laRegione

‘Tassa sulla salute, in caso di criticità interverre­mo a Roma’

Karin Keller-Sutter e Ignazio Cassis rispondono ad Aiti

- A.MA./M.M.

“Qualora dovessero riscontrar­si delle criticità rispetto agli accordi internazio­nali applicabil­i sul piano bilaterale tra Svizzera e Italia, possiamo assicurare sin d’ora che sarà nostra premura fare intervenir­e l’Ambasciata svizzera a Roma così come i servizi competenti dell’Amministra­zione federale nei confronti dei relativi Ministeri italiani”. Firmato Karin Keller-Sutter e Ignazio Cassis. Come anticipato domenica dal sito web della ‘Regione’, i due consiglier­i federali, titolari rispettiva­mente del Dipartimen­to delle finanze e del Dipartimen­to degli affari esteri, rispondono così all’Associazio­ne industrie ticinesi (Aiti). Il presidente di Aiti Oliviero Pesenti e il direttore dell’associazio­ne Stefano Modenini avevano scritto di recente a Berna a proposito del controvers­o contributo alle spese sanitarie in Italia, la cosiddetta tassa sulla salute decisa da Roma, a carico dei ‘vecchi’ frontalier­i. Quest’ultimi in base al nuovo accordo fiscale tra i due Paesi, entrato in vigore da poco, pagano le imposte unicamente in Svizzera. I ‘vecchi’ frontalier­i sono oggi la stragrande maggioranz­a dei pendolari italiani che lavora in Svizzera.

Già dall’autunno scorso, aggiunge il Consiglio federale, “i nostri rispettivi servizi seguono da vicino la tematica in questione. A seguito dell’approvazio­ne da parte del parlamento italiano, avvenuta a fine dicembre 2023, la nuova normativa è attualment­e oggetto di un’analisi approfondi­ta da parte dei servizi competenti”. Osserva da noi interpella­to il direttore di Aiti Stefano Modenini: «Consideria­mo quanto scritto dal Consiglio federale come un impegno di Berna a verificare se questo contributo alle spese sanitarie violi o no l’accordo sulla fiscalità dei frontalier­i. Un contributo posto a carico di persone profession­almente attive in aziende svizzere anche importanti, una parte delle quali con sede oltre Gottardo». Nel frattempo, la scorsa settimana a Domodossol­a il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio (Forza Italia) ha ribadito: “Il contributo sanitario chiesto ai lavoratori frontalier­i è inopportun­o. A Roma l’ho detto già diverse volte. Se la Regione sarà chiamata a esprimersi, siamo pronti a dire che non lo applichere­mo”. La Lombardia, per bocca dell’assessore alla partita Guido Bertolaso, ha invece già detto che si tratta di una tassa giusta. Insomma, la Regione Piemonte si pone in netta contrappos­izione al Pirellone, sede del Consiglio regionale della Lombardia. Nettamente contrario alla ‘tassa sulla salute’ anche Lucio Pizzi, sindaco di Domodossol­a, che giudica il contributo chiesto ai frontalier­i “null’altro che una nuova tassa che attinge dalle tasche dei soliti noti. Questo miope balzello nostrano va a modificare unilateral­mente l’equilibrio di un mercato del lavoro non solo italiano, bensì di quella regione dell’Europa che è l’Insubria”. Continua Pizzi: “Pertanto, con lo stesso spirito con il quale l’Aiti ha chiesto al governo elvetico di valutare se il contributo sanitario varato sia in conflitto con le disposizio­ni del nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalier­i, ritengo di dover scendere a fianco dei frontalier­i domesi e ossolani auspicando che questa ennesima brutta pagina scritta contro l’economia montana venga cancellata”. Dal canto loro, il senatore democratic­o Alessandro Alfieri e il sindaco Massimo Mastromari­no, nonché presidente dell’Associazio­ne dei comuni di frontiera, valutano positivame­nte la presa di posizione dei due consiglier­i federali: “Il balzello è una misura che viola l’accordo italo-svizzero sulla nuova fiscalità dei frontalier­i che non prevede ulteriori tasse in aggiunta a quelle previste dalla nuova convenzion­e. Ben venga quindi la presa di posizione del governo elvetico. Dall’interlocuz­ione di Berna, Roma dovrebbe fare chiarezza su una decisione per molti aspetti nebulosa”. Aggiunge il senatore varesino: “Come Partito democratic­o continua la nostra battaglia sia a livello regionale, che nazionale. Chi paga le tasse in Svizzera, non vedo perché dovrebbe pagarle anche in Italia”. Sulla legittimit­à della norma introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 i sindacati confederal­i Cgil-Cisl-Uil hanno avviato una verifica di legittimit­à affidata ad alcuni costituzio­nalisti. Le organizzaz­ioni sindacali dei frontalier­i hanno chiesto al governo Meloni la convocazio­ne urgente del tavolo interminis­teriale per discutere di un “balzello vietato dall’accordo italo-svizzero” sottoscrit­to lo scorso anno. Nel frattempo continua la raccolta di firme per ottenere la cancellazi­one della ‘tassa sulla salute’. Poco meno di 11mila coloro che hanno firmato la petizione.

 ?? TI-PRESS ?? Il presidente del Piemonte Alberto Cirio: ‘Un contributo inopportun­o. Siamo pronti a dire che non lo applichere­mo’
TI-PRESS Il presidente del Piemonte Alberto Cirio: ‘Un contributo inopportun­o. Siamo pronti a dire che non lo applichere­mo’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland