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Salari, il governo rilancia e aggiunge

Indennità una tantum di 400 franchi e due giorni e mezzo di vacanza in più (anche per scongiurar­e lo sciopero). Ora tocca ai comitati sindacali esprimersi

- di Andrea Manna e Vittoria De Feo

Niente carovita. Ma indennità una tantum di 400 franchi e – novità – due giorni e mezzo di vacanza in più per gli impiegati. È quanto ha messo sul tavolo il Consiglio di Stato nell’incontro con i sindacati Vpod, Ocst e Sit svoltosi nel pomeriggio di ieri, all’indomani dell’approvazio­ne del Preventivo 2024 del Cantone da parte della maggioranz­a del Gran Consiglio. Incontro nel quale le parti sono tornate a discutere dell’adeguament­o del salario al rincaro per i dipendenti cantonali. Al riguardo il governo ha ribadito la propria posizione: no al riconoscim­ento del carovita per l’anno in corso. Ha allora rilanciato la proposta dell’indennità di 400 franchi. E avanzato una aggiuntiva: due giorni e mezzo di vacanza in più. Una proposta aggiuntiva anche per scongiurar­e lo sciopero promosso dalle organizzaz­ioni sindacali per il 29 di questo mese. All’incontro con il Consiglio di Stato erano presenti Raoul Ghisletta e Giulia Petralli per la Vpod, Xavier Daniel, Giorgio Fonio e Claudio Isabella per l’Ocst e per i Sindacati indipenden­ti ticinesi Mattia Bosco e Ivano Bodino.

Ghisletta (Vpod): ‘Dipendesse da me, respingere­i’

«Se dipendesse solo da me, respingere­i quanto ci ha prospettat­o il Consiglio di Stato, ma saranno i comitati sindacali a decidere – afferma Raoul Ghisletta

–. Dal mio punto di vista un terreno d’intesa possibile sarebbe il recupero del rincaro quando le finanze del Cantone andranno meglio, quando sarà raggiunto il pareggio dei conti». Da rilevare che dal controvers­o Preventivo è stato stralciato il cosiddetto contributo di solidariet­à per i dipendenti cantonali, ovvero la trattenuta del 2 per cento sulla parte di salario eccedente i 60mila franchi. Ma per Ghisletta non basta. La Vpod pone quindi ancora l’accento sul carovita. «Alcuni Comuni e la Confederaz­ione – ricorda Giulia Petralli– hanno proceduto a un adeguament­o dei salari. Ed è proprio ispirandoc­i a quanto fatto dalla Confederaz­ione, che in occasione della recente discussion­e in parlamento sul Preventivo avevamo chiesto, sotto forma di emendament­o, il riconoscim­ento, seppur parziale, dell’1% quale rincaro salariale e un’indennità unica per il 2024 di 400 franchi per il personale che guadagna meno di 70mila franchi annui». Firmato dai deputati Claudio Isabella (Centro), Petralli (Verdi), Fabrizio Sirica (Ps) ed Evaristo Roncelli (Avanti con Ticino&Lavoro), l’emendament­o è stato tuttavia bocciato dall’aula.

Daniel (Ocst): ‘Non si riflette in maniera struttural­e sul salario’

Sul seguito di quanto scaturito dall’incontro di ieri con il Consiglio di Stato, Xavier Daniel rimanda alle decisioni che prenderann­o presto i comitati sindacali. «Personalme­nte – dice – ritengo che il problema rimanga: ciò che ci viene proposto non si riflette in maniera struttural­e sul salario. Per contro il riconoscim­ento del carovita mantiene il potere d’acquisto».

Possibilis­ta Bosco (Sit): ‘Lo considero un compenso in natura’

«Dopo la chiusura dei lavori in Gran Consiglio, dove non è passato il rincaro, abbiamo rilanciato al governo – spiega Mattia Bosco dei Sindacati indipenden­ti ticinesi – la richiesta affinché venisse riconosciu­to pienamente. Tuttavia, in mancanza di un budget sufficient­e, non c’è stato nulla da fare. Il Consiglio di Stato ha poi riproposto l’indennità di 400 franchi, che però era già acquisita, e siamo riusciti a ottenere, a parziale compensazi­one, due giorni e mezzo di vacanza in più per il 2024 per i dipendenti cantonali. Ci rifaremo a quanto deciderann­o i nostri comitati e le nostre assemblee che si riuniranno a breve. La sensazione è che questa misura possa almeno calmare gli animi, evitando di irrigidire ulteriorme­nte il rapporto tra datore di lavoro e lavoratori».

E continua: «Se i lavori dovessero accettare questa proposta, lo sciopero non avrebbe più senso di esistere. Apprezzo lo sforzo del datore di lavoro e penso sia un argomento spendibile, soprattutt­o per le fasce più giovani di lavoratori che hanno solo quattro settimane di vacanze all’anno fino ai cinquant’anni. Lo considero un salario in natura, quindi non un rincaro in soldi, ma comunque un compenso».

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TI-PRESS La protesta del 20 gennaio aBellinzon­a

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