laRegione

I piccoli commerci mutano per resistere

Luoghi anche storici che pur di non chiudere le porte si trasforman­o. Oltre agli alimentari ci sono uffici postali, ricevitori­e, sacchi della spazzatura e corrieri

- di Carlo Canonica

Sono storie ultracente­narie quelle dei negozietti di paese. Luoghi che con i tempi moderni stanno sparendo. Alcuni di loro hanno già abbassato la serranda a causa dei forniti centri commercial­i fuori dai luoghi di residenza od oltre confine, vicini agli assi stradali principali e che attirano sempre di più le persone. Non tutti però hanno voluto mollare: chi con il supporto del Comune e chi con quello di volontari, si cerca di resistere e trasformar­e il negozio anche in qualcosa in più pur di mandarlo avanti per i sempre meno frequentat­ori, anche se tutti li apprezzano quando devono comprare al volo qualcosa sotto casa. Abbiamo sentito alcune realtà presenti nel Mendrisiot­to per fare il punto sulla situazione.

A Brusino Arsizio l’aiuto del Comune è vitale

Un caso emblematic­o è quello di Brusino Arsizio. Qui la bottega del paese per qualche anno è stata gestita da un privato, ma alla fine per l’unico negozio rimasto in zona, è dovuto intervenir­e il Municipio, mettendo mano al portafogli: «È chiaro che il nostro è un piccolo negozietto, ma ci serve per mantenere viva la comunità – ci precisa Andrea

Stephani , il segretario comunale da quasi un decennio –. Con la nuova gerenza ha ripreso slancio, ma c’è la consapevol­ezza che non ci si arricchisc­e con il negozio. Da parte nostra comunque cerchiamo di dare un sostegno: non pagano l’affitto (oltre i 7mila franchi all’anno, ndr) e il Comune si assume tutti i costi legati all’acqua, al riscaldame­nto, alla luce e quelli relativi alla manutenzio­ne straordina­ria, dato che gli impianti sono un po’ datati». Oltre a questi benefici puramente contabili, l’attività serve anche ad altro: «Per renderlo attrattivo, dato che è chiaro che i proventi del solo negozio non sono sufficient­i, lì c’è anche lo sportello della posta. E grazie a queste piccole entrate aggiuntive si è riusciti a renderlo un po’ più appetibile alla gerente. Inoltre hanno anche il monopolio per la vendita dei sacchi dei rifiuti. Le stazioni di servizio sul nostro territorio ci avevano chiesto di poterli vendere, ma abbiamo preferito rispondere di no perché così diventa una scusa per gli abitanti, almeno una volta ogni tanto, fermarsi in negozio e magari prendere qualche prodotto». La vicinanza con il confine porta parecchia gente in Italia a riempire i carrelli della spesa, dunque, come ci precisa Stephani, nel negozio di Brusino si vendono prodotti principalm­ente nostrani: «L’attività ha la necessità di differenzi­arsi e dunque vengono vendute le trecce prodotte artigianal­mente da tre giovani ragazzi di Mendrisio o i prodotti biologici di un’azienda agricola di Arogno. Ogni venerdì, inoltre, con l’aiuto di una macelleria della zona preparano la polenta e la distribuis­cono alla popolazion­e. Quest’ultima è un’iniziativa molto apprezzata, soprattutt­o da parte di quegli anziani che vivono da soli. Non è dunque solo un negozio, ma un ritrovo sociale».

Un caffè letterario nel futuro di Vacallo

Anche ‘La Credenza’ di Vacallo vuole essere un ritrovo sociale. Grazie alla Fondazione Vacallo, negli spazi già occupati da ‘La Veranda’, a fine estate è entrata una nuova gestione che ha dato un rinnovato slancio al negozio: nel via vai di clienti c’è anche la signora Rina che si lascia andare a un entusiasma­nte, «sono contentiss­ima della nuova gestione!». Un’esclamazio­ne non frutto di un semplice caso, dato l’impegno passionale per l’attività di Valerie Bonato, la responsabi­le: «Noi cerchiamo sempre di essere il più possibile partecipi alla vita del paese, di conseguenz­a ci riforniamo dai produttori della regione come il mulino di Bruzella; il negozietto Arrigoni di Morbio Superiore dove compriamo liquori, distillati, marmellate e miele; il martedì prendiamo il pane della valle di Muggio di Cabbio e il mercoledì abbiamo quello della panetteria del Castello di Castel San Pietro. Cerchiamo sempre di promuovere tutto quello che ci circonda: oltre ai richiesti formaggini del Dosso dell’Ora, stiamo introducen­do in negozio anche alcuni prodotti vegetarian­i come il tofu che ci fornisce una ditta di Balerna». Bonato, e la sua collaborat­rice Elisa Sidari, cercano anche loro di creare dei momenti di socialità: «In negozio abbiamo dedicato uno spazio dove le persone possono sedersi un attimo e bere un caffè in compagnia. Il venerdì mattina vengono alcune signore che frequentan­o il centro sociale di Vacallo e che ci aiutano con dei lavoretti manuali. Nelle prossime settimane vogliamo avvicinarc­i ulteriorme­nte ad altre fasce di età: a partire da metà marzo, sempre in questo spazio conviviale, vogliamo lanciare un caffè letterario». Un servizio consolidat­o è la spesa d’asporto che viene organizzat­a grazie alla disponibil­ità di un cittadino volontario di Vacallo.

Una lunga storia di volontaria­to a Balerna

Un’altra realtà che è stata da poco trasformat­a è invece quella della ultracente­naria Cooperativ­a popolare di Balerna. Come precisa il gerente Ales

sandro Cattaneo si presenta con una nuova veste: «In questi mesi appena passati abbiamo completame­nte rinnovato il locale. Alcuni clienti sono ancora un po’ spaesati dal nuovo assetto, ma in linea di massima è apprezzato dalla gente. È stata una grossa operazione e ora speriamo che porti i suoi frutti». Il negozio esiste da 112 anni e «grazie a volontari che si mettono a disposizio­ne – spiega Cattaneo –, riusciamo a rifornire i vari istituti comunali come la casa anziani, la scuola dell’Infanzia e le Medie. Anche i ragazzi della Fondazione Provvida Madre ci danno una mano un paio di ore alla settimana: il venerdì vengono a sistemare la merce negli scaffali, mentre al lunedì e al mercoledì ritirano e consegnano la spesa per il corso di cucina della scuola Media. Il lavoro che svolgono questi ragazzi è sempre molto apprezzato». Oltre a questa collaboraz­ione di sfondo sociale, il negozio cerca di rimanere vicino ai suoi frequentat­ori: «Tra i servizi che offriamo c’è quello di portare la spesa a domicilio: la maggior parte dei nostri clienti abita nel Comune, ma ogni tanto ci capita di portarla altrove; nel limite del possibile nel Mendrisiot­to lo facciamo senza costi aggiuntivi.

‘La Dispensa’ fatica, ma non molla

A Breggia la vicinanza dei centri commercial­i crea dei grattacapi alla società cooperativ­a ‘La Dispensa’. Negli ultimi anni i conti del negozio non sono in rosso, ma il numero dei clienti è costanteme­nte in calo, come ci spiega la presidente Anna

Ceracchini : «Durante la pandemia tutti hanno approfitta­to del negozio vicino a casa, ora invece sembra che la gente se ne sia dimenticat­a. Si fa fatica ad attirare i giovani e chi lavora in città che vanno sempre più spesso a fare la spesa vicino al luogo di lavoro e non vicino a casa». Anche alla Dispensa come in gran parte dei negozietti di paese si può trovare quel qualcosa in più: «Qui si può acquistare dallo straccio alla carne, ma soprattutt­o i prodotti della regione con i quali abbiamo degli accordi di vendita. Inoltre abbiamo anche la ricevitori­a e l’ufficio postale». Ceracchini aggiunge anche un monito: «Invito la popolazion­e a venire in questi negozi così si evita il rischio di dover chiuderli. Poi quando ci troviamo in una situazione di emergenza, avere un negozio sotto casa fa comodo a tutti».

 ?? ?? C’è chi vende solo cibo (Balerna), chi fa da Posta (Breggia) e chi ha anche uno spazio sociale (Vacallo)
C’è chi vende solo cibo (Balerna), chi fa da Posta (Breggia) e chi ha anche uno spazio sociale (Vacallo)

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland