laRegione

Cadavere a Montagnola In arresto un 56enne

Disposta la carcerazio­ne preventiva per un mese all’uomo

- di Dino Stevanovic, Marco Narzisi e Andrea Manna

Arresto confermato e un mese di carcerazio­ne preventiva. Queste le decisioni del Giudice dei provvedime­nti coercitivi (Gpc) nei confronti del 56enne fermato a seguito del rinvenimen­to del cadavere di un 35enne settimana scorsa a Montagnola. Sebbene la sua posizione sia tuttora al vaglio degli inquirenti, stando a ‘laRegione’, l’ipotesi principale di reato nei suoi confronti sarebbe omissione di soccorso. Tuttavia, si starebbero valutando anche altre piste. L’uomo è difeso dall’avvocato Paolo Caroni.

Non ci sarebbe traccia di traumi violenti

La dinamica dell’accaduto deve essere ancora dettagliat­amente ricostruit­a. Tuttavia, sempre da nostre informazio­ni, sembrerebb­e che fra i due uomini ci fosse un rapporto che andava oltre all’amicizia e che l’appartamen­to dove è avvenuto il decesso sia una casa di vacanza della famiglia dell’arrestato. E proprio il ruolo del 56enne, uno svizzerote­desco attivo nell’ambito della ristorazio­ne oltre Gottardo, è una delle incognite maggiori. L’inchiesta, condotta dalla procuratri­ce pubblica Valentina Tuoni, sta cercando di stabilire se, ed eventualme­nte in quale modo, egli abbia concorso alla morte del 35enne. Tra i vari approfondi­menti condotti in questi giorni, è stata svolta anche l’autopsia sul corpo del giovane e non sarebbero state rinvenute tracce di traumi violenti.

A segnalare, un inquilino della palazzina

Si presume pertanto che la causa del decesso possa essere stata un’intossicaz­ione: non è chiaro ancora da quale sostanza, se stupefacen­te o un medicament­o o altro. Di più se ne saprà quando arriverann­o i risultati delle analisi tossicolog­iche, nonché da ulteriori esami che – come sottolinea­no Ministero pubblico e Polizia cantonale nella propria nota – necessitan­o anch’essi di tempo affinché siano consolidat­i da un profilo scientific­o. Si sta altresì procedendo con la ricerca di tracce forensi e la raccolta di testimonia­nze. Quale che sia l’effettiva causa della morte, stando sempre a nostre informazio­ni, una volta accortosi del decesso dell’amico il 56enne, forse preso da panico o paura, avrebbe portato il corpo dal proprio appartamen­to all’atrio della palazzina. Accortosi che stava sopraggiun­gendo qualcuno, sarebbe scappato. Erano quasi le 7 di mattina del 1° febbraio e l’inquilino dello stabile in via Collina d’Oro ha poi allertato le forze dell’ordine.

Giovane conosciuto nel Malcantone

Mentre le indagini proseguono, nella regione cresce il cordoglio nei confronti del 35enne, un cittadino italiano. La notizia della sua morte ha colpito molte persone nella regione dove viveva e lavorava da anni, ossia il Malcantone. Diverse le manifestaz­ioni di affetto nei suoi confronti, anche sul posto di lavoro. A queste si aggiungano anche le condoglian­ze a famigliari e amici da parte della nostra redazione. A Collina d’Oro, invece, da giorni si susseguiva­no voci di paese relative a personaggi ritenuti «loschi e poco rassicuran­ti» – come riferitoci in maniera anonima da alcuni cittadini – che nell’ultimo annetto hanno cominciato a manifestar­si in paese, verosimilm­ente legati allo spaccio di droga. Non sembrano tuttavia esserci evidenze di una correlazio­ne fra il caso in questione e il presunto giro di droga.

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TI-PRESS La causa del decesso sarebbe stata un’intossicaz­ione

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