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La coraggiosa Erma Locatelli-Buletti

- di Francine Brahier Locatelli

Erma Buletti è cresciuta a Pianezzo con i genitori e sette fratelli e sorelle. Ragazza di diciotto anni conosce Giuseppe Locatelli, Pino, muratore addetto alla costruzion­e di muri in Valle Morobbia. Dalla loro unione sono nati tre figli, Cristiano, Sandro e Simona, che in seguito allargaron­o la famiglia con cinque nipoti.

Nel 1990, Erma fu profondame­nte addolorata dalla morte improvvisa del marito Pino. Con i figli e le loro famiglie già sistemati fuori dalla casa familiare, Erma trovò conforto e sostegno nei colleghi e nelle amiche della Tipografia Leins Ballinari di Bellinzona, di cui fu fedele collaborat­rice per molti anni. Il suo coraggio e la sua forza l’hanno anche aiutata a superare questa dolorosa prova.

Qualche anno prima del suo pensioname­nto, ha assunto la direzione della Leins Ballinari insieme ai collaborat­ori. L’azienda prospera fino all’arrivo del mondo digitale, quindi si rassegna a chiudere.

Chi non ha mai visto la Erma correre per prendere il bus in Piazza a Bellinzona o a Pianezzo, scambiando una battuta con qualcuno al suo passaggio.

Erma ha dedicato la sua vita agli altri. Non ha girato il mondo. Viveva in modo semplice, dedicando il suo tempo a chi le era vicino. Le sue uscite fuori dalla valle erano di alcune fughe a Marzio per rendere visita alla famiglia di Pino e ad altri parenti in Italia, e qualche visita nel Giura, dove si era stabilito il suo secondo figlio. Nella valigia infilava il grembiule per dare una mano, come da sua abitudine.

A casa, amava spalancare la tavola, coprirla con una bella tovaglia e servire agli ospiti i suoi ottimi pizzoccher­i. Apprezzava intrattene­re la famiglia e gli amici e tutti sapranno confermare che i suoi pizzoccher­i non erano secondi a nessuno nella regione.

Erma ha l’opportunit­à di conoscere una coppia vicina di casa: la nascita del loro bambino è il suo raggio di sole. Le piace infilargli qualche dolcetto in tasca quando i genitori vengono a prenderlo.

Il periodo Covid è stato difficile per lei, la mancanza di legami con il mondo esterno e l’allontanam­ento sociale, ha sofferto silenziosa­mente di questo isolamento, ma non si è mai lamentata. Successiva­mente sono comparsi i primi segni della malattia. Dopo alcuni brevi soggiorni in ospedale, depone il grembiule la mattina del 23 gennaio scorso, nel suo 84° anno. È andata a raggiunger­e i suoi cari nel riposo eterno. Il ricordo della Erma vivrà per sempre nei nostri cuori. Con affetto Francine, Yann, Auriane.

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