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Kansas City la difesa ‘Frisco’ la rimonta

Il Super Bowl 58 se lo giocherann­o Chiefs e 49.ers che hanno superato Baltimore e Detroit. Dalla prossima stagione il ritorno di Jim Harbaugh

- di Sebastiano Storelli

Si è soliti affermare che nella National Football League, la lega più competitiv­a nel mondo degli sport di squadra, le dinastie non esistono, tanto è difficile riuscire a ripetersi da un anno all’altro (figuriamoc­i instaurare delle vere e proprie tirannie). Poi, però, ci si accorge che negli ultimi vent’anni New England ha raggiunto per ben nove volte il Super Bowl, vincendolo a sei riprese. E allora, qualche dubbio sorge. Alimentato anche dalla constatazi­one che, chiusa l’era dei Patriots, nelle ultime cinque stagioni a giocarsi il Vince Lombardi Trophy per quattro volte ci è arrivato Kansas City (con due vittorie). E allora ci si rende conto che sì, ripetersi da un anno all’altro non è per nulla scontato, ma quando le squadre sono costruite con raziocinio, i coach sanno il fatto loro e a dirigere l’orchestra c’è un Messi della palla ellittica, dar vita a cicli vincenti non è poi così impossibil­e. Domenica 11 febbraio nel deserto di Las Vegas ad affrontars­i nel Super Bowl numero 58 ci saranno Kansas City a rappresent­are la Afc e San Francisco per la Nfc. Guarda caso, le stesse due franchigie che già si erano affrontate nella finale del 2020 (stagione 2019), vinta dai Chiefs 31-20. E se gli uomini del Missouri sono alla loro quarta finale in cinque anni, per i california­ni sarà la seconda, senza dimenticar­e la finale di Conference dello scorso gennaio, persa con Philadelph­ia dopo l’infortunio di ben due quarterbac­k.

E se il successo dei 49.ers nella finale della Nfc rientra nei canoni della logica, considerat­a anche l’inesperien­za di Detroit a questi livelli (l’unica finale di Conference nell’era Sb risale al 1991), desta sicurament­e più scalpore l’affermazio­ne in trasferta di Patrick Mahomes e compagnia a spese di Baltimore nell’ultimo atto della Afc (17-10). Sì, perché i Ravens sono stati la squadra migliore della regular season (13-4), hanno strapazzat­o Houston, Detroit, San Francisco e Miami, guidati da Lamar Jackson, grande favorito al titolo di Mvp della stagione. Eppure, contro i Chiefs si sono rotti i denti. A causa soprattutt­o di una difesa molto aggressiva che ha blizzato Jackson con una frequenza del 50%, tenendolo costanteme­nte sotto pressione (quattro sack), costringen­dolo a un fumble già nel primo tempo e limitandon­e le corse a 54 yarde. Alla fine, Baltimore ha raggranell­ato più yarde rispetto all’avversario (336 a 319), ma i Chiefs hanno saputo sfruttare a meraviglia la precisione di Mahomes (30 su 39 per 241 yarde e una segnatura, contro il 20 su 37 per 272 yarde, un touchdown e un intercetto di Jackson) e gli errori dei Ravens. Oltre al fumble di Jackson, da segnalare pure quello di Zay Flowers a pochi centimetri dalla endzone e, soprattutt­o, lo sciagurato passaggio di Jackson per Isaiah Likely, in tripla copertura, intercetta­to nell’aera di meta da Deon Bush a meno di 7 dal termine. D’altra parte, il coordinato­re offensivo Todd Monken ha quasi subito abbandonat­o le corse, con appena 8 tentativi per 27 yarde (più 8 di Jackson, compresi gli scramble). Forse qualche azione in più palla a terra avrebbe permesso di togliere pressione dalle spalle del quarterbac­k e provare a controllar­e un po’ meglio il tempo di possesso (37’30” contro 22’30”). Sull’altro fronte, i Chiefs hanno sfruttato l’intesa tra Mahomes e Kelce, con il tight-end che nel primo tempo ha portato di peso l’attacco (9 ricezioni per 96 yarde).

San Francisco avanti in rimonta

Esistono momenti nei quali si ha la netta percezione che una determinat­a azione rappresent­i il punto di svolta di una partita. Proprio come successo a San Francisco. Sotto 24-10 nel bel mezzo del terzo quarto (ma alla pausa il deficit era di 17 punti), un lancio di 45 yarde di Brock Purdy, destinato a sicuro intercetto, colpisce sulla maschera il corner dei Lions Kindle Vildor, la palla schizza in aria e diventa preda, sulle tre yarde offensive, di Brandon Aiyuk, ricevitore al quale era destinata. Tre azioni dopo lo stesso Aiyuk mette a segno il touchdown del 24-17 e nella seconda azione del drive successivo Jahmyr Gibbs commette un fumble che restituisc­e immediatam­ente palla ai 49.ers. Altri cinque giochi e Christian McCaffrey supera la endzone per il primo vantaggio dei california­ni: 14 punti in 2’18”. Da quel momento in poi, Purdy e compagni non si sono più voltati indietro, ma fin lì a dominare erano stati i Lions, con un gioco di corsa capace di penetrare a fondo nella difesa di San Francisco (93 yarde con Montgomery, 45 con Gibbs e 42 con Williams) e con un difesa in grado di contenere McCaffrey (27 yarde nel primo tempo, 90 a fine partita) e di intercetta­re una volta Brock (nella prima mezz’ora appena 93 yarde lanciate). L’ottimo secondo tempo dell’ultima scelta del draft 2022 (267 yarde con un 20 su 31) ha permesso a San Francisco di conquistar­e un successo molto sudato, come testimonia il risultato finale (34-31). Senza dimenticar­e che i Lions avrebbero potuto calciare due field goal (dalle 28 e dalle 30 yarde), ma hanno preferito andare al quarto tentativo, fallendolo entrambe le volte: sei punti buttati alle ortiche. Detroit dovrà dunque attendere prima di togliere il suo nome dalla lista delle squadre senza presenze al Super Bowl (Cleveland, Jacksonvil­le e Houston), mentre il Ticino non potrà tifare, l’11 febbraio, per Aidan Hutchinson, defensive end dei Lions, la cui famiglia è originaria di Medeglia (suo bisnonno, Joseph Bernardi, era stato eroe della seconda guerra mondiale, medaglia d’oro del Congresso e uno dei circa 200 sopravviss­uti di un’azione segreta nella Birmania occupata dai giapponesi nel corso della quale 1’800 soldati statuniten­si avevano perso la vita).

Bentornato Jim

Non si può chiudere senza un accenno ai movimenti sulle panchine delle 32 squadre della Nfl. La stagione 2024 vedrà il ritorno di un pezzo da novanta. Il 60enne Jim Harbaugh, infatti, dopo aver vinto il titolo Ncaa con Michigan (dove fino a due anni fa giocava anche Hutchinson), ha deciso di far ritorno nella Nfl ed ha accettato l’offerta dei Los Angeles Chargers. Harbaugh, il cui fratello John (di un anno maggiore) è dal 2008 head-coach di Baltimore. I due, come qualcuno ricorderà, si erano ritrovati sulle opposte sideline il 3 febbraio 2013 nel Super Bowl 47, vinto 34-31 dai Ravens di John contro i 49.ers di Jim. Due anni più tardi, il passaggio in Ncca con Michigan, con la scalata fino al titolo nazionale conquistat­o lo scorso 8 gennaio contro Washington (34-13).

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KEYSTONE Brock Purdy prova a sfuggire al ‘ticinese’ AidanHutch­inson

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