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Prestazion­e tattica coronata dalla zampata di Steffen Il Lugano espugna il St. Jakob-Park con una prova intelligen­te, nella quale ha creato poco, ma ha pure limitato i rischi. Un segnale al campionato e alla Coppa

- dall’inviato Sebastiano Storelli

Il massimo risultato con il minimo sforzo. Sarebbe ingeneroso definire in questo modo la vittoria del Lugano al St. Jakob-Park di Basilea, perché centrare il secondo successo in trasferta del 2024 non è stato un gioco da ragazzi. C’è voluta una prestazion­e tattica di spessore, con una squadra capace, quando necessario, di chiudere gli spazi davanti a Saipi e concedere il minimo indispensa­bile (ma proprio il minimo) di occasioni ai padroni di casa renani. Fatta eccezione per l’incursione iniziale (8’) di Kololli che ha però concluso sul corpo di Saipi in uscita e per la doppia chance a tempo scaduto con il colpo di testa di Schmid prima (grande elevazione, ma palla colpita in precario equilibrio) e la conclusion­e a botta sicura di Demir, sulla quale si è immolato Hajrizi per una respinta che vale un gol, i rossoblù hanno trovato molto raramente l’opportunit­à di rendersi pericolosi.

Un’occasione, un gol

Il minimo sforzo, per contro, il Lugano lo ha profuso sul fronte offensivo, tant’è che gli è bastata una sola occasione degna di questo nome per portarsi a casa – in maniera per nulla immeritata – i tre punti di una sfida importanti­ssima ai fini di una classifica che a ridosso del sesto posto assomiglia sempre più al gioco delle sedie musicali: tra undici partite, quando la musica della prima fase si concluderà, qualcuno si ritroverà improvvisa­mente con il sedere per terra. I bianconeri hanno compiuto un sostanzios­o passo avanti grazie a uno dei loro uomini di maggior classe, quelRenato Steffen invisibile (anzi, a volte irritante) per tutta la partita, ma che si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto per firmare il gol-vittoria... «Da quando è a Lugano, Renato ha sempre postato statistich­e di prim’ordine – ha commentato Croci-Torti a fine partita –. Difficile che, tra gol e assist, sul tabellino non spunti il suo nome. Oggi ha faticato un po’, anche perché reduce da un periodo di malattia, ma nell’unica occasione avuta ha fatto una giocata che a molti altri non sarebbe riuscita, andando ad anticipare Beney per liberare la conclusion­e».

Anche Mai in infermeria

Al di là dello splendido movimento del nazionale rossocroci­ato, la manovra offensiva del Lugano ha faticato a trovare ossigeno. Tuttavia, come già ricordato in più occasioni, è difficile chiedere di più a una squadra alla quale manca quel tocco di fantasia che potrebbero garantire elementi quali Aliseda e Bottani. Quello attuale, complici i numerosi infortuni, è un Lugano più operaio e che, all’immagine del suo allenatore, sa fare di necessità virtù. E lo ha dimostrato, per l’ennesima volta, dopo appena mezz’ora di gioco, quando il Crus è stato costretto a togliere dal campo Lukas Mai, infortunat­osi al volto al 17’ in un contrasto con Barry... «È la terza volta in quattro partite, dopo Doumbia e Cimignani, che perdo un giocatore dopo appena mezz’ora di gioco. Abbiamo dovuto stravolger­e l’assetto difensivo e il nostro modo di costruire a tre, tuttavia la squadra ha dato prova, ancora una volta, di sapersi adattare molto bene a tutte le circostanz­e di un match. Per quanto riguarda Mai, non si tratta di commozione cerebrale, ma il colpo subito gli ha fatto gonfiare a tal punto lo zigomo sinistro da non riuscire più a tenere aperto l’occhio. Ovviamente, l’unica soluzione era rappresent­ata dalla sua sostituzio­ne». Dire che dalle parti di Cornaredo piove sul bagnato appare pleonastic­o, tuttavia a volte è bene rammentarl­o...

Gli ultimi 30 sterili metri

Se a centrocamp­o il Lugano ha ritrovato dopo la squalifica un Sabbatini lucido e preciso (splendido il centro con cui ha servito a Steffen il pallone della vittoria) e un Belhadj sostanzios­o portatore d’acqua, qualcosa, come detto, manca dai trenta metri in su. I bianconeri dovrebbero poter usufruire dell’estro di Mahou, ma il francese sembra ancora fuori condizione e dopo gli sprazzi messi in mostra mercoledì con il Gc, a Basilea non ha cavato un ragno dal buco, incapace di saltare l’uomo o di essere un prezioso alleato per i compagni negli spazi stretti. Con queste premesse, aggiunte alla scarsa vena di un Bislimi che Croci-Torti ha voluto affiancare a Vladi, è logico che alla prima punta luganese di palloni giocabili ne siano arrivati davvero pochi. Un problema per il quale, al momento, non si intravedon­o soluzioni. Il rientro di Bottani e Aliseda darà certo una mano, ma è ancora di là da venire. Intanto, la vittoria di sabato sera ha un significat­o non soltanto concreto per la classifica, ma anche psicologic­o nei confronti dei renani. Non va dimenticat­o, infatti, che il 28 di febbraio le due squadre si ritroveran­no sullo stesso campo per giocarsi l’accesso alle semifinali di Coppa Svizzera... «Abbiamo lanciato un segnale...», ha concluso CrociTorti.

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KEYSTONE Un salvataggi­o che vale un gol e lavittoria

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