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L’Ambrì non fa sconti nel match da non perdere

I biancoblù partono a tutta e mettono l’Ajoie alle corde, nella prima delle sfide da non sbagliare. ‘Contro il Langnau evitiamo gli errori del secondo tempo’

- Di Christian Solari e Kurt Wechsler

Ambrì – Quando è chiamato a dover vincere per forza, l’Ambrì c’è. Lo si era già intuito nella delicata sfida d’inizio gennaio contro il Kloten, quando i ragazzi di Cereda erano chiamati a metter fine a una serie di quattro sconfitte filate, e lo si è potuto verificare anche stavolta, nel martedì in cui c’è sostanzial­mente un unico risultato possibile, perché alla Gottardo Arena c’è l’ultimo della classe. Va a finire che ne esce un 4-1 rotondo, in una sfida durata sostanzial­mente lo spazio di un tempo, il primo. In cui i biancoblù si mettono subito a dettare il ritmo, contro un avversario in chiara difficoltà, che ha sempre qualche istante di ritardo, deve pattinare appresso ai dischi e per vedere una prima volta all’opera Janne Juvonen bisogna attendere l’ottavo minuto, pur se la conclusion­e di Éric Gelinas neppure sarebbe arrivata in porta.

Trascinati da un’ispiratiss­ima prima linea (con Dauphin che nonostante giochi all’ala dà l’impression­e di trovarsi a suo agio a fianco del geniale Spacek e di un attivo Pestoni), nei primi venti minuti fanno tutto ciò che vogliono, del resto le statistich­e parlano addirittur­a di ventuno tiri indirizzat­i sulla gabbia di un Damiano Ciaccio che fa ciò che può. E persino di più, consideran­do che è proprio lui a deviare in porta la conclusion­e di De Luca da posizione impossibil­e, per il provvisori­o 2-0 all’undicesimo minuto. «Siamo entrati bene nel match – dice Simone Terraneo –. Nel primo tempo abbiamo tirato molto, mentre nel secondo ci siamo complicati le cose, concedendo troppi ‘turnover’ e permettend­o all’Ajoie di crederci: non era il massimo, insomma, però siamo comunque riusciti a segnare il quarto gol, e da lì in poi abbiamo giocato più semplice e con aggressivi­tà. Luca (Cereda, ndr) dopo la partita era soddisfatt­o, perché abbiamo giocato tutti per la squadra». Il problema, da un certo punto di vista, è che il martedì sorride anche al Langnau, che rimane così aggrappato alla speranza di riuscire ancora ad agguantare il decimo posto, alla vigilia dello scontro diretto di venerdì sera che si preannunci­a infuocato. «Sì, sarà senz’altro una partitona quella – dice l’attaccante Diego Kostner –. Del resto, però, da qui a fine regular season tutte le sfide saranno delicate. Di sicuro, però, non deve più succedere ciò che è capitato nel secondo tempo contro l’Ajoie, con tutti quegli errori individual­i e i rischi che abbiamo corso: fortuna che Janne ( Juvonen, ndr) ci ha dato una mano con un paio di grandi parate».

In attesa di sapere delle condizioni di Rocco Pezzullo – uscito di scena nel secondo tempo, dopo una carica alla testa costata una disciplina­re di partita a Fabio Arnold –, un Ambrì reduce da tre successi nelle ultime sei uscite può guardare davanti a sé con fiducia, anche perché (al netto delle immancabil­i differenze fra le squadre quanto al numero di partite giocate) tra il settimo posto di un Ginevra Servette che non smette di perdere e il decimo dei biancoblù adesso ci sono appena tre punti.

Largo al giovane

Mancano cinque secondi alla fine del primo tempo e il pubblico della Gottardo Arena comincia ad alzarsi dai seggiolini, vista l’imminenza della pausa. Il problema, per l’Ajoie, è che anche Eric Gélinas sembra avere già la testa negli spogliatoi: infatti, il canadese si avvia con tutta la flemma possibile su quel disco che Manix Landry – dopo aver scrutato il cronometro – scaglia addosso a Damiano Ciaccio da centro pista, e il risultato è che lo scatenato numero 13 biancoblù (gran partita la sua, al di là della prima doppietta) riesce ancora a sbucargli alle spalle, facendosi beffe di un difensore che ha pur sempre alle spalle quasi duecento partite in Nhl, e dopo avergli sollevato il bastone e scippato il disco, il ventunenne sbarcato la scorsa estate dalla Québec major junior hockey league trova anche il modo per toccare il puck in rete, battendo sul tempo il portiere giurassian­o. Dopo aver trascorso buona parte del primo periodo con gli occhi rivolti al cielo, si può soltanto immaginare come abbia potuto reagire alla pausa nei confronti del 32enne ex giocatore di Colorado e New Jersey il coach giurassian­o Christian Wohlwend. Lui che in passato s’era messo a scagliare borracce sul ghiaccio per molto meno.

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TI-PRESS/CRINARI Manix Landry in versione direttore d’orchestra: per il ventiduenn­e attaccante è la prima doppietta in National League

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