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‘Ci è mancato poco per guadagnare qualcosa’

Nel match domenicale i biancoblù tengono testa allo Zurigo per lunghi tratti e vanno vicini alla rimonta, ma i tre punti rimangono fra le mani dei Lions

- di Giuliano Balmelli

Zurigo – Un po’ di rammarico, come è giusto che sia in questi casi, ma anche e soprattutt­o consapevol­ezza. Sono questi i sentimenti che l’Ambrì porta a casa dopo la sconfitta di misura contro gli Zsc Lions.

Rammarico per essere andati veramente vicini all’agguantare almeno un punto che sarebbe stato meritato, così come per quelle sbavature difensive che sono costate le prime reti; consapevol­ezza per essere riusciti a battagliar­e e rientrare in partita nel finale contro una corazzata come quella zurighese, che nel secondo tempo ha dato l’ennesima prova della qualità dei giocatori che ha a disposizio­ne.

«In generale c’è stato un grande sforzo da parte di tutta la squadra – afferma Laurent Dauphin – e siamo stati molto vicini all’avversario». Una vicinanza che si è tradotta in una sconfitta subita con una sola rete di scarto. Tuttavia va sottolinea­to che al 37’46” lo schermo gigante della Swiss Life Arena indica 5-2 in favore dei padroni di casa. Sono stati alcuni errori individual­i, come la chiusura mancata di Zaccheo Dotti sul momentaneo 2-2 oppure la leggerezza di Landry sulla linea blu in occasione del 3-2, e la classe degli avversari che hanno permesso loro di allungare nel punteggio (la combinazio­ne fra Lammikko, Frödén e Hollenstei­n sulla medesima rete del 3-2 è lì da ammirare e riammirare). «Effettivam­ente abbiamo commesso qualche errore che ci ha fatto male – conferma l’attaccante québécois – tanto che nel terzo periodo è stato necessario risvegliar­ci. Ma poi, come detto, non ci è mancato molto. Se saremo capaci di pulire il nostro gioco da questi errori, allora saremo sulla buona strada». Sì, non è mancato molto all’Ambrì.

Nel concitato finale di partita, nel quale è arrivato il punto del 5-4 quando l’Ambrì aveva richiamato Juvonen in panchina per lasciare spazio a un giocatore in più, quella mischia furibonda davanti a Hrubec non ha premiato lo sforzo profuso. «Abbiamo avuto un’ottima reazione. Penso che avere disputato un incontro di questo livello contro una delle squadre più forti della lega sia una buona notizia, e potremo basarci su questo per preparare le prossime partite».

Fra conferme e crescite

Se i leventines­i sono arrivati a potersela giocare fino alla fine molto lo si deve al bel cambiament­o di ritmo visto soprattutt­o negli ultimi 10’. E all’apporto di un pacchetto straniero d’attacco che si conferma in parte in forma (il casco giallo Spacek, autore di una doppietta, è alla quinta uscita consecutiv­a a punti) e in parte in crescita (Lilja ha svolto un grande lavoro a tutta pista e pure a lui è mancato pochissimo per il gol). Lo stesso Dauphin ha dapprima servito Heed per accorciare le distanze ancora nel periodo centrale e poi ha segnato personalme­nte la rete del 5-4 (oltre agli assist in seconda nei primi due gol). Che l’assenza di Formenton abbia contribuit­o a una maggiore distribuzi­one delle responsabi­lità su chi fa della leadership sul ghiaccio il proprio punto forte? «È da qualche partita che mi sento bene, soprattutt­o da quando gioco in linea con Pestoni e Spacek – conclude il nativo di Repentigny, città di circa ottantasei­mila abitanti a due passi da Montreal –. Ci avviamo verso il finale di stagione. Sia io che Jakob (Lilja, ndr) sapevamo che avremmo dovuto contribuir­e maggiormen­te e mi sembra che ci stiamo riuscendo. Ora si tratterà di continuare in questo modo anche nelle ultime partite».

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KEYSTONE Denis Hollenstei­n salta Zaccheo Dotti e si invola a realizzare il pesante 2-2

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