Addio a Chita Rivera, l’Anita di ‘West Side Story’
Chita Rivera, l’indimenticabile Anita di ‘West Side Story’ e una delle dive più illustri di Broadway, è morta all’età di 91 anni. Capace di ballare, recitare e cantare, aveva vinto il Tony per il ‘Bacio della donna ragno’ e ‘The Rink’ e, nel 2018, il Tony alla carriera. Oltre ad Anita, era stata anche Rosie di ‘Bye Bye Birdie’ del 1960 e Velma Kelly in ‘Chicago’ del 1975. Chita, padre portoricano e madre un misto di sangue irlandese e scozzese, per sei decenni aveva riscosso applausi a scena aperta lungo la Lunga Strada Bianca. Nel 1986, quando la sua auto fu investita da un taxi provocandole molteplici fratture a una gamba, la sua carriera era stata momentaneamente sospesa. Con la forza di volontà che l’aveva sempre contraddistinta, Chita aveva fatto riabilitazione per un anno, dopodiché era tornata a ballare i numeri di cabaret che per anni le hanno dato da vivere. Non si era però ripresa completamente: “Non mi vedrete più con le scarpette da ballo perché non ho più i miei tendini d’Achille”. Perfezionista, si era formata studiando danza classica prima di cimentarsi nel genere del musical, al quale era approdata nei primi anni Cinquanta. Come cantante e attrice era sostanzialmente autodidatta, ma aveva imparato sul lavoro anche grazie all’aiuto dei più famosi insegnanti dell’epoca: i coreografi Bob Fosse e Jerome Robbins, il compositore Leonard Bernstein, il commediografo Terrence McNally, il librettista Fred Eb con cui si era riunita nel 2015 nella produzione di Broadway di ‘The Visit’.
Nel 2009 il presidente Barak Obama le aveva conferito la Medaglia della Libertà, la più alta onorificenza civile degli Stati Uniti, in una cerimonia alla Casa Bianca.