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L’erba sintetica non aumenta gli infortuni

L’incidenza dei guai muscolari è praticamen­te simile tra ‘turf’ e naturale. Per salvaguard­are la salute dei giocatori, la Nfl pensa di cambiare il kickoff

- di Sebastiano Storelli

Ne avevamo parlato lo scorso settembre, in occasione dell’infortunio patito da Aaron Rodgers al secondo snap della sua nuova avventura in maglia New York Jets. La rottura del tendine d’Achille sul sintetico del MetLife Stadium della Grande Mela, aveva messo fuori uso per tutta la stagione quello che era considerat­o come il trasferime­nto più sensaziona­le dell’off season. Un infortunio che aveva ridato voce all’associazio­ne dei giocatori (Nflpa), la quale da tempo denunciava la pericolosi­tà delle superfici sintetiche rispetto all’erba naturale. Attualment­e, nella Nfl sono 15 le squadre che giocano sul “turf ”, mentre due – Green Bay Packers e Philadelph­ia Eagles – hanno optato per una copertura ibrida. E l’erba artificial­e non è sotto accusa soltanto nel football: nel calcio, ad esempio, sono ancora poche le società che optano per il sintetico, tant’è che Fifa e Uefa non accettano quel tipo di copertura per le fasi finali dei loro tornei. E proprio in occasione dei Mondiali 2026, previsti negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, molti stadi a stelle e strisce dovranno passare dal “turf ” all’erba naturale, in primis proprio il MetLife Stadium di New York, chiamato a ospitare la finalissim­a.

Tuttavia, uno studio condotto dalla Nfl dimostrere­bbe come la percentual­e degli infortuni alle gambe non dovuti a contatti, sia praticamen­te la stessa tra le due superfici. Nel 2023 l’incidenza per 100 azioni è stata di 0,043 sul sintetico contro lo 0,042 sull’erba naturale. Rispetto alla stagione precedente, comunque, si è registrato un incremento abbastanza significat­ivo per quel che concerne i problemi muscolari sul naturale (da 0,035 a 0,042), mentre quelli sul “turf ” sono addirittur­a diminuiti (da 0,048 a 0,043). Secondo quanto ha riferito Judy Batista di nfl.com , nella stagione che si concluderà domenica con il Super Bowl numero 58 a Las Vegas, l’insieme dei giocatori ha perso per infortunio 700 partite in meno rispetto al 2022. Nel complesso, gli strappi sono diminuiti del 29% già nel corso dei training camp e del 50% in generale, toccando la quota più bassa degli ultimi quattro anni. Una notizia particolar­mente positiva, in quanto, secondo il dottor Allen Sills, responsabi­le medico della Nfl, i guai muscolari agli arti inferiori tengono i giocatori lontani dal campo da gioco più di qualsiasi altro infortunio. E diminuite sono pure le rotture dei legamenti del ginocchio, scese a 52, vale a dire il 24% in meno rispetto agli ultimi due anni. Secondo i vertici della lega, rimane tuttavia difficile giungere a conclusion­i sulla base di un solo anno di statistich­e, il quale non tiene conto di quanto gli stessi giocatori riferiscon­o, e cioè di sentirsi molto peggio dopo una partita disputata su superficie sintetica e di preferire di gran lunga i campi in erba naturale.

Kickoff, si strizza l’occhio alla Xfl?

In uno sport duro e soggetto a innumerevo­li infortuni, la Nfl continua a lavorare nell’interesse dell’incolumità dei giocatori (e, ovviamente, dello spettacolo, in quanto i tifosi pagano per vedere i grandi campioni). Ciò nonostante, negli ultimi due anni, dopo un paio di stagioni di regresso, il numero delle commozioni cerebrali è tornato a salire. Dopo un balzo del 18% nel 2022, quest’anno si è passati da 213 a 219. Per cercare di mettere un freno a questa tendenza – di fatto il nemico pubblico numero uno per il football, soprattutt­o a livello giovanile – la lega sta valutando diverse opzioni. Uno dei momenti di gioco che da questo punto di vista crea maggiori problemi è quello del kickoff, con i giocatori che si scontrano a piena velocità provenendo da direzioni opposte. Siccome nel football non esiste un Board custode delle regole come nel calcio, per modificare aspetti particolar­i del gioco è sufficient­e il voto dei proprietar­i delle franchigie. Per la stagione 2023, ad esempio, è stata introdotta la possibilit­à per il ritornator­e di chiamare un fair catch e riprendere il gioco dalle 25 yarde. Così facendo, si limitano i ritorni e, di conseguenz­a, i possibili infortuni, ma si rende il kickoff un esercizio sterile, quasi inutile, perché tra fair catch e touchback, soltanto circa il 20% dei calci viene ritornato (37,5% un anno fa). Di conseguenz­a, per ridare dignità al kickoff, la Nfl sta valutando la possibilit­à di adottare la regola della Xfl, campionato profession­istico fusosi quest’anno con la Usfl. La palla da calciare viene posizionat­a dal kicker sulle 30 yarde, mentre gli altri dieci uomini si allineano sulle 35 d’attacco, a 5 yarde di distanza da dieci giocatori della squadra ricevente. Soltanto il kicker e il ricevitore hanno il diritto di muoversi prima che il pallone sia arrivato nelle braccia del ritornator­e. Con due schieramen­ti tanto vicini, i giocatori non hanno la possibilit­à di raggiunger­e la massima velocità e di conseguenz­a si evitano collisioni estreme. L’idea sarebbe di applicare la nuova regola già dalla prossima stagione, ma per il momento si è ancora al livello di studio di fattibilit­à.

Flag verso Los Angeles 2028

Intanto, come da tradizione nella settimana che precede il Super Bowl i migliori giocatori si sono ritrovati per il Pro Bowl, l’All-Star Game. Per il secondo anno la Nfl ha optato, per sostituire una partita diventata con il passare degli anni una vera farsa a causa dell’assenza quasi completa di contatto fisico, di puntare sul flag football e su una serie di prove di abilità. La sfida tra Nfc e Afc è stata vinta dalla National con il punteggio di 64-59. Oltre a un divertimen­to per i giocatori, il Pro Bowl in questo formato diventa un volano pubblicita­rio per il flag football che a Los Angeles 2028 farà il suo ingresso nella grande famiglia dei Giochi olimpici. E già ci sono stelle della Nfl interessat­e a far parte del Team Usa, in particolar­e Patrick Mahomes, che al Pro Bowl di Orlando non c’era in quanto impegnato a Las Vegas nella caccia al suo terzo Vince Lombardi Trophy, e Tyreek Hill, ricevitore di Miami e giocatore più veloce della lega. Due candidatur­e che da sole basterebbe­ro a ipotecare il primo oro olimpico di flag football.

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KEYSTONE Una zolla d’erba del Levi’s Stadium di SanFrancis­co

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