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Tutti con la Calanca: ‘Subito le gallerie’

Problema frane, in Gran Consiglio adesione unanime all’incarico Spagnolatt­i affinché la strada cantonale sia messa in sicurezza definitiva­mente e in tempi rapidi

- Di Marino Molinaro

Basta frane! La Val Calanca merita un intervento immediato del Cantone per la messa in sicurezza rapida e definitiva della strada nel tratto tra il ponte ad arco sulla Calancasca e la galleria artificial­e Segheria di Buseno. Lo ha stabilito ieri pomeriggio il Gran Consiglio grigionese votando all’unanimità – dopo un breve ma intenso dibattito – la proposta della deputata e vicesindac­a di Buseno, Rosanna Spagnolatt­i, sottoscrit­ta da altri 62 colleghi, affinché il Consiglio di Stato “incarichi l’Ufficio tecnico cantonale d’intraprend­ere la progettazi­one e la realizzazi­one delle necessarie gallerie artificial­i, in particolar­e laddove le altre misure di protezione del campo stradale si sono rivelate inadeguate e insufficie­nti”. Dal canto suo il governo, la cui proposta in prima votazione ha raccolto solo 6 voti contro 93 e un astenuto, aveva suggerito un approccio maggiormen­te ponderato: ossia “esaminare, sulla base delle evidenze scaturite dall’analisi del rischio dettagliat­a, ulteriori misure tecniche di messa in sicurezza (gallerie, gallerie artificial­i, valli di protezione, reti contro la caduta di massi ecc.), per quanto riguarda la loro fattibilit­à tecnica e l’efficacia dei costi, nonché pianificar­e e attuare in via prioritari­a l’esecuzione di tali misure”. Un approccio letteralme­nte asfaltato da un parlamento solitament­e incline ad assecondar­e l’esecutivo.

‘Paura e rischio spopolamen­to’

In apertura di dibattito la stessa Spagnolatt­i (Centro) ha evidenziat­o che dopo la frana del dicembre 2022 «oggi siamo ancora in attesa di ulteriori analisi, quando ormai da anni è invece palese l’entità del problema. Le reti posate finora si sono rivelate inadeguate e per giustifica­re i costi il governo addirittur­a li monetizza in vite umane, senza però tener conto del maggiore afflusso di turisti e del bus scolastico. A ogni modo non c’è più tempo. Lo dimostra la chiusura preventiva per pioggia operata lo scorso weekend con un preavviso di sole 8 ore. C’è da chiedersi cosa accadrà in futuro a lavoratori, scolari e ditte che quotidiana­mente passano di lì. Inaccettab­ile. La gente ha paura e si rischia lo spopolamen­to». Ha rincarato la dose il sindaco di Grono Samuele Censi

(Plr): “Dalla frana di fine 2022 sono trascorsi 14 mesi e siamo ancora ai piedi della scala. Cos’ha fatto l’Ufficio tecnico cantonale? Ha misurato, analizzato e infine posato tronchi per bloccare il materiale. Ora però bisogna agire con interventi efficaci e duraturi. Strade sicure e accessibil­i figurano come priorità nelle linee programmat­iche del governo e questo deve valere anche per la Val Calanca, regione periferica dove c’è molta preoccupaz­ione, rabbia e delusione, anche nel mondo economico locale. Il governo agisca dunque con lungimiran­za e tempestiva­mente per risolvere definitiva­mente l’annoso problema».

‘Basta con l’omeopatia’ Eleonora Righetti

(Centro) ha parlato di «genitori che hanno paura a mandare i bambini a scuola. Inaccettab­ile anche la chiusura preventiva, che alimenta insicurezz­a e apprension­e: se in caso di maltempo il rischio è alto, non si aspetta l’ultimo momento con un preavviso di sole 8 ore. Bisogna poter organizzar­e i servizi per tempo, perché il problema investe l’intera comunità. D’altronde la natura sta dando segnali evidenti che dobbiamo cogliere urgentemen­te». Una mano è arrivata anche da Poschiavo: la deputata Gabriela Menghini-Inauen (Udc) ha ribadito che «sicurezza e accessibil­ità dell’intero territorio cantonale devono essere garantite e avere priorità assoluta. Il CdS d’altronde riconosce l’esistenza del problema e l’urgenza di dover intervenir­e, preferendo tuttavia approfondi­re. Ma non bisogna più temporeggi­are». Conciso Mario Cortesi (Udc di Coira): «Fulcro dell’incarico è eliminare urgentemen­te rischi a tutti ovvi, lo dimostra la chiusura dello scorso weekend». Idem Bruno Loi (Plr di Avers): «La popolazion­e da anni chiede misure urgenti, purtroppo sempre rinviate. Nella Valle di Avers viviamo un problema identico. Le procedure non dovrebbero durare anni. Ci sono servizi cantonali incapaci di accelerare i lavori necessari per le valli. Si migliori dunque l’approccio dell’Ufficio tecnico cantonale». Pragmatico Pietro Della Cà (Udc di Brusio): «Andando avanti di questo passo, la popolazion­e si spazientis­ce. Basta con soluzioni omeopatich­e! Non è più il momento di perdersi in analisi del rischio così dettagliat­e, quando si conosce già la realtà dei fatti. Se consapevol­e, il CdS trasformi le parole in azioni». «La politica deve prendere decisioni, i tecnici devono realizzarl­e», ha insistito Manuel Atanes (Ps di Roveredo).

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TI-PRESS Da ogni angolo del cantone sostegno a preoccupaz­ione, rabbia e delusione degli abitanti dellavalle

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