Strada cantonale riaperta, ‘ma pronte azioni di protesta’
Zanardi scrive a Coira annunciando possibili contestazioni
La strada della Val Calanca è stata riaperta come previsto alle 12 di ieri, domenica 11 febbraio. A causa del pericolo di frane, il tratto di carreggiata tra il bivio per Castaneda e quello per Buseno – dove nel corso degli ultimi anni si sono verificati diversi scoscendimenti – era stato chiuso preventivamente dal Cantone a partire dalle 18 di venerdì 9 febbraio. La chiusura di questo fine settimana ha ancora una volta generato malumori in valle, dove le autorità politiche da tempo chiedono a Coira misure concrete per ridurre il rischio di frane. A farsi sentire nuovamente è stata la granconsigliera e vicesindaca di Buseno Rosanna Spagnolatti, che con una lettera al governo ha criticato il poco preavviso con il quale è stata decisa la chiusura della strada che ancora una volta ha comportato l’isolamento della valle. Una situazione che ha spinto anche il sindaco di Rossa Graziano Zanardi a prendere posizione con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio di Stato Jon Domenic Parolini, manifestando nuovamente “disappunto, frustrazione ed esasperazione verso le autorità competenti”. Autorità competenti che, pur consapevoli delle lacune nella sicurezza sulla strada cantonale in Val Calanca, stanno ancora svolgendo analisi del rischio dettagliate fondate sui nuovi modelli di caduta di massi. Sulla base dei risultati di queste analisi, il governo esaminerà la necessità di ulteriori misure edilizie di messa in sicurezza della carreggiata.
Ma, nella sua lettera Zanardi annuncia soprattutto azioni di protesta, pronte per essere messe in atto. “La sensazione di abbandono e insoddisfazione è talmente pervasiva che, d’accordo con la popolazione, abbiamo preso la decisione di adottare misure di protesta per far sentire la nostra voce. Questo non è solo un atto di frustrazione, ma un modo per evidenziare come la gestione attuale stia portando all’abbandono e all’emigrazione di persone che hanno scelto la Valle Calanca come propria casa”.
Dal blocco dell’A13 alle schede bianche
Eccole le misure di protesta paventate nella lettera: posizionare delle figure simboliche di rappresentanza dei cinque consiglieri di Stato disposte nei luoghi delle frane; in occasione della prossime votazioni i cittadini deporranno la scheda in bianco come segno di protesta verso le istituzioni superiori, portare massi delle frane a Coira fino a bloccare l’autostrada A13 “per attirare l’attenzione delle autorità competenti e di tutta la popolazione nazionale e internazionale di come siamo trattati e sentiti nella nostra bella Svizzera”.
Nella lettera Zanardi si dice “consapevole dei complessi problemi che il governo grigionese deve affrontare nella gestione delle strade e delle situazioni di emergenza, tuttavia, invito con rispetto ad adottare misure più inclusive e trasparenti, coinvolgendo gli abitanti direttamente nelle decisioni che influiscono sulla loro vita quotidiana”. E ancora: “La nostra comunità ha bisogno di sentirsi ascoltata, compresa e supportata. Abbiamo cercato di far sentire la nostra voce tramite diverse lettere, una petizione che ha raccolto 1’719 firme, un’interpellanza e l’incarico della consigliera Rosanna Spagnolatti dato al governo, sottoscritta da più di 50 granconsiglieri. Tuttavia, sembra che le nostre preoccupazioni e richieste abbiano ricevuto poca attenzione e considerazione. La gestione della viabilità nella Valle Calanca è diventata insostenibile. Servirebbero soluzioni nell’immediato, a medio e a lungo termine che tengano conto delle necessità della comunità locale e garantiscano una corretta comunicazione e pianificazione delle chiusure stradali. È particolarmente preoccupante il fatto che a Rossa ci siano anche sei bambini in età prescolare e altri sette in età scolare. Come posso cercare di spiegare loro e ai loro genitori che le istituzioni sono presenti e pronte a proteggerci e sostenerci, quando le decisioni prese dimostrano il contrario? È un compito difficile, che mette a dura prova la fiducia dei cittadini e la nostra capacità di proteggere il benessere delle future generazioni”. Un altro punto critico della lettera di Zanardi riguarda “l’impatto negativo che la situazione attuale sta avendo sull’economia della valle, con conseguente perdita di opportunità lavorative e una situazione di grave precarietà per molte attività commerciali”.