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Bourgoin in corsa per la vicepresid­enza

La deputata ticinese e co-coordinatr­ice del partito cantonale fra gli aspiranti alla carica. La ginevrina Mazzone unico nome per il dopo Glättli

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C’è anche la granconsig­liera ticinese Samantha

Bourgoin fra i candidati alla vicepresid­enza dei Verdi svizzeri. L’altro ieri è scaduto il termine per l’inoltro delle candidatur­e in vista dell’assemblea che il partito terrà il 6 aprile a Renens, nel Canton Vaud. Per la presidenza, dopo le dimissioni di Balthasar Glättli, corre unicamente la ginevrina ed ex consiglier­a agli Stati (non rieletta alle Federali dello scorso autunno) Lisa Mazzone. La sua nomina appare pertanto scontata.

Per la vicepresid­enza le nuove candidatur­e sono quelle della zurighese Marionna Schlatter, del lucernese Michael Töngi (entrambi consiglier­i nazionali) e appunto di Bourgoin, co-coordinatr­ice dei Verdi del Ticino. Si ripresenta­no per un ulteriore mandato di due anni gli attuali vice Nicolas Walder (Ginevra), Sibel Arslan (Basilea-Città) e Margot Chauderna: i primi due sono deputati alla Camera del popolo, Chauderna (Friburgo) è copresiden­te dei Giovani Verdi.

È quanto rende noto il partito nazionale, ricordando che il 6 aprile delegati e delegate eleggerann­o i membri della presidenza, al massimo sette persone: “Nel corso delle prossime settimane la commission­e elettorale istituita dal comitato esaminerà le candidatur­e depositate”.

‘Valorizzar­e la presenza italofona’

La Direzione e il Comitato dei Verdi del Ticino hanno quindi deciso, all’unanimità, di presentare una propria candidatur­a. E la scelta è caduta su Samantha Bourgoin. «Personalme­nte sono molto onorata di essere stata scelta quale candidata e sono convinta che il fatto di non essere una parlamenta­re a livello federale possa rappresent­are anche un valore aggiunto – annota la deputata al Gran Consiglio –. Avere un gruppo presidenzi­ale più vicino alle realtà locali e non composto esclusivam­ente da rappresent­anti della ‘bolla’ parlamenta­re, può infatti essere soltanto un vantaggio per un partito di opposizion­e, come i Verdi svizzeri sono ancora oggi». Dal punto di vista del Ticino, aggiunge Bourgoin, «gli argomenti legati alla politica svizzera non mancano di certo e la nostra esperienza di cantone a sud, alle porte del Mediterran­eo, offre una visione sui principali temi di attualità, quali la migrazione, l’Europa, la pressione sul mondo del lavoro o i trasporti, solo per citare i principali». L’estate scorsa «mi sono occupata in prima persona di migrazione, quando abbiamo avuto diversi casi di suicidio di giovani rifugiati afghani». Una vicenda che «mi ha mostrato come una legge, sebbene di competenza federale, abbia delle conseguenz­e nei cantoni, ma anche dei margini di manovra nella sua applicazio­ne cantonale». Continua Bourgoin: «Conoscendo meglio le politiche federali possiamo anche pretendere che questi margini siano meglio sfruttati, a tutti i livelli istituzion­ali e nei vari settori: transizion­e energetica, pianificaz­ione, migrazione, biodiversi­tà, solo per citarne alcuni».

E ancora: «Quando Kaj Klaue, il nostro delegato nel Comitato dei Verdi svizzeri, ci ha presentato la strategia per il rinnovo del gruppo presidenzi­ale, abbiamo deciso che volevamo fare la nostra parte, anche in questo gremio, a beneficio del partito nazionale, ma anche per permettere una maggiore efficacia nel nostro lavoro a livello ticinese e valorizzar­e la presenza italofona a tutti i livelli istituzion­ali».

 ?? TI-PRESS/KEYSTONE ?? Sopra la co-coordinatr­ice dei Verdi del Ticino Samantha Bourgoin, sotto LisaMazzon­e
TI-PRESS/KEYSTONE Sopra la co-coordinatr­ice dei Verdi del Ticino Samantha Bourgoin, sotto LisaMazzon­e

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