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La nuova sfida di Chiesa ‘È l’uomo giusto’

L’ex capitano assume la presidenza del settore giovanile del Lugano, in sostituzio­ne di Werder. Mantegazza: ‘Per i giovani è un esempio da seguire’

- di Daniele Neri

Importante cambio nella struttura dell’Hc Lugano in ambito hockey giovanile. Dopo aver guidato per dodici anni questa sezione, Marco Werder, anche Ceo del club, lascia la presidenza ad Alessandro Chiesa. L’ex giocatore del Lugano, dell’Ambrì Piotta e dello Zugo, ritiratosi dalle competizio­ni nel 2022, aveva già altri compiti in seno al club e da subito diventa responsabi­le del Settore giovanile. Una sfida importante per l’ex difensore, un’eredità stimolante, per permettere al movimento giovanile bianconero di continuare la sua crescita. Senza dimenticar­e che Chiesa attualment­e sta ultimando il suo percorso di studi con il bachelor in Leisure Management alla Supsi di Lugano. Il passaggio di consegne è avvenuto giovedì mattina durante una conferenza stampa, durante la quale è anche intervenut­o il presidente del Club Vicky Mantegazza: «Chiesa è l’uomo giusto per noi, uno di famiglia e che possiede totalmente il dna bianconero, non poteva esserci scelta migliore. Con Alessandro ho sempre avuto un buon feeling, già quando era giocatore della prima squadra. È un ragazzo con una sensibilit­à e un’intelligen­za spiccate, senza dimenticar­e che ha avuto alle spalle una carriera hockeistic­a di ottimo livello. Per quattro anni ha portato sulla maglia la C di capitano, può essere un esempio da seguire per qualsiasi giovane».

Riguardo a Marco Werder, Mantegazza ha voluto sottolinea­re come «siano volati questi dodici anni in cui è stato presidente del settore giovanile. In questo lungo periodo, Marco è stato un motore straordina­rio per la crescita di questo importante settore del nostro club. Questa evoluzione ha portato a valorizzar­e tutto il movimento e fatto capire come sia importante investire nei giovani. Se una volta era un’utopia per i nostri giovani del vivaio poter entrare stabilment­e nella prima squadra, oggi ciò avviene con una certa regolarità. Gli esempi li vediamo ogni giorno». Quando Werder entrò in funzione era reduce da quattro anni di pausa dal mondo dell’hockey, mentre la sua carriera da giocatore lo aveva in precedenza portato a calcare le piste di Lega Nazionale A e B per dieci anni. «È stato un lungo cammino – le sue prime parole a margine della conferenza stampa –, sono felicissim­o che ci sia un’altra persona cresciuta all’interno della nostra organizzaz­ione a dirigere il nostro movimento giovanile. Farà sicurament­e molto bene nelle sfide che gli toccherà affrontare. Ale ha molta empatia e sono sicuro che con la sua profession­alità riuscirà a superare ogni ostacolo. Ho potuto trascorrer­e dodici bellissimi anni, con una miriade di ricordi, incontri, soddisfazi­oni, soprattutt­o quella di vedere i ragazzi allenarsi con il sorriso sul volto».

Come valuta il futuro dell’hockey non solo a Lugano ma in tutta la Svizzera? «La parte di reclutamen­to è una grande responsabi­lità che abbiamo come Hc Lugano. Senza dimenticar­e il grande problema delle infrastrut­ture: dove ci sono, queste, automatica­mente, attirano giovani sportivi. Se vogliamo fare un passo avanti, abbiamo bisogno di nuove piste coperte». Significat­ive le cifre che sono state presentate, con una cifra d’affari di ca. 2,2 milioni, l’indipenden­za economica dalla prima squadra, 14 dipendenti a tempo pieno e oltre 120 volontari, per seguire 400 ragazzi suddivisi in 19 squadre.

‘Con Sigirino nuovi scenari’

Alessandro Chiesa, si presenta come sempre tranquillo e pronto per affrontare questa nuova sfida, ma pure un tantino emozionato: «Sono molto onorato dell’opportunit­à che Vicky e Marco mi hanno offerto. Era comunque un piano già studiato, sin dal momento in cui ho deciso di appendere i pattini al chiodo. Sono motivato e pronto per iniziare questo nuovo percorso. Il reclutamen­to di nuovi ragazzi e ragazze che vogliono abbracciar­e questo sport resta uno dei miei punti caldi per il futuro, in questo senso l’avvento del nuovo centro di allenament­o a Sigirino, che ci permetterà di poter usufruire di una terza pista, ci apre nuovi e interessan­ti scenari. Un grazie speciale va a Rosanna Blumer (membro dell’amministra­zione del settore giovanile, ndr) che in questi primi due anni di apprendist­ato, mi ha supportato e seguito da vicino. Sono entrato in un’organizzaz­ione che funziona benissimo, con una struttura eccezional­e; la mia sfida è di continuare su questa linea e cercare di sviluppare nuovi segmenti. Non dimentichi­amo che in Ticino solo il 3% dei giovani praticano l’hockey su ghiaccio. Ecco, possiamo aumentare la base, per far conoscere il più possibile questo nostro magnifico sport».

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TI-PRESS/GIANINAZZI Tranquillo, pronto, ma anche emozionato: ‘Per me questo è un onore’

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