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I debiti dell’esercito

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Credo che la situazione attuale risalga agli errori commessi nel passato. Durante la “guerra fredda” la paura del pericolo “sovietico”, non solo nucleare, spinse a costruire rifugi un po’ ovunque, la maggior parte dei quali ora dismessi. Ma la paura di un’invasione da est era tangibile, sia nella popolazion­e, sia tra i politici. Da qui nascono gli errori e le spese richieste dall’esercito non trovavano molta opposizion­e sia dalla politica, sia dall’opinione pubblica. Si è quindi proceduto ad acquisti che hanno portato benefici solo ai “venditori”. Basti pensare ai carri Leopard 2. Sarebbe stato più vantaggios­o un “leasing” presso la Rheinmetal­l, così da avere con la restituzio­ne del vetusto, le versioni aggiornate. Oggi avremmo un numero sufficient­e di carri del tipo A7V il “non plus ultra” dei blindati esistenti. Per non parlare degli aerei (come l’F/A 18 “Hornet”) già obsoleti negli Usa prima di arrivare da noi. Tra l’altro erano stati progettati per essere imbarcati. Credo che ora si stia facendo un altro “affare” con gli F35 che non si sa bene da dove arrivano, magari da qui vicino a km 0. Solo ora ci si accorge di quanto possano essere importanti le spese “militari”. Mi sembra che dare “colpe” agli attuali responsabi­li dell’armamento sia un modo molto comodo per coprire quando le stesse autorità del tempo ne avevano commesse di peggio. Il modo migliore sarebbe “azzerare” tutto e rivedere, da parte di gente seria e preparata, tutto il “complesso esercito”. Lasciando eventuali interessi “particolar­i” nel cassetto.

Pietro Ferrari, Bellinzona

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