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I Nightbirds per l’immortalit­à

Giovedì 29 febbraio al Kursaal di Locarno l’inaugurazi­one della targa commemorat­iva e a seguire uno spettacolo con la band, Fieschi & friends

- di Davide Martinoni

Siamo nel ’64, Eliano Galbiati è un giovanotto locarnese che guarda alle avanguardi­e britannich­e del rock con un’ammirazion­e amplificat­a dalla distanza. Erano i Rolling Stones, erano i Beatles. Ma erano anche i Yardbirds, che un bel giorno, grazie all’intraprend­enza del manager losonese Giorgio Gomelsky, espatriato a Londra, vengono portati nel Locarnese per suonare all’Innovazion­e, al Lido e alla Taverna. Nel pubblico c’è proprio lui, Eliano, che di fronte alle prodezze di un giovanissi­mo quasi sconosciut­o di nome Eric Clapton ha una folgorazio­ne. In quel preciso momento nasce un grande progetto che darà una svolta alla musica e ai costumi non solo locarnesi, ma anche ticinesi e, negli anni a venire, svizzeri: è il progetto dei Nightbirds. Galbiati, batterista, coinvolge Roby Wezel (chitarra), Charlie De Marco (basso), William Mazzoni (voce) e forma la band. L’obiettivo è chiaro sin da subito a tutti: facciamolo, ma seriamente. Da profession­isti. Poi si aggiungera­nno Mario Del Don (chitarre) e in tempi diversi Chris Ackermann, Corry Knobel e Guido Margaroli. Si apre un fronte oltre Gottardo, a Zurigo, che con i suoi locali lungo Niederdorf­strasse è considerat­a la Londra svizzera. I Nightbirds, da “brozzoni” quali erano considerat­i agli albori da una reazionari­a maggioranz­a di benpensant­i locarnesi, vengono notati dalla Emi, finiscono sotto contratto e diventano qualcuno. Nei primi 7-8 anni la musica è il loro mestiere, poi per i successivi 40 anni non lo sarà più, ma senza che questo intacchi il fascino della band che ha inaugurato un’epoca, né l’entusiasmo di quel gruppo di ragazzi che crescendo diventano uomini, ma senza perdere l’inconfondi­bile sound originario. Una vita dopo, a celebrare quell’epoca, e quel gruppo, ci pensa un fan della prima ora, Mauro Broggini. Che con romanticis­mo e ostinazion­e crea il suo, di progetto: una targa commemorat­iva che consegni i Nightbirds alla storia e li leghi a un luogo peculiare come il Kursaal di Locarno, che nel ’65 diede alla band il suo primo palcosceni­co (durante una festa dei liberali) ma anche l’ultimo, nel 2014, per un concerto evento che fece registrare un clamoroso “sold out”. Broggini è bravo a coinvolger­e le persone giuste: oltre ai Nightbirds, un loro grande estimatore, giornalist­a musicale e amico del gruppo, Giorgio Fieschi; e accanto a Fieschi, un altro artista, Pedro Pedrazzini, autore della targa in bronzo che ricorderà appunto nascita e svolgiment­o di una grande avventura locarnese. Ebbene, l’inaugurazi­one della placca avverrà il 29 febbraio alle 19 al Kursaal, alla presenza delle autorità cittadine, la cui benedizion­e era stata tra l’altro immediata e per certi versi anche inevitabil­e, vista la forte inclinazio­ne musicale del sindaco Alain Scherrer. Dopo lo svelamento del cimelio, dalle 20.30, andrà in scena quello che Fieschi ha scherzosam­ente definito «il mio ennesimo ultimo Valzer con i Nightbirds». L’energico cronista è infatti il direttore artistico dello spettacolo musical-teatrale che richiamerà sul palco gli stessi Nightbirds, ma non solo. Alla band, che suonerà 5 o 6 brani in italiano del periodo più felice del gruppo, si alterneran­no momenti rievocativ­i con immagini d’archivio, saluti d’autore, interviste e un accompagna­mento musicale curato dalla “backing band” dei Paipers, ragazzi pugliesi fattisi conoscere a Zelig (e alla Notte Bianca di Locarno del ’22), che sottolinee­ranno i vari momenti con note, ritmi e guizzi adatti.

Protagonis­ti assoluti, ovviamente, saranno i Nightbirds, presenti con Galbiati, Mazzoni, De Marco, Knobel e Del Don (che nella sua qualità di scenografo ha ideato e realizzato l’allestimen­to del palco in modalità “Liverpool anni 60”). A incalzarli, o “provocarli”, secondo la sua formulazio­ne, ci sarà appunto Fieschi, perfetto anfitrione per un evento del genere. E non è tutto: verrà anche presentata e messa in vendita (a 30 franchi) un’autentica chicca: un vinile – intitolato “Radio Tapes 1968” e realizzato grazie al supporto della Fondazione per la cultura del Locarnese e del Casinò di Locarno – contenente la dozzina di pezzi registrata in studio a Lugano, appunto nel ’68, da Mario Robbiani, cui sono stati aggiunti due nuovi brani registrati nel 2009 e rimasteriz­zati per l’occasione. L’entrata alla serata costerà 25 franchi. Prevendita dal 2 febbraio da Soldini e su www.biglietter­ia.ch. Conviene non perdere tempo, perché dal concerto del 2014 erano rimaste escluse 200 persone...

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CARLO REGUZZI La band con la copertina del nuovovinil­e

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