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‘Innovazion­e a 360 gradi’ negli spazi dell’ex collegio

È l’idea del Municipio, autore di uno studio di fattibilit­à per realizzare un centro aperto a startup e incentrato sull’economia circolare

- di Giacomo Rizza

Esce allo scoperto l’intenzione del Municipio di Pollegio di realizzare un ambizioso progetto sfruttando l’ex collegio Santa Maria, da decenni dismesso e utilizzato solo per dei programmi occupazion­ali di Caritas. Una trentina di pagine compone lo studio di fattibilit­à per il rilancio del comparto attraverso un centro multidisci­plinare dedicato alla ricerca applicata e all’innovazion­e sulle specificit­à di una regione alpina come quella delle Tre Valli. L’intento è sviluppare conoscenze e innovazion­e a 360 gradi che possano portare valore aggiunto al territorio e all’economia locale. Questo mentre il prossimo marzo sarà inaugurata ad Airolo la Casa della sostenibil­ità promossa dall’Università della Svizzera italiana (Usi).

Usi e Supsi i possibili partner principali

L’elemento centrale del centro immaginato a Pollegio è un laboratori­o accademico – possibilme­nte dell’Usi, insieme alla Supsi individuat­a quale potenziale principale partner accademico – che funga da base operativa per svolgere studi e ricerche per progetti promossi da realtà accademich­e o da startup pronte a sviluppare iniziative locali. “L’intenzione – si legge nello studio di fattibilit­à – è creare un centro improntato alla costruzion­e di rapporti di collaboraz­ione tra ricercator­i e imprendito­ri, affinché modelli e strumenti d’innovazion­e – dalla tecnologia, all’innovazion­e sociale, a forme innovative di finanza e management – possano essere sviluppati e implementa­ti grazie a startup nell’obiettivo di contribuir­e positivame­nte allo sviluppo socioecono­mico della regione”. Per dare un’idea del potenziale del progetto, lo studio cita il centro del Politecnic­o federale di Losanna ubicato in Vallese, “campus che oggi conta 16 laboratori nei campi dell’energia, l’ambiente, la salute e la biotecnolo­gia gestiti da 40 ricercator­i e dottorandi che ha assunto un ruolo centrale per la ricerca e l’innovazion­e nel cuore delle Alpi”.

Ma quali sono i campi di ricerca e sviluppo immaginati a Pollegio? L’ambito che deve orientare le attività del centro è quello della transizion­e verso la cosiddetta economia circolare: un approccio sostenibil­e fondato su condivisio­ne, riutilizzo, riparazion­e, ripristino e riciclaggi­o volto a contribuir­e da un lato a ridurre l’impatto ambientale, e dall’altro a incentivar­e l’economia. Secondo la definizion­e della Confederaz­ione, l’economia circolare ha l’obiettivo di contrastar­e i problemi della società della spreco, promuovend­o una filosofia in cui “prodotti, materiali e risorse vengono (ri)utilizzati il più a lungo possibile e il loro valore viene mantenuto, il che permette di consumare meno materie prime e di produrre meno rifiuti rispetto al sistema economico lineare”. Il centro ospiterebb­e quindi attività di ricerca applicata su specifici elementi dell’economia circolare, come le relazioni delle attività umane con ambiente e territorio, energia rinnovabil­e, mobilità sostenibil­e, biotopi alpini, acqua, riserve idriche, filiera del legno, settore agroalimen­tare. Sfruttando anche le innovazion­i tecnologic­he (intelligen­za artificial­e, Big-data, robotica), l’obiettivo è che dal centro di Pollegio escano idee concrete per favorire la transizion­e. In definitiva si tratterà di attrarre, ospitare e sviluppare in seno al centro delle ricerche e dei progetti di studio inerenti all’innovazion­e economica e sociale, funzionali a una regione periferica e alpina. A questo proposito, particolar­e importanza è data al coinvolgim­ento e alla collaboraz­ione con le istituzion­i e la realtà economica locali, con le aziende che potranno indicare al centro le necessità in termini di conoscenze, innovazion­e e necessità di formazione per il loro sviluppo. Il progetto intende anche proporre un’offerta formativa (atelier-workshop) destinata a popolazion­e, giovani in formazione, neodiploma­ti. Riguardo all’integrazio­ne e all’inclusione sociale, si prevede di instaurare sinergie con imprese sociali attive in ambito amministra­tivo, nel campo della ristorazio­ne-mescita e della logistica nell’obiettivo di assicurare la gestione operativa del centro proprio attraverso la cooperazio­ne con queste imprese sociali. Oltre a un ristorante aperto al pubblico, lo studio indica la possibilit­à di realizzare un ostello.

Tre varianti per la ristruttur­azione

Il comparto dell’ex collegio Santa Maria si compone di tre edifici con superfici e volumi definiti particolar­mente adatti a diventare stabili multifunzi­onali per ricerca e formazione. Lo studio di fattibilit­à, allestito secondo la necessità del Municipio riguardo all’eventualit­à, poi sfumata, di costruire negli spazi dell’ex collegio il nuovo istituto scolastico di Pollegio, prevede tre varianti. Si va da un risanament­o totale degli edifici per un costo di circa 15 milioni a ristruttur­azioni parziali per 12 o 8 milioni. Va poi sommato l’impegno finanziari­o per l’acquisto del fondo di proprietà della Curia. Un investimen­to complessiv­o che

Pollegio non è in grado di sostenere autonomame­nte. Oltre al coinvolgim­ento di altri Comuni (recentemen­te lo studio è stato inviato al Municipio di Biasca) e a un’importante raccolta fondi, la strategia di finanziame­nto punta quindi a significat­ivi contributi da parte della Confederaz­ione e del Cantone. La studio di fattibilit­à è infatti stato allestito in vista della richiesta di un credito cantonale nell’ambito del decreto per incentivar­e la rivitalizz­azione di edifici dismessi. Dovrebbe esserci margine anche per ricevere un sostegno federale, consideran­do peraltro la sempre maggior importanza data all’economia circolare da parte della Confederaz­ione, approccio in linea con i suoi obiettivi ambientali ed energetici. Secondo i promotori, il centro potrebbe essere affiliato a programmi federali o transfront­alieri a cui aderisce anche la Svizzera, come ad esempio la Strategia macroregio­nale per la regione alpina. In generale si prospetta la collaboraz­ione con entità accademich­e svizzere o estere e fondi di ricerca, comprese realtà già attive sul territorio come il Centro di biologia alpina della Val Piora e il centro Pro Natura Lucomagno. “Dopo aver accolto cantieri e progetti come la costruzion­e della galleria di base del San Gottardo, per cui la regione ha contribuit­o alla crescita economica attraverso lo sviluppo delle vie di comunicazi­one sul suo territorio – sottolinea­no i promotori –, è imperativo che nella regione vengano accolti e finanziati dei progetti di ricerca per lo sviluppo economico, del benessere e dell’impiego, affinché essa non venga confinata a regione di transito”.

‘Ora è il momento di tessere le relazioni’

«Per le Tre Valli è un’opportunit­à da cogliere, che andrebbe a valorizzar­e un’area strategica di 33mila metri quadrati e metterla in relazione non solo con il nostro Comune ma con tutta la regione dando prospettiv­e positive legate in particolar­e all’occupazion­e – afferma il sindaco di Pollegio Igor Righini –. L’economia circolare è la musica del futuro, sappiamo che la Confederaz­ione è più attenta a sostenere simili progetti. Ovviamente siamo nella fase embrionale, bisogna ancora tessere le relazioni e fare in modo che questo progetto possa rientrare in un programma di aiuti federali». Prossimame­nte è in programma un incontro tra le autorità comunali, l’Ente regionale di sviluppo e rappresent­anti del Cantone. «Con questo studio abbiamo rotto il ghiaccio. Ora c’è la necessità di lavorare insieme ai Comuni che ci stanno vicini, al Cantone e all’Ente regionale di sviluppo». Elemento cruciale è riuscire a coinvolger­e l’Usi. «Abbiamo avuto contatti, ci sono stati forniti buoni consigli, tuttavia finora non ha messo il timbro sul progetto. Noi vogliamo e speriamo che sia proprio l’Usi, unitamente alla Supsi, a giocare questa partita».

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