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Spesi nel mercato 2023 quasi 10 miliardi

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Il rapporto della Fifa sul mercato dei trasferime­nti nel 2023 lascia senza fiato. L’anno scorso è stato raggiunto il record assoluto di 74’836 trasferime­nti internazio­nali. 23’689 (31,7%) hanno riguardato calciatori profession­isti e 51’147 (68,3%) calciatori dilettanti.

Dopo il calo registrato nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia, l’importo speso dai club per i trasferime­nti internazio­nali è aumentato nuovamente nel 2023. Ha raggiunto ben 9,63 miliardi di dollari. Se da un lato si tratta di un netto aumento rispetto al 2022 (48,1%), dall’altro cancella il precedente record, stabilito nel 2019, di oltre 2 miliardi di dollari.

I dieci trasferime­nti più importanti rappresent­ano da soli il 10% del totale delle tasse di trasferime­nto pagate nel 2023. Allo stesso modo, dei 3’279 trasferime­nti per i quali è stato pagato un compenso, i primi 100 hanno rappresent­ato più del 45% del totale investito. Ancora una volta, i club inglesi sono stati i più spendaccio­ni (2,96 miliardi di dollari).

I club tedeschi hanno incassato il totale più alto (1,2 miliardi di dollari). Come nel 2022, i club portoghesi hanno accolto il maggior numero di giocatori provenient­i da club di altre federazion­i (1’017), mentre i club brasiliani sono stati responsabi­li del maggior numero di trasferime­nti in uscita. Le cifre per la Svizzera sono più modeste, ma comunque impression­anti. I club hanno speso 53 milioni di dollari per un totale di 190 trasferime­nti in entrata. D’altro canto, hanno incassato 134,5 milioni di franchi svizzeri per un totale di 189 trasferime­nti in uscita. Si tratta di quasi 40 milioni in più rispetto al 2022. entro il 31 gennaio il sito in cui si svolgerann­o le gare, dal 6 al 22 febbraio 2026. Il comitato organizzat­ore ha mantenuto la parola al termine della riunione del Cda tenutasi a Milano.

Ma come se fosse rimasto scottato dalla telenovela di questa pista, che va avanti da mesi e che ne ha gravemente intaccato l’immagine, l’annuncio dell’organizzaz­ione contiene una serie di precauzion­i. A due anni dal via, Cortina d’Ampezzo è ora l’opzione preferita, ma non è ancora definitiva. La questione passerà ora nelle mani di Simico, la società responsabi­le della realizzazi­one delle infrastrut­ture olimpiche per i Giochi del 2026. A fine dicembre, Simico ha indetto una gara d’appalto per una versione “light” del progetto, meno costosa di quella iniziale che prevedeva una nuova pista a Cortina, nel luogo in cui si svolsero le gare di bob delle Olimpiadi del 1956.

Il Cio era favorevole a trasferire l’evento – una mossa senza precedenti per un’Olimpiade invernale – in Svizzera o in Austria, ma la questione è diventata politica: desideroso di evitare quello che considera uno schiaffo in un momento in cui ha messo il “Made in Italy” al centro delle sue politiche, a dicembre il governo di Giorgia Meloni si è inserito nella diatriba e si è schierato a favore dell’opzione Cortina. “È inaccettab­ile che le gare di bob dei Giochi olimpici si svolgano fuori dall’Italia”, ha scritto Antonio Tajani, ministro degli Esteri italiano, sul suo account X prima dell’annuncio degli organizzat­ori.

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