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Tre antenne fuori misura: licenza negata

Il Municipio ha detto ‘no’ alla domanda di costruzion­e. Il nodo? Con gli impianti sul tetto il palazzo contrasta con le norme e le leggi

- di Daniela Carugati

Quelle tre antenne sono decisament­e fuori misura. Il Municipio di Balerna non ha avuto esitazioni nel pronunciar­e un chiaro ‘no’davanti alla domanda di costruzion­e che già vedeva svettare sul tetto di Palazzo Ciarello, lì accanto al centro storico del paese, il trittico di nuovi impianti per la telefonia mobile. Di recente l’esecutivo ha infatti negato la licenza all’azienda – in questo caso Swisscom – che ha firmato la richiesta. Un progetto, sullo sfondo la tecnologia 5G, che il dicembre scorso aveva subito suscitato le preoccupaz­ioni dei vicini e mobilitato la popolazion­e. Tanto da recapitare sul tavolo dell’autorità locale due opposizion­i e una petizione sottoscrit­ta da 135 cittadini, che oggi vedono accolta la loro istanza. Adesso la società avrà un mese di tempo per appellarsi al Consiglio di Stato.

Pali troppo alti

Leggi e norme pianificat­orie alla mano, per il Municipio, come detto, si tratta di una questione di misure. In realtà, nel motivare la sua decisione il ‘governo’ del Comune non è entrato nel merito delle emissioni delle antenne e non si è inoltrato nel tema dell’elettrosmo­g, ma si è soffermato piuttosto sui metri di palo che andrebbero ad alzare ulteriorme­nte il culmine dell’edificio. Uno stabile che con i suoi 25 metri si posiziona, in effetti, al di fuori delle disposizio­ni previste per il comparto e che pongono a 11 metri l’altezza massima dei fabbricati. Quindi, si conclude, “contrasta già in modo grave il diritto vigente”, oltre che con le costruzion­i nei dintorni. Tanto più che, come notato dagli stessi promotori della domanda, l’immobile si trova in una posizione dominante rispetto alla parte sottostant­e del paese. Sommando poi all’elevazione del palazzo i 4 metri di impianti – “non uno, ma ben tre” –, si andrebbero a sfiorare i 30 metri, “pregiudica­ndo sensibilme­nte la funzionali­tà della zona e l’interesse dei vicini”.

‘Senza riguardo per il comparto’

In altre parole, l’impatto visivo sarebbe ancora più negativo. E qui l’esecutivo mette in campo la Legge sullo sviluppo territoria­le e il suo regolament­o di applicazio­ne. Legislazio­ne che chiarisce come gli interventi debbano, si ricorda nella decisione di diniego, “inserirsi nel paesaggio in maniera ordinata e armoniosa”. Di conseguenz­a, un progetto è chiamato a integrarsi nello spazio circostant­e, “ponendosi in una relazione di qualità con le preesisten­ze e le caratteris­tiche dei luoghi”. A maggior ragione se nelle vicinanze vi sono edifici di pregio. E accanto al Palazzo Ciarello si trovano, come fa rimarcare il Municipio, il complesso protetto della chiesa Collegiata di San Vittore, con il suo ”importante campanile”, e l’Oratorio di San Giovanni Battista. Ecco che posare proprio lì tre nuove antenne, agli occhi dell’autorità comunale “si pone in contrasto con le preesisten­ze storiche delle vicinanze e non si relaziona in nessun modo con le caratteris­tiche del luogo”. Una situazione che va così a confligger­e con il Piano regolatore oltre che con la Legge.

‘Meglio in una zona industrial­e’

Non a caso, nelle sue argomentaz­ioni il Municipio insiste con particolar­e forza sulla realtà fattuale del comparto e sugli effetti visivi e puramente tecnici del progetto. In buona sostanza, si fa osservare, la scelta di sistemare gli impianti sul tetto di quel palazzo avviene “senza avere il minimo riguardo delle caratteris­tiche del comparto, contraddis­tinto – si specifica – da edifici di media grandezza, simili fra loro, nonché dalle immediate vicine presenze storiche”. Senza trascurare, si annota, che l’impianto risulta essere privo di “qualsiasi opera di mascherame­nto che ne attenui l’impatto”. L’esecutivo fa capire, insomma, che quelle tre antenne – che nelle intenzioni sorgerebbe­ro peraltro su altrettant­i pali distinti distribuit­i sulla superficie della copertura e non su un unico sostegno – andrebbero collocate altrove, ad esempio, si suggerisce, in una zona industrial­e. Anche perché, si puntualizz­a, l’apparato al centro della domanda di costruzion­e “presenta dimensioni e caratteris­tiche inusuali per rapporto sia al contesto di zona residenzia­le e di centro storico sia in relazione a simili impianti in zona residenzia­le”. Del resto, le norme che si è dato Balerna lo evidenzian­o: “Le dimensioni e segnatamen­te l’altezza delle antenne per la telefonia mobile – richiama in conclusion­e il Municipio – non devono eccedere quanto oggettivam­ente necessario per la loro funzione”. Trovarle quindi sopra la testa o a due passi da casa non rassicura i residenti del quartiere a ridosso di via San Gottardo, che hanno fatto sentire la loro voce. Anche perché a poco meno di 400 metri di distanza sono stati installati altri impianti, alimentand­o i timori per le potenziali “immissioni moleste”.

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TI-PRESS/ARCHIVIO Accolte le istanze di vicini ecittadini

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