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Il figlio del circo colleziona­tore di record

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Aarau – L’argoviese Freddy Nock proveniva dalla famiglia circense dei Nock. Dalla fine degli anni Novanta aveva ottenuto oltre 20 record mondiali con le sue esibizioni su funi sospese.

Le prime esperienze quale funambolo risalgono alla sua prima infanzia: aveva infatti solo quattro anni quando si è cimentato con queste acrobazie. Nel 1998 è entrato per la prima volta nel Guinness dei primati percorrend­o 734 metri sul cavo di traino della funivia tra St. Moritz-Bad e Signal, in Engadina Alta (Gr). A questa performanc­e sono seguiti altri record mondiali, tra cui quello del maggio 2006 sulla funivia del Säntis (Ai/Ar/Sg), dove ha coperto una distanza di 1’222 metri. Oppure, nell’estate del 2020, un vertiginos­o numero nelle Alpi vodesi sui cavi della funivia che collega il Col du Pillon allo Scex Rouge. La sfida di Nock è consistita nel coprire una distanza di 40 metri su una pendenza di oltre 39 gradi. Il vecchio record era inferiore a 38,06 gradi. Seconda impresa: passare in bicicletta sui cavi a un’altezza senza precedenti (367 metri, a un’altezza di 175,4 metri). Sempre nella stessa occasione, il funambolo delle stelle ha anche camminato in equilibrio, bendato, su una distanza di 151 metri e a un’altezza di 200 metri dal suolo, come sempre senza dispositiv­o di sicurezza. Lo stesso Nock descrisse all’epoca questo programma come «il più difficile» di tutta la sua carriera.

La famiglia del Circo Knie ha reagito alla morte del funambolo. “Freddy non era solo un artista eccezional­e, ma anche un caro amico”. La tournée in comune e le esibizioni speciali, come la corsa sul cavo teso sopra il lago di Zurigo, “resteranno per sempre nella memoria”.

Freddy Nock pochi anni fa aveva fatto parlare di sé anche per vicissitud­ini personali. Un processo nei suoi confronti ha suscitato grande scalpore nei media. Nel novembre del 2020, il Tribunale cantonale argoviese lo ha assolto dall’accusa di aver tentato di uccidere deliberata­mente la moglie. In primo grado, il Tribunale distrettua­le di Zofingen lo aveva condannato a una pena detentiva parzialmen­te sospesa di due anni e mezzo. Durante le udienze davanti ai due tribunali è emerso chiarament­e che Nock e la moglie avevano un rapporto difficile, caratteriz­zato anche da violenza. L’avvocato difensore di Nock ha parlato di «relazione tossica». La polizia era più volte intervenut­a al domicilio della coppia.

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