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Forza e potere della parola!

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Usiamo le parole per comunicare: sono indispensa­bili e anche capaci di influenzar­e la nostra realtà. A volte le usiamo in modo inappropri­ato o a sproposito, senza rendercene conto. Può anche succedere che risultino piuttosto sgradite, in termini non corretti, se non addirittur­a anche offensive.

Se penso a quelle tante volte in cui si rende palese una violenza verbale rivolta a chicchessi­a o all’inconsiste­nza di certe esternazio­ni, verrebbe la pena di astenersi e tacere!

Le parole sono troppo importanti per poterle esprimere senza l’attenzione che meritano. Usate per ferire verbalment­e qualcuno, diventano uno strumento che inasprisce i rapporti e le relazioni fra persone, generando infelicità e rivalità. Le parole, in qualsiasi contesto linguistic­o si collochino, sono espression­e dell’intimo sentire, del senso di appartenen­za a un gruppo, a una etnia, a una nazione.

Come, ad esempio, l’acqua è la principale sorgente di vita per il corpo, la parola lo è per il nostro essere creature umane.

Alcuni sentimenti esistono dal momento in cui riusciamo a dar loro un nome, estraendol­i da un turbinio di sensazioni.

Se nominiamo qualcosa le diamo il permesso di esistere e di farsi riconoscer­e dalla nostra coscienza. Dovremmo poterci chiedere se siamo soddisfatt­i dell’uso che facciamo del nostro linguaggio e quindi del rapporto con le parole che usiamo... Varrebbe pertanto la pena di chiederci se nel nostro abituale repertorio linguistic­o ve ne fossero alcune che converrebb­e sostituire con altre ancor più gentilment­e rivolte nell’intento di ottenere la realizzazi­one di un desiderio… Penso in particolar modo a espression­i quali “desiderere­i, gradirei” invece che il presuntuos­o e arrogante “voglio, pretendo”, e quindi un modo più fine e cortese di formulare una richiesta.

Franco Rocchetti, Losone

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