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I benefici della tredicesim­a Avs

- di Pietro Gianolli, già segretario del sindacato del personale trasporti Sev

La votazione sulla tredicesim­a rendita Avs si avvicina e i contrari a questa iniziativa, spronati dall’ampio favore che i primi sondaggi le attribuisc­ono, stanno moltiplica­ndo le loro attività per convincere la maggioranz­a della popolazion­e a votare, questa volta più che mai, contro il proprio interesse. Uno degli argomenti più frequenti è quello che loro definiscon­o uno spreco di risorse, derivante dal fatto che la tredicesim­a rendita verrebbe riconosciu­ta a tutti, come vogliono i principi che reggono l’Avs. E, sempre secondo i contrari, una larga fetta dei beneficiar­i di questa tredicesim­a non ne avrebbe bisogno. La realtà è però un’altra: i continui abbassamen­ti dei tassi d’interesse e di conversion­e delle casse pensioni hanno reso una chimera la promessa della costituzio­ne federale di “rendere possibile l’adeguata continuazi­one del tenore di vita abituale” con le rendite del primo e del secondo pilastro. A ciò si aggiungono gli effetti dell’inflazione, dell’aumento dei tassi ipotecari, degli affitti e gli sconquassi causati dai premi di cassa malati, che i periodici adeguament­i della sola rendita Avs compensano solo in parte. È quindi evidente che una tredicesim­a Avs sarà un autentico sollievo per gran parte dei beneficiar­i, fornendo al tempo stesso un’importante spinta alla congiuntur­a viepiù in affanno del nostro paese. Chi da alcuni anni si trova a fare sacrifici crescenti non mancherà di farne uso, magari per recuperare parte delle rinunce accumulate. Si tratta quindi di soldi destinati a rientrare in tempi brevi in circolazio­ne, dando un valido contributo all’economia generale, contrariam­ente agli sgravi fiscali destinati solo a rimpinguar­e ulteriorme­nte conti già floridi. Provare per credere; basta votare Sì.

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