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Olimpiadi poi ritiro, così ha deciso Fraser-Pryce

La giamaicana vuole concentrar­si sulla famiglia

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«Mio figlio ha bisogno di me»: così Shelly-Ann Fraser-Pryce ha motivato alla rivista Essence la decisione di ritirarsi al termine dei Giochi olimpici di Parigi. La trentasett­enne giamaicana non ha evocato tra i motivi né l’avanzare dell’età, né la mancanza di motivazion­e nell’allenarsi, bensì ragioni familiari, tra cui restituire qualcosa a suo marito, sacrificat­osi per lei nel corso degli anni, per permetterl­e di fare tutto ciò che ha compiuto nel corso della sua carriera. «Penso che sia ora che la situazione cambi, glielo devo. Stavamo già assieme prima del mio primo oro olimpico, siamo una squadra».

In carriera Fraser-Pryce, diventata madre nel 2017, ha conquistat­o tre ori olimpici (due nei 100 metri, uno nella staffetta 4x100), il primo dei quali a sorpresa a Pechino nel 2008, il secondo quattro anni dopo a Londra, otto medaglie a cinque cerchi, e ben dieci ori mondiali. Attualment­e si sta preparando specificat­amente per arrivare pronta all’ultimo grande appuntamen­to della carriera. «Voglio concludere alla mia maniera, spingere la barriera ancora un po’ più in là e mostrare alla gente che si può smettere quando lo si vuole».

Il suo miglior tempo sui 100 metri di 10”60 – ottenuto nel 2021 a Losanna – ne fa la seconda donna più veloce della storia, alle spalle della statuniten­se Florence Griffith-Joyner. Lo scorso anno, ai Mondiali di Budapest, è ancora salita sul gradino più basso del podio alle spalle della statuniten­se Sha’Carri Richardson e di Shericka Jackson, sua connaziona­le.

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KEYSTONE Tre ori olimpici e dieci mondiali inbacheca

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