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Iperandrog­enismo, Semenya chiede sostegno finanziari­o

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Caster Semenya, a cui è stato impedito di correre perché rifiuta un trattament­o per abbassare il suo livello di testostero­ne, ha chiesto aiuto. L’obiettivo è di finanziare la sua battaglia legale contro questo regolament­o... «Siamo a corto di fondi. Abbiamo molti esperti in arrivo e dobbiamo pagarli – ha dichiarato l’atleta sudafrican­a in una conferenza stampa a Johannesbu­rg, aggiungend­o che la sua udienza davanti alla Grande Camera della Cedu è prevista per il 15 maggio –. Quindi tutto ciò che si può fare, può fare la differenza».

La Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu), la sua più alta Corte, ha accettato a novembre di prendere in consideraz­ione il caso della due volte campioness­a olimpica degli 800 metri (2012 e 2016). L’atleta 33enne aveva già vinto una lunga battaglia legale a luglio, quando la Cedu le aveva dato ragione in primo grado contro la Svizzera, ritenendol­a vittima di discrimina­zione. Ma le autorità elvetiche, sostenute da World Athletics, avevano annunciato l’intenzione di portare il caso alla Grande Camera della Cedu, una sorta di organo di Appello le cui decisioni sono definitive. La sentenza di primo grado era stata raggiunta con una stretta maggioranz­a di quattro giudici contro tre.

Nel 2020, i tribunali svizzeri avevano confermato una decisione del Tribunale arbitrale dello sport (Tas) che convalidav­a un regolament­o di World Athletics. Questo imponeva agli atleti iperandrog­eni di sottoporsi a un trattament­o ormonale per abbassare i livelli di testostero­ne se volevano gareggiare nella loro distanza preferita.

A luglio, la Cedu di Strasburgo aveva stabilito che “la Svizzera ha superato il limitato margine di apprezzame­nto di cui godeva nel caso in questione, che riguardava una discrimina­zione basata sul sesso e sulle caratteris­tiche sessuali, che può essere giustifica­ta solo da consideraz­ioni molto forti. La significat­iva importanza del caso per la ricorrente e il ridotto margine di apprezzame­nto dello Stato convenuto avrebbero dovuto portare a un approfondi­to esame istituzion­ale e procedural­e, di cui la ricorrente non ha in questo caso goduto”.

Tuttavia, la sentenza emessa dalla Cedu a luglio non ha invalidato le regole dell’atletica mondiale né ha spianato direttamen­te la strada a Semenya per partecipar­e agli 800 metri senza trattament­o. Il tribunale aveva dichiarato: “Le attuali regole sulle Dsd (differenze nello sviluppo sessuale), approvate dal Consiglio della Federazion­e internazio­nale di atletica leggera nel marzo 2023, rimangono in vigore”. Semenya ha un eccesso naturale di ormoni sessuali maschili e da oltre dieci anni è ai ferri corti con la Federazion­e internazio­nale di atletica leggera, chiedendo il rispetto della “dignità e dei diritti umani”. Nel marzo 2023, l’atletica mondiale ha inasprito le regole relative agli atleti iperandrog­eni come Semenya, che ora devono mantenere i loro livelli di testostero­ne al di sotto di 2,5 nanomoli per litro per 24 mesi (invece di 5 nanomoli per sei mesi) per poter gareggiare nella categoria femminile, indipenden­temente dalla distanza.

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KEYSTONE Da dieci anni inlotta

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