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‘Si lasci l’Ente case anziani’. È petizione

Promossa una raccolta firme a sostegno di Casa Girotondo. Il sindaco Sergio Bernasconi: ‘È una possibilit­à ma da soppesare attentamen­te’

- di Daniela Carugati e Prisca Colombini

Già ormai sei anni or sono la decisione di aderire all’Ente case anziani Mendrisiot­to (Ecam), a Novazzano era rimasta un po’ indigesta. Dibattuto nell’aula consiliare, l’ingresso della casa per anziani Girotondo nella rete dell’Ecam non aveva convinto tutti. Una scelta irrisolta a quanto pare e che oggi, a un paio di mesi dall’appuntamen­to con le Elezioni comunali, torna a riaffiorar­e, e in modo prepotente. A Novazzano c’è, infatti, chi vorrebbe lasciare quel tavolo e ha deciso di coinvolger­e la popolazion­e locale, lanciando una petizione. La raccolta firme, in circolazio­ne da una decina di giorni, è stata veicolata anche attraverso il ‘Mattino della domenica’. Come dire che è chiaro da che parte sta la sezione della Lega dei ticinesi. Del resto, dubbi e interrogat­ivi erano emersi già nei mesi scorsi ed erano stati affidati a due interrogaz­ioni – una firmata appunto dal consiglier­e comunale del gruppo Lega-Udc-Ind. Ivano Lurati, l’altra da un esponente del Plr, Mario Terzi– e di recente quelle stesse perplessit­à si sono, di nuovo, concretizz­ate in una mozione leghista, adesso all’esame del Municipio. Sullo sfondo? La gestione dell’Ecam e le criticità legate al suo ‘modus operandi’. Nodi che i vertici dell’Ente hanno già affrontato, affidando a un consulente esterno una analisi puntuale del funzioname­nto interno. Approccio che ha ricevuto anche l’appoggio del Cantone.

Il progetto Ecam? ‘Fallimenta­re’

Il lessico della petizione popolare, certo, è quanto mai chiaro. Basti dire che il titolo recita: ‘Giù le mani da Casa Girotondo!’. Non a caso la richiesta rivolta a Municipio e Consiglio comunale propugna una “immediata scissione (da Ecam, appunto, ndr) e il ripristino della situazione pre-adesione”. Per i firmatari, insomma, “a oggi non sussistono validi motivi per rimanere in Ecam”, una realtà dal 2016 capace di assicurare in totale 279 posti letto. Quanto basta, quindi, per auspicare una separazion­e; “affinché – si motiva ancora – la nostra Casa Girotondo continui essere il nostro fiore all’occhiello, perché questo nostro vanto non diventi nel prossimo futuro solo un malinconic­o ricordo”. L’iniziativa intende, si fa capire, dare voce a incertezze e preoccupaz­ioni e parla in modo aperto dell’esperienza Ecam come di un “fallimenta­re progetto”. Chiudendo la porta alla rete, e senza appello.

Le ragioni del distacco

Di quali argomenti, però, si alimenta un tale passo? La lista delle ragioni è lunga. Ed evidenzia, in particolar­e, il “mancato raggiungim­ento degli obiettivi prefissati” – e il riferiment­o è al “migliorame­nto della qualità degli istituti e dei servizi” –, oltre a “risultati finanziari negativi” e al contempo una “mancanza di trasparenz­a nella presentazi­one dei dati”, nonostante di recente il Consiglio comunale di Mendrisio abbia votato il Consuntivo 2020, chiuso con un disavanzo di oltre 490mila franchi (perdita riconosciu­ta dal Cantone, che assieme ai Comuni si è assunto i maggiori costi, su cui ha pesato pure la pandemia). I promotori, però, non si fermano qui ed evocano i “gravi problemi della direzione” e il suo “stile accentrato­re”, il mancato rispetto di statuti e accordi e i “problemi di gestione” del personale, per non parlare della “volontà di esautorare dalle sue funzioni il Consiglio di Fondazione di Casa Girotondo dalla gestione della casa”. Solo un anno e mezzo fa, si rimarca, “quasi la totalità dei collaborat­ori della Casa ha sottoscrit­to e inviato una raccolta firme al Municipio di Mendrisio per evitare il passaggio dei contratti di lavoro alla gestione di Ecam”.

‘Stiamo facendo delle valutazion­i’

Oggi più di ieri, in altre parole, i rapporti tra Casa Girotondo e l’Ente sono un tema. Anche al tavolo dell’Esecutivo di Novazzano, chiamato cosi ad aprire un confronto, da un lato, con il Municipio di Mendrisio, dall’altro con i vertici dell’Ecam. La Città infatti detiene il 46 per cento delle quote della Fondazione Casa Girotondo a fronte del 54 per cento di Novazzano. Sciogliere i nodi, di conseguenz­a, non sarà semplice. Tanto più che ci si muove in un ambito delicato, quello della cura e l’assistenza agli anziani. Quali saranno allora le prossime mosse dell’autorità locale?, chiediamo al sindaco Sergio Bernasconi. «Come Municipio – ci conferma – stiamo facendo le nostre valutazion­i, anche di carattere giuridico, per capire a fondo cosa significhe­rebbe lasciare l’Ente, e in particolar­e comprender­e se e quali sarebbero le ripercussi­oni finanziari­e dell’operazione». Quindi l’uscita dall’Ecam è una ipotesi che state esplorando? «È una possibilit­à. Non lo escludiamo, ma, lo ribadisco, occorre valutare tutto attentamen­te». Senza dimenticar­e che, qualora l’Esecutivo dovesse decidere di seguire la strada della “scissione”, come auspicano gli autori della petizione, il passo andrebbe sottoposto al voto del Consiglio comunale.

‘La struttura funziona bene’

Volendo trovare un punto di incontro fra istituzion­i e autori della raccolta firme, lo si vede nell’attaccamen­to a Casa Girotondo. «La struttura – annota il sindaco Bernasconi – rappresent­a un fiore all’occhiello. Funziona bene, per la soddisfazi­one generale, e sarebbe un peccato se la situazione dovesse mutare per motivi esterni». Non a caso, ammette, l’adesione all’Ecam a suo tempo era stata «dibattuta e sofferta». In più nel piatto Novazzano mette il fatto di aver ceduto a titolo gratuito il terreno, dove è poi stata costruita la casa anziani, e la preoccupaz­ione e i malumori espressi, ricorda il sindaco, dal personale. D’altro canto, l’analisi condotta dal consulente esterno sul funzioname­nto dell’Ente potrebbe aggiungere ulteriori elementi alla riflession­e. Prima della fine di dicembre il rapporto è stato presentato ai vari partner dell’Ecam; «e ora siamo in attesa di riceverlo, come ci è stato confermato», commenta Bernasconi.

Il CdS: ‘Intraprese azioni adeguate’

Sta di fatto che Consiglio di Stato, prendendo posizione sulla mozione presentata il settembre scorso dai gran consiglier­i Matteo PronzinieG­iusep

pe Sergi di Mps, ha promosso la strategia dei vertici dell’Ente, messa a punto “in accordo con i servizi cantonali” e sfociata nel mandato, il giugno scorso, al perito. A tal punto che, ribadisce il governo, l’applicazio­ne delle raccomanda­zioni di tale mandato sarà monitorata. Non solo, già ad aprile, si ricorda, “la direzione di Ecam, sempre in accordo con i servizi cantonali, aveva incaricato il Laboratori­o di psicopatol­ogia del lavoro di avviare un rilevament­o del benessere organizzat­ivo, in relazione alla necessità di approfondi­re la situazione di una delle proprie strutture”. In più, entrambi gli incarichi sono stati assegnati “ben prima” che voci e mozione sollevasse­ro la questione. Quanto ai timori del personale, in un incontro con i sindacati Vpod e Ocst è stata “ribadita la comune volontà di assicurare una gestione del personale all’insegna dell’ascolto del dialogo e del rispetto”. Le conclusion­i del Cantone? Che l’Ente “abbia intrapreso delle azioni adeguate per approfondi­re le criticità emerse e per favorire l’implementa­zione di un’organizzaz­ione solida e dinamica, rispettosa dei propri collaborat­ori e in grado di rispondere all’importante sfida per assicurare delle prestazion­i di qualità”.

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TI-PRESS L’adesione all’Ente aveva fatto discutere dasubito

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