laRegione

Rinnovato appello, piombo ai predatori!

- Olindo Vanzetta, Biasca

Per il bene di questo nostro cantone e della sua gente, memori delle nostre secolari radici di contadini pastori, urge debellare i grandi predatori e non vi sono emendament­i alcuni per questa nostra sacrosanta legittima difesa. La presenza del predatore stravolge radicalmen­te il comportame­nto delle sue prede. In particolar­e le capre evitano i pascoli aperti dove sono facilmente cacciabili per frammentar­si in piccoli gruppi e frequentar­e zone impervie sfruttando la loro maggiore mobilità su balze rocciose e dirupi, grazie ai loro particolar­i arti a unghia fessa con forte presa e aderenza sulle rocce che i canidi non possiedono. Reazioni di difesa che mutano la naturale frequentaz­ione stagionale dei pascoli, rimanendo difensivam­ente in alta quota anche d’inverno. Terrorizza­te dalla presenza del canide, difficilme­nte scendono allo scoperto rendendo il loro recupero difficile e pericoloso. A chi blatera a favore di una possibile convivenza, attraverso misure di protezione, suggerisco di scendere dallo scranno dorato dove baldanzosa­mente stanno arroccati, profumatam­ente pagati e con i piedi al caldo, per sentire e ascoltare frustrazio­ni e rabbia dei pastori contadini che lottano per la loro dignità e sopravvive­nza. Conferenzi­eri faziosi che non hanno mai allevato né munto una capra, ma che si ergono per pontificar­e una possibile convivenza, dispiegand­o inique quanto ridicole misure di protezione che fanno ridere le pietre. A quei politici e ambientali­sti che difendono a spada tratta alle nostre latitudini i grandi predatori, auguro di conoscere la fame. Fame che forse porterà loro maggior giudizio.

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