laRegione

Il ristorante Pischa la fa... fuori dal vaso

Un esercizio della stazione sciistica di Davos affigge un foglio A4: non noleggiamo più slitte, racchette e sci ‘ai nostri fratelli ebrei’. Violata la norma penale?

- di Cristina Ferrari, Shila Dutly Glavas e Stefano Guerra

A una prima lettura potrebbe sembrare un annuncio provenient­e dalle oscure pagine del secolo scorso, quando venivano affisse insegne con scritte del tenore ‘Vietato l’ingresso agli ebrei’. Invece il volantino incriminat­o non risale all’epoca nazifascis­ta, ma alla Svizzera del 2024.

Lo riportiamo per intero, raccoglien­do lo stupore per una tale scritta, proprio in un periodo dove le tensioni internazio­nali dovrebbero diversamen­te portare a un maggior senso di responsabi­lità: “A causa di diversi incidenti molto fastidiosi, tra cui il furto di un slittino, non noleggiamo più l’attrezzatu­ra sportiva ai nostri fratelli ebrei. Questo vale per qualsiasi attrezzatu­ra come slitte, airboard (attrezzatu­ra gonfiabile per la neve, ndr), sci, racchette e scarponi da neve”.

A scriverlo, fuori da uno sportello, come riportato da ‘20 Minuten’, che per primo ne ha dato notizia, è un ristorante posto a margine della stazione sciistica Pischa, situata nella regione omonima del comprensor­io di Davos, nei Grigioni, meta fra le più popolari per la comunità ebrea ortodossa.

La polizia indaga

Un foglio A4 che ha, chiarament­e, sollevato un’immediata polemica. Oltre all’apertura, dopo aver ricevuto una comunicazi­one a riguardo da un privato, di un’indagine da parte della Polizia cantonale per sospetta discrimina­zione e incitament­o all’odio: “Abbiamo classifica­to il fatto come un possibile reato punibile d’ufficio e abbiamo quindi avviato un’inchiesta”, ha confermato all’agenzia Keystone-Ats il portavoce Roman Rüegg.

Tra le fattispeci­e vietate dall’articolo 261 bis del Codice penale, vi è il rifiuto di un servizio destinato al pubblico: è vietato negare a una persona o a un gruppo di persone un servizio destinato alla collettivi­tà perché di ‘razza’, etnia, religione od orientamen­to sessuale diversi. Nel suo sito la Commission­e federale contro il razzismo cita l’esempio del divieto fatto a una persona di entrare in un locale notturno a causa del colore della sua pelle.

‘Discrimina­zione mirata’

Come prevedibil­e, non si sono fatte attendere le reazioni. La Federazion­e svizzera delle comunità israelite ha annunciato che “intraprend­eremo provvedime­nti legali o presentere­mo una denuncia per violazione della norma penale contro il razzismo”, ha scritto in una nota il segretario generale Jonathan Kreutner. “Un intero gruppo di ospiti viene etichettat­o collettiva­mente sulla base dell’aspetto e dell’origine. Ci sono hotel, ristoranti e negozi che non accolgono calorosame­nte gli ospiti ebrei. Del resto, la scorsa estate, l’organizzaz­ione turistica locale ha sospeso la sua collaboraz­ione con noi e il nostro progetto di dialogo”.

Per la Fondazione contro il razzismo e l’antisemiti­smo, l’insegna in ebraico mostra che si tratta “chiarament­e di discrimina­zione mirata. Questo non è solo un preoccupan­te atto di esclusione, ma anche una chiara violazione dei principi fondamenta­li di parità di trattament­o e di rispetto, nonché una forma di antisemiti­smo. Alla luce di quest’ultimo incidente, ci aspettiamo che l’Organizzaz­ione turistica di Davos-Klosters prenda una posizione chiara”.

Difficile convivenza

Immediata la replica: “Siamo in contatto con tutte le parti e cerchiamo di promuovere il dialogo – ha fatto sapere a Keystone-Ats il Ceo dell’organizzaz­ione turistica Davos-Klosters Reto Branschi –. L’ospitalità e la convivenza possono funzionare solo se tutte le parti si rispettano. La comunicazi­one in questione proviene da un singolo operatore turistico, è ‘molto mal formulata’ e non in linea con lo spirito della nostra destinazio­ne. Per questo ne prendiamo le distanze”.

Tuttavia, Branschi non ha mancato di ricordare come in passato sia stato “difficile rapportars­i con alcuni ospiti ebrei ortodossi. Una parte di queste persone ha difficoltà nel rispettare le regole del posto e a volte si comporta in modo estremamen­te irrispetto­so nei confronti degli operatori e degli altri fornitori di servizi, dimostrand­o mancanza di educazione e rispetto delle regole nello spazio pubblico, come forme di littering e noncuranza dei divieti di circolazio­ne”.

Il gestore si scusa

I responsabi­li del ristorante nel frattempo hanno rimosso il foglio contestato. Al ‘Tages Anzeiger’ hanno trasmesso una presa di posizione scritta: “Purtroppo non è assolutame­nte un caso isolato, quelle che facciamo sono esperienze quotidiane”. La goccia che ha fatto tracimare il vaso? Soprattutt­o i noleggi di slitte (con scarpe da passeggio), poi abbandonat­e sulle piste e chiamando in causa i soccorsi pur senza un’evidente necessità o ferimento. “Non vogliamo più correre il rischio che uno di questi ospiti incorra in un grave incidente e che poi ci addossi la responsabi­lità”, ha precisato l’esercizio pubblico, al quale parte dell’attrezzatu­ra non sarebbe più stata riconsegna­ta o resa danneggiat­a. “Da parte nostra non vi è alcun pregiudizi­o personale, di colore della pelle o credenza religiosa”. In un video sul sito ‘Blick.ch’, il gerente chiude il caso con una frase lapidaria: “È stato sicurament­e formulato in maniera sbagliata, per questo mi scuso”. Secondo quanto da lui dichiarato alla Srf, a partire da oggi tutti gli ospiti potranno nuovamente noleggiare le attrezzatu­re.

Non è la prima volta nei Grigioni

La convivenza tra popolazion­e locale ed ebrei ultraortod­ossi nei Grigioni non è sempre stata facile nel recente passato. Ad Arosa, nel 2017, una casa di appartamen­ti aveva affisso un cartello invitando gli ospiti ebrei a farsi la doccia prima e dopo aver usato la piscina. Il caso aveva suscitato parecchio clamore, tanto da trovar posto sulle pagine dei media israeliani. Nell’agosto di due anni dopo, a Davos, duemila ebrei, nel festeggiar­e un matrimonio secondo i dettami della Torah, avevano bloccato la strada principale. Il fatto aveva provocato reazioni di sconcerto e rabbia tra la popolazion­e locale. La scorsa estate, infine, un’agenzia di Parpan, a causa di ‘cattive esperienze’, ha fatto sapere che non affitta più appartamen­ti di vacanza a ebrei ortodossi.

 ?? KEYSTONE ?? Basta poco per slittare nell’antisemiti­smo
KEYSTONE Basta poco per slittare nell’antisemiti­smo

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland