laRegione

3,5 - 7 miliardi l’anno, niente ‘freno’

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Lanciata congiuntam­ente nel settembre del 2022 da Verdi e Ps, l’iniziativa popolare, denominata ‘Per una politica energetica e climatica equa: investire per la prosperità, il lavoro e l’ambiente (Iniziativa per un fondo per il clima)’, obbliga Confederaz­ione, Cantoni e Comuni a lottare “contro il riscaldame­nto climatico di origine umana e le sue conseguenz­e sociali, ecologiche ed economiche”. Ciò deve avvenire “in conformità con gli accordi internazio­nali”. Inoltre, finanziame­nto e attuazione delle misure devono essere “socialment­e equi”. Tutto ruota attorno a un fondo per il clima, dal quale la Confederaz­ione attingereb­be sia per finanziare progetti climatici propri, sia per sostenere gli investimen­ti di Cantoni, Comuni e terzi in svariati ambiti. Come la decarboniz­zazione dei trasporti, degli edifici (tramite la sostituzio­ne dei sistemi di riscaldame­nto a combustibi­li fossili, fra l’altro) e dell’economia. Oppure il risparmio energetico, la sicurezza dell’approvvigi­onamento e il potenziame­nto delle ‘rinnovabil­i’. O ancora, il rafforzame­nto della biodiversi­tà. La Confederaz­ione alimentere­bbe il fondo ogni anno fino al 2050, al più tardi a partire dal terzo anno dopo l’accettazio­ne dell’iniziativa, con lo 0,5 - 1% del prodotto interno lordo. Ciò corrispond­e a un importo annuo compreso fra i 3,5 e i 7 miliardi di franchi. Una somma che verrebbe sottratta al freno all’indebitame­nto e che potrebbe essere ridotta “in maniera adeguata” quando la Svizzera avrà “raggiunto i suoi obiettivi climatici e internazio­nali”.

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KEYSTONE In Svizzera ogni anno solo l’1% degli edifici viene risanato dal punto di vistaenerg­etico

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