Ventiquattro Cantoni su 26 a favore di negoziati con l’Ue
Ampio sostegno al progetto del Consiglio federale
Berna – Sarebbe stato uno smacco per il Consiglio federale se il ‘quorum’ non fosse stato raggiunto. Uno smacco perché un ‘no’ dei Cantoni – sommato a quello dell’Udc e alla dura posizione assunta dai sindacati – avrebbe rappresentato una seria, forse irreparabile ipoteca sull’avvio dei negoziati con l’Ue. Invece alla fine la Conferenza dei governi cantonali (Cdc) è riuscita a varare – almeno apparentemente senza soverchie difficoltà – una presa di posizione comune in merito al progetto di mandato negoziale presentato in dicembre dal Consiglio federale.
Riuniti ieri in assemblea straordinaria a Berna, i rappresentanti dei governi cantonali hanno accolto a stragrande maggioranza (24 su 26) con favore l’intenzione di intavolare trattative con Bruxelles. Solo Svitto ha detto no. Nidvaldo – altro Cantone della Svizzera centrale dove l’Udc è partito di maggioranza relativa nell’esecutivo – si è astenuto. Per adottare una posizione comune serviva una maggioranza di 18 Cantoni su 26.
«Il progetto governativo è in linea con la posizione dei Cantoni», ha affermato in una conferenza stampa il presidente della Cdc, nonché consigliere di Stato argoviese Markus Dieth (Alleanza del Centro). “Abbiamo gli stessi obiettivi: rafforzare durevolmente la prosperità della Svizzera e consolidare le relazioni bilaterali con l’Ue, garantendo loro una base solida e perenne”, si legge in una nota della stessa Conferenza.
«Oggi i Cantoni possono sottoscrivere questo progetto e sostenere il Consiglio federale», ha ribadito il vicepresidente della Cdc Jacques Gerber (Plr). Per il consigliere di Stato giurassiano «è giunto il momento di negoziare con l’Ue». L’ampio sostegno però non è un assegno in bianco per il Consiglio federale, hanno puntualizzato entrambi. Il governo deve negoziare duramente con la Commissione europea e l’accordo deve servire gli interessi della Confederazione.
Nel merito: la Cdc è favorevole al fatto che gli elementi istituzionali (ripresa dinamica del diritto europeo, risoluzione delle controversie, monitoraggio dell’attuazione) vengano definiti separatamente in ciascun accordo, in virtù dell’approccio “equilibrato” detto ‘a pacchetto’. I governi cantonali inoltre accolgono favorevolmente il fatto che “i principi di democrazia diretta, federalismo e indipendenza della Svizzera possano essere preservati”. Soddisfazione viene espressa anche per quanto riguarda gli aiuti di Stato: “Le regole dell’Ue avranno un impatto solo nei settori in cui esiste un accordo di accesso al mercato (trasporto aereo, trasporti terrestri ed elettricità)”, scrive la Cdc.
Nuove prospettive
Il progetto di mandato apre nuove prospettive, ha spiegato Dieth. I Cantoni considerano “essenziale” una rapida associazione della Svizzera ai programmi dell’Ue, in particolare nei settori della formazione, della ricerca e dell’innovazione. Sono sostanzialmente favorevoli all’apertura di nuovi accordi (elettricità, sicurezza alimentare, sanità). Sono inoltre d’accordo sul fatto che le discussioni proseguano con gli attori della politica interna. Gerber si attende ora che la «collaborazione costruttiva e fruttuosa» tra governo e Cdc prosegua e che i Cantoni continuino a essere coinvolti nei negoziati. Questi «si esprimeranno nuovamente non appena emergeranno dei risultati». Sia il Consiglio federale che la Commissione europea si sono posti l’obiettivo di avviare i negoziati in primavera. Precondizione è l’approvazione definitiva del mandato negoziale, una volta conclusa la consultazione di Cantoni, partner sociali e Commissioni della politica estera del parlamento.