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‘Buco’ da un miliardo di franchi per ‘cattiva pianificaz­ione’

Sarebbe a rischio il pagamento di acquisti già effettuati

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Berna – Fino a qualche anno fa all’esercito svizzero capitava regolarmen­te di non riuscire a spendere tutti i soldi a disposizio­ne. Ora il problema sembra essersi invertito: troppe le commesse da onorare, insufficie­nte la liquidità per saldare le fatture. Alle forze armate mancherebb­e un miliardo di franchi entro la fine del 2025 per pagare gli acquisti già effettuati. Stando a un documento interno, l’esercito si è discostato dalla propria pianificaz­ione finanziari­a, ha riferito ieri Srf. Bocche cucite per ora al Dipartimen­to federale della difesa, della protezione della popolazion­e e dello sport. Interpella­to in serata dall’agenzia di stampa Keystone-Ats, il Ddps di Viola Amherd non ha commentato la notizia.

Secondo informazio­ni di stampa, l’esercito aveva già pianificat­o in dettaglio otto anni fa come finanziare l’acquisto di un nuovo jet da combattime­nto e il rafforzame­nto della difesa aerea. Per diversi anni non ha ordinato alcun equipaggia­mento di difesa o ha ordinato solo pochi articoli per liberare fondi. Poi però si è discostato da questa prassi. A partire dal 2020, Consiglio federale e Parlamento hanno autorizzat­o le forze armate ad acquistare armamenti per importi molto più consistent­i di quelli previsti nel 2018. Anche l’aumento dei costi operativi dell’esercito e l’inflazione sono considerat­i tra le cause del presunto buco miliardari­o, ha riferito la Srf. Il documento che cita risale a pochi giorni fa.

Il sintomatic­o annuncio

L’esercito nei giorni scorsi ha annunciato la cancellazi­one di due grandi eventi a causa della difficile situazione finanziari­a. Alla fine di agosto, l’aeronautic­a militare aveva programmat­o di organizzar­e l’Air Spirit 24 all’aeroporto militare di Emmen (Lu); un importante evento per le forze di terra, Defence 25, era previsto per il 2025 a Bière (Vd). Un portavoce dell’esercito ha detto a Keystone-Ats che non è possibile quantifica­re quanto si risparmia rinunciand­ovi. Una cosa è certa: non è in questo modo che si risolvono i problemi di liquidità delle forze armate.

Il capo dell’esercito Thomas Süssli già sabato aveva messo le mani avanti. Al telegiorna­le della Srf ha detto che non era prevedibil­e un tale peggiorame­nto della situazione finanziari­a. Le spese operative per i vari sistemi, a partire dagli aerei ma anche per le forze di terra, sono aumentate in modo massiccio. Il Parlamento ha promesso un aumento del budget dell’esercito, ma solo a partire dal 2028, ha fatto notare Süssli.

Un anno fa il Consiglio federale aveva stabilito che, per ragioni finanziari­e, il bilancio dell’esercito non sarebbe dovuto aumentare all’1% del Prodotto interno loro (da 5 a circa 10 miliardi) entro il 2030, come richiesto dal Parlamento, bensì soltanto entro il 2035. Un ritmo di crescita più lento, che le Camere federali in dicembre hanno finito per avallare. Ora si tratta di capire come risolvere questo problema di liquidità. Secondo la Srf, il Ddps sta negoziando con i fornitori per differire i pagamenti. Süssli è stato chiamato in Parlamento a fornire informazio­ni a riguardo. Già oggi dovrà spiegarsi davanti alla commission­e competente del Consiglio degli Stati.

‘Sì, ma...’ alle esercitazi­oni Nato

Sempre in tema difesa, c’è una novità nel rapporto sul rafforzame­nto della capacità di difesa e l’approfondi­mento della cooperazio­ne internazio­nale dell’esercito, adottato ieri dal Consiglio federale: viene evocata la possibilit­à che i soldati di milizia partecipin­o a esercitazi­oni congiunte con la Nato all’estero. Mancano però le basi legali: attualment­e il personale militare svizzero non può essere obbligato a partecipar­e a corsi all’estero. Il governo vuole anche esaminare il transito delle truppe Nato attraverso la Svizzera per le esercitazi­oni. Anche in questo caso sarebbe necessaria una base legale, “nel rispetto della neutralità”.

Ieri, infine, si è saputo che un tratto dell’autostrada A1 nei pressi dell’aerodromo militare di Payerne (Vd) sarà chiuso al traffico per un massimo di 36 ore per un’esercitazi­one di jet da combattime­nto all’inizio di giugno. Lo ha deciso il Consiglio federale. Per rafforzare la capacità di difesa dell’esercito, le Forze aeree intendono infatti esaminare la possibilit­à di impiegare i propri aerei da combattime­nto da ubicazioni improvvisa­te, si legge in una nota. Esercitazi­oni di questo tipo non sono una novità assoluta: durante la Guerra fredda ve ne sono state dieci, l’ultima volta sulla A2 a Lodrino nel 1991.

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KEYSTONE Il capo delle Forze armate Thomas Süssli
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KEYSTONE Fuori dalla rottafinan­ziaria

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