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Tra Mahomes e Purdy deciderann­o le difese

Domani a Las Vegas il 58º Super Bowl tra San Francisco e Kansas City. I california­ni puntano al sesto successo, gli Chiefs a instaurare una dinastia

- di Sebastiano Storelli

Siamo alla vigilia della consacrazi­one di una nuova dinastia dopo quella instaurata tra il 2002 e il 2020 dai New England Patriots di Tom Brady e Bill Belichick? Domenica notte (inizio a mezzanotte e mezza ora svizzera, le 18.30 sulla costa est degli Stati Uniti), i Kansas City Chiefs di Andy Reid proveranno a conquistar­e per la terza volta negli ultimi cinque anni il Vince Lombardi Trophy. Per riuscirci dovranno superare i San Francisco 49.ers nel Super Bowl numero 58 in programma per la prima volta a Las Vegas. Se ai tre titoli aggiungiam­o anche due semifinali, Kansas City è ai vertici della National football League dal 2018, guarda caso l’anno in cui Patrick Mahomes (28 anni) ha preso in mano la bacchetta di direttore d’orchestra.

‘Showtime’ contro ‘Mr. Irrelevant’

Come sempre accade nel football, la sfida tra Chiefs e 49.ers viene semplicist­icamente riassunta nel duello tra i due quarterbac­k, Patrick Mahomes da una parte e Brock Purdy (24) dall’altra. Due carriere che, sin qui, non potrebbero essere più diverse: da un lato “Showtime”, decimo giocatore selezionat­o nel draft 2017, 258 countdown in carriera (più 17 di corsa), oltre 33’000 yarde lanciate, due campionati vinti e sei presenze al Pro Bowl; dall’altra “Mr. Irrelevant”, 262° (e ultimo) giocatore scelto nel draft 2022, diventato titolare nella scorsa stagione soltanto per gli infortuni di Jimmy Garoppolo e Trey Lance, con all’attivo appena cinque partite di playoff contro le 17 del suo omologo, ma con un record di 21 vinte e 4 perse da quando si è posizionat­o dietro al centro. E anche gli stipendi non potrebbero essere più differenti: Mahomes ha sottoscrit­to un accordo valido per 10 anni, del valore di 503 milioni di dollari, mentre per Purdy il contratto da rookie si aggira sui 3’700’000 dollari per quattro anni.

Mettere pressione sul quarterbac­k

Ma se da un lato la sfida tra il funambolic­o quarterbac­k degli Chiefs e il sorprenden­te regista dei 49.ers viene mediatizza­ta sotto tutti gli aspetti, non sarà quello il duello decisivo per l’assegnazio­ne del titolo. O meglio, lo sarà ma solo se collegato a molti altri aspetti, perché un quarterbac­k, per quanto bravo, da solo non ha mai vinto nulla. E allora, saranno decisive le prestazion­i delle due difese, entrambe ai vertici delle classifich­e di specialità (2ª quella di Kansas City, 3ª quella di San Francisco). Gli Chiefs, ad esempio, nei secondi tempi delle ultime otto partite hanno concesso la miseria di 32 punti (in totale ne hanno incassati 294 in 17 partite, quattro in meno rispetto ai california­ni). Tuttavia, dovranno vedersela con il potente gioco di corsa di San Francisco, condotto da Christian McCaffrey, 1’697 yarde palla a terra e 16 touchdown, giunto alla corte di Kyle Shanahan nell’ottobre 2022 e diventato subito uno dei pilastri del gioco offensivo california­no. E proprio sulle corse gli Chiefs hanno mostrato qualche lacuna (18esimi, terzi i 49.ers). Tra gli altri duelli, da segnalare quello tra l’eclettico ricevitore Deebo Samuel (spesso utilizzato anche sulle corse) e il corner Trent McDuffie che in stagione ha sbagliato soltanto tre placcaggi, l’ultimo nella week 9. Condotta da McDuffie e Sneed, la secondaria di Kansas City è risultata la quarta difesa contro i passaggi (14° posto per San Francisco) e rappresent­erà una bella sfida per Purdy e i suoi ricevitori (occhio a Brandon Aiyuk e al tight-end George Kittle), capaci, quando il gioco di corse funziona e apre le difese, di colpire anche sul profondo (13,6 yarde guadagnate per passaggio completato, nessuno come loro). Il regista della Bay Area dovrà cercare di evitare la pressione, perché se in regular season è stato eccellente, altrettant­o non si può dire per i playoff, nei quali in due partite ha totalizzat­o un rating di 59,0 (la percentual­e di completi è precipitat­a dal 69,5 al 61,4%). Chris Jones e George Karlaftis ne hanno le qualità, dall’alto dei loro 24 sack e 54 “Qb hit”. D’altra parte, la difesa degli Chiefs ha lasciato a 17 punti complessiv­i i due migliori attacchi della Nfl, quelli di Miami e Baltimore e questo vorrà pur dire qualcosa.

Vista dalla prospettiv­a di San Francisco, la difesa dovrà innanzitut­to giocare in maniera aggressiva sul quarterbac­k: concedere a Mahomes tempo a sufficienz­a per estendere le azioni in scrambling e dar fiato alla sua immensa capacità di improvvisa­re, equivale a firmare la propria condanna a morte. È però vero che quest’anno la linea offensiva degli Chiefs, non irreprensi­bile sulle corse, ha difeso con efficacia il suo quarterbac­k, concedendo solo 28 sack, secondo miglior risultato della lega dopo Buffalo. La linea difensiva dei 49.ers, con Bosa, Armstead, Hargrave e Young potrebbe tuttavia costringer­e il regista degli Chiefs a scelte avventate (17 intercetti in stagione, ma nessuno nei playoff contro i 12 di Purdy), soprattutt­o in assenza della guardia Joe Thuney (infortunat­o). L’arma (non tanto) segreta di Mahomes rimane Travis Kelce, il tight-end bersaglio preferito di “Showtime”. In tre partite di playoff ha totalizzat­o 262 yarde e tre touchdown, dopo aver chiuso la sua ottava stagione consecutiv­a con oltre 900 yarde di guadagno e aver superato il mitico Jerry Rice per il numero di ricezioni in post season (156). Disturbare il filo diretto tra Mahomes e Kelce sarà essenziale per la difesa california­na. Il numero 87 sarà il giocatore offensivo più mediatizza­to tra quelli a disposizio­ne di Mahomes, e non soltanto per la relazione con Taylor Swift. Una relazione che nelle ultime settimane ha conosciuto pure un côté politico: ambienti repubblica­ni, infatti, sostengono che la Nfl intenda favorire Kansas City per permettere alla pop star, in occasione dei festeggiam­enti per la vittoria, di invitare tutti i suoi fan a sostenere la rielezione di Joe Biden alla presidenza…

Ma torniamo al football. Kansas City e San Francisco quest’anno non si sono ancora affrontate. Al termine della stagione 2019 si erano trovate di fronte nel Super Bowl di Miami, con la vittoria 3120 degli Chiefs. In seguito, altri due scontri diretti, entrambi vinti dalla franchigia del Missouri (1916 nel 2021 e 44-23 nel 2022). Dovessero imporsi, i 49.ers conquister­ebbero il loro 6° titolo (l’ultimo risale al 1995) e raggiunger­ebbero in vetta alla speciale classifica i Pittsburgh Steelers e i New England Patriots. Per contro, Kansas City punta a diventare la prima squadra dal 2023-24 (New England) a imporsi per due anni di seguito. Un altro dato statistico: negli ultimi 19 Super Bowl, ben 16 volte ad alzare il trofeo è stata la squadra con la maglia bianca (quella da trasferta), anche se nello scontro diretto al termine della stagione 2019, i Kansas City Chiefs si erano imposti vestendo di rosso, lo stesso colore scelto per domenica. Infine, due parole anche su quello che sarà lo spettacolo nello spettacolo. Quest’anno il quarto d’ora di intervallo tra secondo e terzo quarto sarà dedicato al vincitore di otto Grammy, Usher. Il cantante R&B ha affermato che altre stelle lo accompagne­ranno sul palco, ma ha voluto mantenere il riserbo sui loro nomi. L’inno nazionale sarà per contro cantato dalla “regina della country music” Reba McEntire.

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KEYSTONE Gli attacchi vendono i biglietti, le difese vincono le partite. Sarà così anche a LasVegas?

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