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Il saccheggio dell’Africa Subsaharia­na

- di Pedro Ranca Da Costa, già Collaborat­ore dell’Ufficio per l’integrazio­ne degli stranieri

Nel 2021 si è tenuta la giornata Mondiale dell’Africa, un appuntamen­to ricorrente che celebra l’anniversar­io della fondazione dell’Unità Africana del 1963, che dal 2009 prenderà il nome di Unione Africana. La ricorrenza, che mira a portare agli occhi del mondo i gravi problemi che ancora affliggono il continente africano subsaharia­no, infatti, nonostante siano passati più di 50 anni dall’indipenden­za dalle loro colonie, l’Unione Africana non ha visto il proliferar­e di un sistema economico e sociale al pari dell’Occidente. Cosa gliel’ha impedito? Dando una sbirciata veloce si potrebbe dire che ad averglielo impedito è sicurament­e il basso tasso di istruzione, che non permette la formazione di una politica priva di corruzione, o meglio ancora, le guerre, la diversità multietnic­he, la crisi alimentare e climatica che dirottano i pensieri e le anime degli africani subsaharia­ni alla ricerca della sopravvive­nza, o ancora, la lungimiran­za di un sogno migratorio. Il processo di colonizzaz­ione dell’Africa Subsaharia­na parte dal XVI secolo, e vede padroni gli stati europei nell’appropriaz­ione, o meglio, nella spartizion­e dei popoli africani subsaharia­ni. Approprian­dosi non solo del valore territoria­le attraverso l’esportazio­ne di oro e altri minerali, ma arrivando a capitalizz­are anche il valore umano. Uno sfruttamen­to all’interno e all’esterno della loro terra, che ha visto il culmine dello scempio con la tratta degli schiavi.

I processi di indipenden­za e i moti rivoluzion­ari avevano avuto impatto su tutto il mondo. Il secondo dopoguerra rappresent­ò un momento di speranza e di cambiament­o per i popoli africani subsaharia­ni, che uno dopo l’altro iniziarono a dichiarare l’indipenden­za dai loro padroni. Gli appalti multinazio­nali delle compagnie petrolifer­e continuaro­no a trivellare gli ex territori coloniali e sfruttando loro manodopera nelle miniere. L’unica cosa certa dall’Africa sono proprio le sue straordina­rie risorse naturali che includono petrolio, diamanti, uranio, gas, cacao, caffè, terre rare molto utili per costruire prodotti ad alta tecnologia come il coltan, minerale che è presente in tutti i nostri smartphone. Anche l’uranio utilizzato in modo particolar­e in Francia per tenere in attività le sue centrali nucleari viene dall’Africa Subsaharia­na e tiene le ex colonie sempre legate a quella che un tempo era la madrepatri­a. Quale movimento, quale dirigente sarà capace di sfruttare l’energia popolare e i punti di forza del continente africano subsaharia­no, affinché esso diventi veramente attore del proprio destino? Dopo secoli di dominazion­e, L’Africa Subsaharia­na saprà diventare indispensa­bile a se stessa.

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