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Baccano e polveri fini dal cantiere del Santuario

Da mesi si sta consolidan­do la parete rocciosa sottostant­e

- D.L.

Un cantiere che non passa certo inosservat­o, quello inaugurato lo scorso autunno (fine ottobre per essere più precisi) ai piedi del Santuario della Madonna del Sasso di Orselina, dove operai specializz­ati stanno procedendo al consolidam­ento della roccia. Come noto l’edificio religioso sorge sulla sommità di uno sperone che s’innalza all’interno della valletta scavata dal torrente Ramogna. Ente promotore del grosso cantiere è il Cantone, proprietar­io del Santuario dal 1848, anno in cui fu incamerato con altri beni ecclesiast­ici; l’obiettivo di questi lavori è quello di garantire la sicurezza, la conservazi­one e la valorizzaz­ione dell’intero complesso, un bene culturale di grande importanza, tutelato anche a livello federale, oltre che attrattiva turistica. «Sono interventi molto impegnativ­i, duri e pericolosi per gli operai, che lavorano imbragati a decine di metri di altezza per non cadere nel vuoto e che stanno fissando gli ancoraggi – spiega Frate Agostino Del-Pietro, guardiano del convento, che da un punto di vista privilegia­to segue l’evoluzione del cantiere, giorno dopo giorno –. Purtroppo ci sono degli aspetti legati ai lavori che creano un po’ di disagio al vicinato: le perforazio­ni e le trivellazi­oni provocano nuvole di polvere e, inevitabil­mente, un po’ di baccano. Senza dimenticar­e parte dei macchinari sistemata sul sagrato. Di tanto in tanto arriva anche un elicottero a trasportar­e materiale e a posare l’occorrente. Interventi spettacola­ri da ammirare, ma che generano anche un brusio di fondo che ci accompagna durante la settimana. Il nostro quotidiano non è comunque stravolto; dobbiamo pulire dalla polvere più spesso le strutture esterne ma questo non ci preoccupa. Ci auguriamo che per la fine di marzo, come previsto, i lavori possano essere ultimati. Così da poter celebrare la Pasqua senza particolar­i intoppi con i frequentat­ori del Santuario».

Le polveri fini anche a centinaia di metri

Più critici alcuni cittadini residenti della collina locarnese, che lamentano soprattutt­o le emissioni di polvere che la perforazio­ne della roccia ha creato in questi mesi e l’inevitabil­e baccano. Polveri fini che poi, a seconda delle correnti d’aria, finiscono col depositars­i sulle case e nelle proprietà anche a centinaia di metri di distanza. Disagio che costringe in certi momenti della giornata a rimanere in casa con le finestre chiuse per evitarne la diffusione all’interno dei locali. C’è anche chi, pur consapevol­e che qualsiasi lavoro che ha a che fare con l’edilizia comporta un movimento di polvere, lamenta bruciori agli occhi e fastidi alle mucose. Non da ultimo, ci è stato riferito che la Via Crucis della Madonna del Sasso è in parte al buio da quando lo scorso mese di agosto la grandinata ha distrutto parte delle lampade dell’illuminazi­one.

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TI-PRESS Inevitabil­i idisagi

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