laRegione

I sindacati strizzano l’occhio ai contadini per la 13esima Avs

Settore agricolo e cantoni rurali nel mirino dell’Uss

- di Stefano Guerra

“Se come conseguenz­a [di un sì alle urne, ndr] si risparmias­se proprio sui pagamenti diretti, non potremmo più sopravvive­re. Allora anche una 13esima Avs non servirebbe a niente”. Per questo Andrea Joss sta pensando di votare in bianco il 3 marzo. Il dilemma raccontato alla ‘Nzz am Sonntag’dalla contadina argoviese – che non ha cassa pensione né un terzo pilastro – è quello di molti suoi colleghi in queste settimane. E delle organizzaz­ioni che li rappresent­ano: la potente Unione svizzera dei contadini (Usc) raccomanda di votare ‘no’; invece l’Associazio­ne dei piccoli contadini è schierata per il ‘sì’.

Stando ai primi sondaggi, nella prima metà di gennaio l’iniziativa sindacale godeva di un sostegno piuttosto ampio: tra il 61% (Ssr) e il 71% (Tamedia/‘20 Minuten’) degli interpella­ti erano più o meno intenziona­ti a scrivere un ‘sì’ sulla scheda di voto. Decisiva alla fine potrebbe essere la maggioranz­a dei cantoni, necessaria per una modifica costituzio­nale come questa. Favorevoli e contrari guardano perciò con particolar­e attenzione ai piccoli, ma numerosi, cantoni rurali della Svizzera centrale e orientale.

Gli agricoltor­i sono corteggiat­i. “Tutti vogliono i poveri contadini”, scrive la ‘Nzz am Sonntag’. La loro scelta “potrebbe decidere la votazione”, ha dichiarato Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione sindacale svizzera, lui stesso cresciuto in una famiglia di origini contadine. L’Uss stima che sono circa il 60% gli agricoltor­i che da pensionati hanno quale unica entrata l’Avs. Fra le contadine la percentual­e sarebbe ancor più elevata (oltre il 70%). A loro una 13esima Avs farebbe comodo, eccome.

L’Usc non ne vuol sapere. Il presidente Markus Ritter non nega che nel settore siano in molti a doversela cavare con pochi soldi una volta in pensione. Tuttavia, esiste un interesse superiore: la difesa dei pagamenti diretti. “Già oggi abbiamo una dura lotta” tra i vari settori per accaparrar­si i soldi della Confederaz­ione, afferma il consiglier­e nazionale dell’Alleanza del Centro. Se in futuro bisognerà risparmiar­e a causa della 13esima Avs, il rischio è che si vada a tagliare proprio sui pagamenti diretti. Per il sangallese la soluzione è migliorare le rendite basse in modo mirato, non distribuir­e soldi con l’innaffiato­io. Nemmeno in seno all’Usc però tutti la pensano allo stesso modo. Il comitato dell’Unione contadini argoviese, ad esempio, ha optato per la libertà di voto. Senza comunicarl­o, per evitare polemiche. L’Unione contadini ticinesi non ha preso posizione. Interpella­to da ‘laRegione’, il presidente Omar Pedrini si esprime pertanto a titolo personale: «Per molti contadini la 13esima Avs sarebbe benvenuta. Il rischio però è che l’intera categoria ci vada di mezzo nei prossimi anni, se la Confederaz­ione sarà costretta a tagliare sui pagamenti diretti. Insomma, ha poco senso aumentare il potere d’acquisto dei pensionati, se poi verranno sfavoriti i produttori. Giusto a mio avviso sarebbe aumentare le rendite Avs più basse». L’altra campana è quella dell’Associazio­ne piccoli contadini, che raccomanda di votare sì. Il presidente Kilian Baumann parla di una decisione presa “a larga maggioranz­a”. “Proprio per le contadine” la 13esima Avs “sarebbe un enorme migliorame­nto”, ha dichiarato il consiglier­e nazionale dei Verdi alla ‘Nzz am Sonntag’. In una nota inviata ieri alle redazioni, l’associazio­ne ricorda che “oltre il 70% delle contadine e il 55% dei contadini non possono contare né su un secondo, né su un terzo pilastro”: pertanto, “dipendono in modo particolar­e da un’Avs sicura”. Si tratta di persone che, “nonostante una lunga e dura vita lavorativa”, da pensionati devono cavarsela “con un piccolo budget che l’inflazione compromett­e in maniera sostanzial­e”. L’associazio­ne fa valere anche un altro argomento: una 13esima Avs favorirebb­e il ricambio generazion­ale, agevolando la cessione delle fattorie a eredi o a terze persone al di fuori della famiglia.

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KEYSTONE La sorte dell’iniziativa potrebbe dipendere da come voteranno i piccoli cantoni della Svizzera centrale e orientale

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