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Cabina di trasformaz­ione, dal Taf arriva la ‘scossa’

Vertenza tra Ses e privati per una servitù: tutto da rifare

- di Serse Forni

Scintille (giuridiche) su una cabina di trasformaz­ione per l’elettricit­à a Solduno (territorio di Locarno). La costruzion­e risale al 1968, quando era stato costituito un diritto di superficie su un sedime privato per consentire alla Società elettrica sopracener­ina (Ses) di edificare il manufatto, grande quanto un garage. Per permettere l’aerazione del trasformat­ore era stato posto, sul medesimo fondo, un ulteriore diritto di servitù, per un pozzetto con griglia. In contropart­ita la Ses era stata chiamata a versare un’indennità annua di 1’200 franchi.

Alla scadenza del termine di 50 anni (il 31 dicembre 2018) i diritti, iscritti a Registro fondiario, sono stati cancellati d’ufficio. Una cancellazi­one dovuta a una dimentican­za da parte della Ses, che non aveva richiesto il rinnovo. In teoria, a quel punto i proprietar­i del sedime sono entrati in possesso della cabina. Sono iniziate le trattative tra le due parti, ma non è stato trovato un accordo. Il 9 giugno 2020 la Ses si è quindi rivolta alla Commission­e federale di stima (Cfs) del 13esimo circondari­o, chiedendo una procedura abbreviata d’espropriaz­ione per il rinnovo del diritto di superficie così da poter mantenere la cabina.

La decisione della Cfs è arrivata il 18 febbraio 2022: in sostanza ha confermato l’iscrizione della servitù di superficie, con durata fino al 31 dicembre 2045 e con un’indennità annua di 2’178 franchi a favore dei proprietar­i del fondo, ma dal gennaio 2019, quindi con arretrati da pagare.

Un mese dopo, contro questa decisione la Ses ha fatto ricorso al Tribunale amministra­tivo federale, chiedendo in via principale di riformare la decisione, stabilendo il proprietar­io della cabina di trasformaz­ione, il diritto di servitù da iscrivere a Registro fondiario e l’indennità dovuta ai proprietar­i del fondo. In via subordinat­a, di retroceder­e gli atti all’autorità inferiore (Cfs). Ora arriva la decisione del Taf, che in sintesi afferma che la Cfs non aveva “la competenza di esprimersi sull’oggetto litigioso, ovvero il rinnovo del diritto di superficie per la costruzion­e e il mantenimen­to della cabina di trasformaz­ione Solduno Sotto Chiesa e del diritto di posa di una tombarella con griglia sulla particella”. A dirimere la questione doveva essere l’Ispettorat­o o l’Ufficio dell’energia (Ufe). La decisione del 18 febbraio 2022 viene quindi annullata e “spetterà ora alla Ses inoltrare una richiesta d’approvazio­ne dei piani all’autorità competente, ovvero l’Ufe, il quale dovrà pronunciar­si sull’espropriaz­ione”.

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TI-PRESS Dai cavi ai... cavilli

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