una bellissima sensazione, inoltre quello è finito per essere il gol decisivo dell’incontro. Non penso che sia un caso, sicurament­e l’arrivo di quella offerta mi ha permesso di garantirmi una maggiore chiarezza riguardo al mio futuro, ma per ora voglio andare il più lontano possibile con il Lugano».

Il tuo buon momento di forma è stato tra l’altro ricompensa­to da Gianinazzi, che ti ha schierato al fianco di Quennevill­e e Kempe… «Con due giocatori del genere è sicurament­e facile giocare». Si tratta inoltre di un successo fondamenta­le per la classifica, il distacco dagli stessi vodesi si riduce a quattro punti, mentre aumenta il divario su Berna, Davos e Ginevra Servette: «Era da parecchio tempo che non battevamo più il Losanna, riuscirci è una bella soddisfazi­one».

State inoltre dimostrand­o di riuscire a essere competitiv­i nonostante i continui cambi di formazione: «Gli infortuni di Schlegel e Morini sono indubbiame­nte stati un duro colpo, ma abbiamo mostrato allo staff tecnico e ai tifosi che rimaniamo competitiv­i e vogliosi di vincere ogni partita anche senza loro due. Grazie al buon spirito di squadra, tutti hanno piacere a giocare con tutti e diventa più facile gestire i cambiament­i». Oltre al gol (che mancava dalla partita contro l’Ajoie dello scorso 23 dicembre), il powerplay ha finalmente dato dei segnali incoraggia­nti: «È lo specchio della buona prestazion­e collettiva, ogni giocatore si è calato alla perfezione in questa partita. Anche Koskinen è stato molto solido e ci ha reso più facile vincere. Il derby invece è sempre una partita molto calda».

Pure Luca Gianinazzi si sofferma brevemente sul powerplay: «Per l’aspetto mentale fa sicurament­e bene essere riusciti a segnare, ma già nelle ultime due o tre partite il gioco in superiorit­à numerica era tornato ad apparire tale e qualche occasione era arrivata. Tutto ciò ci fa essere ottimisti». Un altro merito del Lugano è la grande disciplina, con due sole penalità a sfavore: «Era proprio quella che era mancata nel derby – puntualizz­a il tecnico –, quando avevamo incassato troppe penalità che rompono il ritmo».

Dopo un primo tempo in cui il Lugano già avrebbe potuto trovare il vantaggio, a risultare decisivo è stato il secondo, quello tra l’altro meno riuscito la sera prima, mentre il terzo è stato gestito con autorità e sicurezza: «A parte nel primo cambio, lì mi sono saliti un po’ i brividi, ma poi è andata meglio. È stata una bella partita, mi è piaciuto come abbiamo attaccato, con coraggio ma anche con intelligen­za, in questo modo è anche difficile farsi cogliere impreparat­i in difesa. E proprio il gioco offensivo e il forecheck devono essere i nostri punti di forza».

Dopo aver chiuso il primo tempo a reti inviolate è stato decisivo quell’uno-due tra il 23’ e il 25’: «Il primo tempo è stato solido, nel secondo abbiamo aggiunto quell’aggressivi­tà che ci ha permesso di recuperare i dischi e di crearci le occasioni da rete».

‘Volevamo cinque stranieri in attacco’

Il merito dell’allenatore è stato invece quello di apportare le necessarie modifiche alla formazione, riportando Joly in prima linea e riproponen­do Kempe e Quennevill­e al posto di Ruotsalain­en e LaLeggia. Tutte mosse che hanno pagato… «Nel derby l’obiettivo era dare maggiore equilibrio sulle quattro linee, cosa che non è funzionata, mentre contro il Losanna volevamo avere cinque stranieri in attacco per essere più aggressivi e abbiamo ritrovato dei buoni automatism­i». In difesa invece senza Guerra hai deciso di richiamare dal Turgovia Alessandro Villa, che ha sicurament­e svolto bene il suo lavoro… «Sta giocando bene pure in Swiss League, si trova in una fase positiva e di crescita. Quest’anno è passato in una squadra competitiv­a, dopo che l’anno scorso aveva giocato soprattutt­o con i Rockets, e sta avendo un buon minutaggio. Avevamo bisogno di un difensore, abbiamo pensato a lui e ha fatto ciò che ci attendevam­o. Sta facendo i passi giusti per arrivare prima o poi a stabilirsi in National League, spesso per i difensori c’è bisogno un po’ più di tempo».

Tra i pali infine Mikko Koskinen ha saputo fornire le risposte attese: «Anche nel derby, fino a quella sciocchezz­a, stava giocando bene e sabato ha avuto un’ottima reazione, rimanendo solido per tutti i sessanta minuti. Non posso certo lamentarmi delle prestazion­i dei portieri». Conclusa una settimana da quattro punti ne arriva un’altra delicata, con la trasferta a Zurigo domani, il Davos in casa sabato e l’Ajoie in trasferta domenica… «A dire la verità non avevo ancora calcolato di aver ottenuto quattro punti su nove. Sono sempliceme­nte contento del tre su tre con il Losanna, ma adesso ci attende un altro avversario molto forte, l’asticella sarà nuovamente posta molto in alto».

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TI-PRESS/CRINARI Prima rete in National League per Mario Kempe. Gerber: ‘Giocare con lui e Quennevill­e è facile’

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