Israele libera due ostaggi Hamas: ‘Cento morti nei raid’
I palestinesi: ‘Anche tre rapiti fra le vittime’
Tel Aviv – ‘I diamanti sono in mano nostra’. È il messaggio in codice che ha segnato la fine del blitz con cui l’esercito israeliano ha liberato due ostaggi di Hamas a Rafah, nel Sud della Striscia. Dopo 129 giorni, Fernando Simon Marman – 61 anni, l’ultimo compleanno passato in prigionia – e Louis Har (70), entrambi anche con passaporto argentino, sono tornati in libertà.
Erano stati rapiti lo scorso 7 ottobre nel kibbutz Nir Yitzhak, a poco più di tre chilometri e mezzo da Rafah, roccaforte di Hamas a ridosso dell’Egitto dove l’esercito si appresta a lanciare una problematica operazione di terra visto che lì sono sfollati centinaia di migliaia di palestinesi. Hamas – che non ha fatto cenno alla liberazione dei due ostaggi – ha sostenuto che l’operazione israeliana nella città ha provocato “circa 100 morti”. Mentre si fa più forte l’opposizione internazionale all’annunciata operazione via terra israeliana a Rafah (l’alto commissario dell’Onu per i diritti umani Volker Türk ha definito “terrificante” la prospettiva di un’offensiva dove centinaia di migliaia di palestinesi sono rifugiati), il Dipartimento di Stato Usa ha fatto sapere di essere convinto che un accordo tra Israele e Hamas sugli ostaggi resti “possibile” e avrebbe “enormi” vantaggi.
Nbc: insulti di Biden a Netanyahu
La pazienza di Joe Biden sembra intanto essere arrivata al limite. Israele sta uccidendo troppi civili a Gaza e dopo aver definito eccessiva la risposta di Benyamin Netanyahu al massacro di Hamas del 7 ottobre, il presidente americano ora appare furioso proprio con il primo ministro israeliano, tanto da riferirsi a lui con epiteti poco lusinghieri, se non addirittura insulti. Secondo indiscrezioni di Nbc News, quando Biden parla di Netanyahu ai suoi collaboratori si riferisce a lui come a “quel ragazzo”, se non addirittura a “uno stronzo”, come sarebbe avvenuto in tre recenti occasioni.