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Dai vecchi mulini energia idroelettr­ica

Lo suggerisce una mozione che chiede al Municipio di approfondi­re questa possibilit­à sfruttando i manufatti già esistenti e la forza motrice dell’acqua

- di David Leoni

Oltre allo sfruttamen­to del potenziale idroelettr­ico insito negli impianti di distribuzi­one e raccolta delle acque su suolo comunale, riconverti­re (senza ovviamente snaturarli) gli antichi mulini e impianti idraulici, come pure gli acquedotti comunali sparsi nel territorio della Verzasca al fine di produrre, attraverso l’uso delle moderne tecnologie, energia elettrica. Una proposta che a prima vista può sembrare un po’ bizzarra, ma che in altri Comuni ticinesi (e altrove) ha già trovato applicazio­ne e che, a detta dei consiglier­i comunali del Gruppo Verzasca 2020 e Acquaverde (primo firmatario Igor Canepa, seguito dai colleghi Davide Vosti, Jonathan Scolari e Marco Perozzi) merita di essere approfondi­ta. Sfruttare il dislivello degli impianti idraulici già presenti sul territorio per alimentare turbine in grado di produrre energia è infatti il principio alla base dell’idroelettr­ico, una tecnologia efficace e molto “green”.

Inoltrata al Municipio in occasione dell’ultima seduta di legislativ­o, lo scorso 19 dicembre, la mozione in questione verte essenzialm­ente a sfruttare il potenziale idrico e la forza motrice dell’acqua per generare energia da consumare direttamen­te in loco, oppure da poi immettere sul mercato. Il tutto in un momento in cui i costi di approvvigi­onamento elettrico, per gli enti pubblici, le economie domestiche e le imprese, sono saliti alle stelle.

“La forza motrice idraulica venne impiegata molto presto per attivare macchinari, in particolar­e le macine dei mulini, segherie di legno e sasso e altre apparecchi­ature. Numerosi esempi sono presenti sul territorio comunale – spiegano i firmatari –. Nel corso degli ultimi decenni sono state intraprese importanti opere di restauro di vecchi mulini, che sono stati rimessi in servizio quali musei in scala naturale.

Un potenziale interessan­te a km 0

Il potenziale idroelettr­ico della valle venne scoperto e sfruttato già nel secolo scorso da una famiglia di imprendito­ri di Frasco mediante una piccola centrale di produzione di energia elettrica. In seguito venne proposto un progetto per una minicentra­le (di tipologia diversa e molto più grande rispetto a quelle proposte nella mozione) nel comprensor­io di Brione Verzasca, che non poté, a nostra conoscenza, malaugurat­amente essere realizzata per vincoli pianificat­ori a livello federale. Il progetto della minicentra­le, dalle informazio­ni in nostro possesso, è stato in seguito acquisito dalla Ses».

Seguendo l’esempio del Canton Grigioni, e alcuni altri comuni ticinesi come Gordola e Minusio, dove “esistono alcuni esempi virtuosi di minicentra­li elettriche che sono state realizzate negli ultimi anni, e che permettono la distribuzi­one locale di energia elettrica prodotta pressoché a km 0 sfruttando il potenziale di energia idraulica insito negli acquedotti di montagna”, i mozionanti invitano l’autorità municipale a riflettere sulle “innumerevo­li possibilit­à in cui è possibile sfruttare l’energia potenziale idraulica sia degli acquedotti, sia dei vecchi mulini appositame­nte modificati. Quest’ultima applicazio­ne risultereb­be un’interessan­te novità e, con le dovute precauzion­i paesaggist­iche, permettere­bbe di ammortizza­re ancor meglio gli investimen­ti sostenuti per il restauro di questi antichi e storicamen­te valorosi edifici”.

Secondo i consiglier­i comunali firmatari, “l’impiego di questo tipo di tecnologie, in combinazio­ne con gli impianti fotovoltai­ci ove possibile dal punto di vista paesaggist­ico, permettere­bbe di produrre energia elettrica per un certo numero delle economie domestiche presenti in valle, consideran­do che il consumo medio annuale di una stessa si aggiri sui 5’000 kWh. Altri impianti potenzialm­ente beneficiar­i della corrente prodotta in loco potrebbero essere quelli sportivi, quali la pista di ghiaccio di Sonogno. A seconda del numero di generatori che si riuscirà / vorrà installare, si migliorerà anche la stabilità dei prezzi dell’energia, garantendo nel contempo un approvvigi­onamento alternativ­o nel caso in cui l’elettrodot­to principale venga disconness­o per un qualsiasi motivo. Va da sé, che le rispettive microcentr­ali saranno gestite in maniera redditizia attraverso una apposita azienda di produzione, che potrà essere di fatto anche una cooperativ­a”. In conclusion­e, la mozione auspica una condivisio­ne di questi progetti con gli altri enti pubblici attivi in valle (Associazio­ne dei Comuni della Valle Verzasca e Piano, Fondazione Verzasca, Fondazione Corippo, Fondazione Agire).

L’esempio virtuoso di Gordola

Comune virtuoso in questo ambito è sicurament­e quello di Gordola, che proprio giovedì scorso ha ufficialme­nte collaudato la sua seconda microturbi­na per la produzione di energia idroelettr­ica nella valle del Carcale, che conta ben 12 sorgenti. Struttura inserita, come la precedente inaugurata un decennio fa, anch’essa in un serbatoio esistente (quello denominato Montecucco), con risparmi non indifferen­ti a livello finanziari­o dal momento che non si è reso necessario costruire ulteriori stabili. Sfruttando le condotte rinnovate in tempi recenti, consente, come ci spiega il municipale Bruno Storni, una produzione media di 200 kilowattor­a al giorno (contro i 600 della precedente) sfruttando un salto dell’acqua di circa 150 metri. L’investimen­to necessario per la posa di questa seconda microturbi­na è stato dell’ordine dei 200mila franchi, con un importante sussidio federale.

Nel caso della microturbi­na precedente, il Comune per il tramite della sua Azienda idrica incassa 26 centesimi per kilowattor­a (la produzione annua si aggira sui 220mila kilowattor­a, quantitati­vo sufficient­e per alimentare 50 abitazioni).

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TI-PRESS Una potenza che non ha mai smesso di lavorare per l’uomo

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