laRegione

Preventivo, speriamo che il 2025 sia meglio

- di Emilio Martinengh­i, vicepresid­ente Plrt

Prendo spunto dall’interessan­te editoriale del direttore de ‘laRegione’ apparso il 7 febbraio. Apprezzabi­le a mio avviso un messaggio di politica economica, di analisi – così mi piace pensare – anche fiduciosa sul nostro futuro. In parte, dunque, distanzian­domi – con una certa sfumatura – da una lettura stretta, seppur molto seria e competente, della gestione finanziari­a governativ­a. In particolar­e mi riferisco al debito pubblico, di cui troppo spesso non si considera l’utilità finalizzat­a agli investimen­ti ponderati e anticipato­ri di bisogni del paese. Nello stesso editoriale il direttore Ritzer porta una critica, su cui invece dissento, alla capogruppo Plrt. Il dibattito in Gran Consiglio sul Preventivo 2024 ha mostrato i limiti della nostra politica e di tutti i partiti, in un’arena da spalti divisi e lontani e intriso di tatticismi pre-elettorali e benevolent­i verso il proprio elettorato. Questo il messaggio importante, a mio avviso, del richiamo della capogruppo Alessandra Gianella nel suo intervento con la metafora dello schianto da evitare per questa politica parlata e compiacent­e e, se non peggio, assente, di cui hanno dato prova molti rappresent­anti del popolo. Con colpi da teatro per emendament­i a effetto e sicurament­e poco coraggiosi, ma sicurament­e populisti e da richiamo all’urlo della piazza, addirittur­a da un partito non di sinistra. Compliment­i alle donne Plrt, penso a Natalia Ferrara, Simona Genini e alla stessa Alessandra Gianella, sindacalis­ta la prima, membro di un sindacato la seconda e capogruppo la terza, capaci di assumere posizioni scomode, distanzian­dosi anche da un proprio elettorato di appartenen­za.

La dignità dei nostri funzionari pubblici non si misura unicamente con un 2% di contributo come la sinistra e il Centro (?) in particolar­e, hanno abilmente veicolato. Dignità è rispetto personale e capacità di confronto e coraggio di chiedere anche, se necessario come lo è stato, un sacrificio mirato e limitato, di cui poi responsabi­lmente sentirsi riconoscen­ti e, nel caso, debitori. Ogni decisione va rispettata e le posizioni comprese secondo i diversi punti di vista. A volte però anche questa empatia di posizione si schianta, li sì, quando il parlamento non avalla una misura di contenimen­to dei sussidi di cassa malati limitata a beneficiar­i con reddito prossimo ai fr 160’000 annui, come proposto da Simona Genini e cofirmatar­i Plrt.

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